giovedì 21 luglio 2011

I BUNKER DI BERLINO





Dopo l'arresto di Alfonso Papa, Berlusconi sta lentamente prendendo coscienza che ormai per lui è finita. Lo ha detto lui stesso ai suoi fedelissimi a libro paga: si rischia di tornare a ciò che successe nel '92.
La differenza sostanziale con quell'epoca, però, è che allora lui stava cavalcando quell'omda di indignazione popolare per salvare se stesso, mentre ora ne rimarrà inesorabilmente travolto.
E' per questo che sta cercando con tutte le sue forze di posticipare il più possibile quel momento, aiutato in questo dalla gelatinosa opposizione, anche lei impegnata come un sol uomo a tentare di salvare il salvabile, cercando di rifarsi una verginità nell'illusione, si spera vana, di sopravvivere alla tempesta che anche loro ritengono inevitabile.
Ormai tutto il mondo politico è rinchiuso nei rispettivi bunker.
Bossi è costretto a sacrificare Papa, per non rischiare di essere disarcionato seduta stante dal controllo di quella Lega che, con lui in sella, affonderà inesorabilmente insieme a Berlusconi. I suoi antagonisti, Maroni (pregiudicato) in testa, stanno tentando disperatamente di smarcarsi offrendo il loro leader come capro espiatorio alla base del partito sempre più insofferente.
Il Pd, dopo anni di inesorabile declino politico e culturale cerca pateticamente di darsi una nuova apparenza di affidabilità, sacrificando Tedesco per tentare di dimostrare ai cittadini la loro onestà. Arrivano al punto di cacciare dal paradiso il reprobo, sperando che nessuno ricordi i due anni in cui lo hanno protetto, assicurandogli l'impunità con un seggio al Senato.
Fini e Casini non pensano minimamente a scrollarsi di dosso la patente di "traditori", perché ai due fa molto comodo, dato che per dieci sono stati complici del sistema: passare quindi come infami adesso, potrebbe risultare molto comodo in un futuro prossimo.
Berlusconi, che di certo stupido non è, sa benissimo che ormai è giunta la sua ora: da questo punto di vista, il suo bunga-bunga ricorda in versione pecoreccia il "Salò o le 120 giornate di Sodoma" di Pasolini.
Certo, come è umano, sta anche cercando di evitare la sua fine e quindi tenta in tutti i modi di escogitare un sistema per raggiungere il suo scopo. Rivolgere le sue attenzioni al mondo della rete è un ottimo esempio di ciò.
Questo, in un mondo di persone sveglie e attente, sarebbe solo un disperato tentativo, destinato inesorabilmente a fallire.
Il problema da noi sta proprio nella mancanza di attenzione. L'ambiente è stato inquinato per decenni in modo massiccio: in un Paese dove la maggior parte dei cittadini forma le proprie opinioni esclusivamente assorbendo i messaggi della televisione che lui controlla, direttamente o indirettamente in modo totale, questo è, al contrario il momento più pericoloso, perché, se non dovesse farcela lui, è altamente probabile che abbiano successo coloro che gli sopravviveranno.

1 commento:

  1. Ciao. Letto. Io parlo spesso per metafore e le collego all'"insieme" di cui sto parlando ovvero i nostri "politici" cialtroni e autoreferenziali.
    AUTOREFERENZIALITA' è il marcio del nostro sistema politico che ascolta pochissimo le urla provenienti dall'esterno della loro cazzo di turris eburnea.
    La strategia della Lega è infatti rivolta a PD e PDL e a nessun'altro, è interna ai loro fottuti giochetti e mai e poi mai si accorgeranno del rumore sordo che sta aumentanto e che solo la Rete cerca di registare pur con tutte le sue infinite anarchie e complicazioni da iperinformazione.
    Tu, in un modo più drastico del concetto di turris eburnea e su cui concordo, parli di bunker.
    E parli così perchè dovranno farle davvero quelle costruzioni di estrema difesa perchè sul serio esco e sento solo dolore per la crisi che sta tagliando tutto e tutti, disprezzo per una classe politica senza cervello e paura del Futuro; un paese agonizzante e senza spirito collettivo, definitivamente anninetato da manipolazioni mediatiche che non smetteranno, finchè ci sarà un kw di energia elettrica.
    La strada per Olduvai.

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