giovedì 3 ottobre 2013

PUNTI DI VISTA



Questo bellissimo collage l'ho ripreso da qui, in cui per inciso trovate anche un interessante grafico dell'andamento del pil italiano dal 1980 ad oggi.
Se proprio si vuole, è possibile aggiungere anche la puttanata di Letta



E, se ancora non basta, ad abundantiam, ci si può sparare anche un Saccomanni



Ci si potrebbe domandare fino a che punto uno può essere disposto a farsi prendere per il c...
... e la risposta - ovvia - sarebbe: tanto!...

Ci si potrebbe consolare pensando che noi Italiani abbiamo nel dna lo statalismo fascista ("lo stato è fonte di eticità"), per cui ciò che ci dice lo stato per bocca dei suoi rappresentanti è giusto a prescindere...
( E il fascismo ha rappresentato export d'eccellenza )...

Epperò ci si potrebbe anche domandare: se lo stato per bocca dei suoi rappresentanti (e di quelli sopra di loro) ci avesse detto fin dall'inizio "cari concittadini, abbiamo imboccato un tunnel di cui conosciamo l'inizio ma non la fine", quanti ultimi (?) sacrifici saremmo stati disposti a sopportare?

E' STATO DAVVERO UN BLUFF ?

Cosa ha ottenuto oggi Berlusconi?

Alla luce del sole, ha fatto in modo che i malpancisti del suo partito uscissero allo scoperto, sputtanandoli a tal punto che ora sono costretti ad andare fino in fondo e a fondare un gruppo autonomo. Il tutto con la fattiva collaborazione di Bondi e Brunetta che gli hanno retto il gioco (e infatti si guardano bene dal dimettersi, segno che la loro figuraccia era voluta).

Appoggia il governo per spirito di pacificazione, assicurando l'elemento puramente numerico della maggioranza e lasciando ad altri quello politico, cioè la responsabilità di tutto ciò che verrà fatto o meno da qui in avanti. In questo modo prepara il proprio martirio in caso di decadenza, andando contro i suoi stessi interessi immediati.

Sottobanco sicuramente avrà ottenuto qualcosa di inconfessabile, che però al momento rimane del tutto oscuro. Però è sicuro che un giocatore d'azzardo come lui non si sarebbe prestato a questa pantomima senza niente in cambio.

Tutti sicuri che abbia davvero perso?

sabato 28 settembre 2013

L'IMPORTANZA DI SCEGLIERE I MATERIALI QUANDO SI FABBRICA




Si racconta che un piccolo gerarca fascista grande adoratore del vate D'Annunzio volesse a tutti i costi incontrarlo per abbeverarsi alla fonte della sua saggezza.
Tanto fece e brigò che, alla fine, grazie all'opera di un comune amico,riuscì a farsi ricevere al Vittoriale dove il poeta si era autoesiliato da tempo, rifiutando ogni contatto col mondo esterno.
Il piccolo gerarca poté così finalmente coronare il suo sogno di passare un'intera giornata con uno dei personaggi che più davano lustro all'italica stirpe.
Discettando di nobili argomenti, ad un certo punto il piccolo gerarca chiese adorante cosa il vate del fascismo pensasse del glorioso regime.
Il poeta si alzò e con un cenno della mano invitò l'ospite a seguirlo.
In silenzio attraversarono una dopo l'altra le grandi stanze del Vittoriano fino a che sostarono davanti ad una piccola porticina.
D'Annunzio l'aprì e invitò lo stupefatto ospite ad entrare con lui in un piccolo gabinetto di servizio. Poi si diresse verso il water e indicando all'interno esclamò:” Con la merda, non si fabbrica”.

Sono mesi che, ogni tanto, mi veniva voglia di scrivere un post politico. Poi ci pensavo su un po' e mi dicevo che in fondo era una perdita di tempo. Anche perché la qualità dello spettacolo cui assistevo e assisto è andata via via deprimendosi. E francamente era un'eventualità che ingenuamente consideravo difficile.
Ho raggiunto un tale livello di repulsione che ultimamente sui giornali on line mi limitavo a leggere i titoli politici, saltando a pié pari il testo.
Stasera ho saputo che i ministri Pdl si sono dimessi in massa e ho fatto la cacchiata di leggere. In sostanza Tizio dà la colpa a Caio, che accusa Sempronio, che incolpa TizioCaio, che prendilasciraddoppi, che titelefonoono, che l'ivalimulatareslirpef...

Insomma, alla fine mi è tornato in mente questo aneddoto che lessi secoli or sono su un libro di cui non ricordo titolo o autore ( forse Petacco? ) e che però ha il merito di riassumere secondo me benissimo il livello politico in cui siamo e la qualità di ciò a cui assisto e - temo - mi toccherà assistere ancora.

martedì 23 aprile 2013

NAPOLITANO : IMPOTENTI, INCAPACI E STRONZI

Ho avuto una strana sensazione oggi pomeriggio, quando per radio ascoltavo lo scrosciare di applausi che il parlamento tributava al presidente della repubblica mentre con tono istituzionale e parole studiate li definiva impotenti, incapaci e anche stronzi.

Devo dire però che ho apprezzato quella parte. Così come ho apprezzato il passaggio in cui Napolitano ha bacchettato il M5S sulla loro purezza esclusiva contrapposta al marciume di tutti gli altri. E non mi è nemmeno dispiaciuta la lezioncina di storia sull'importanza del ruolo storico dei partiti politici.

Non mi ha invece fatto piacere la parte in cui Napolitano ha detto - parafrasando il suo discorso - che ora, anche senza travalicare la Costituzione, ci troviamo in una repubblica presidenziale di fatto, in cui lui deciderà la maggioranza (larghe intese) e imporrà il programma (quello dei dieci saggi). E guai a dissentire, sennò prende e se ne va. Forse in questa situazione, in cui il potere legislativo non esiste più - e anzi plaude alla propria dipartita - Napolitano non poteva agire diversamente. Però è estremamente probabile che in questo modo ci ritroveremo con un governo privo di opposizione, al cui confronto Monti - facente funzioni di "dictator" romano - era circondato di franchi tiratori.

Comunque la stampa si sta già sperticando in lodi per il coraggioso quasi novantenne vecchio/nuovo presidente, che, incurante della veneranda età, si erge a salvatore della patria. Dimenticando forse che se siamo a questo punto un po' di colpa la condivide anche lui.

E dulcis in fundo, per rendere meglio digeribile una rielezione che, volenti o nolenti, è storica cominciano ad apparire articoli come questo di Repubblica ("Prima di Napolitano, anche De Nicola venne rieletto"), per dimostrare che Napolitano non è il primo presidente rieletto nella storia repubblicana. Con l'intento di dimostrare che essendoci un precedente tutte le argomentazioni critiche non hanno senso.
All'estensore dell'articolo, tal Alessandro Giacone dell'università di Grenoble, andrebbe fatto notare che il paragone non regge: De Nicola si dimise e fu rieletto nel 1947, cioè prima che la Costituzione entrasse in vigore (1 gennaio 1948). E' quindi chiaro che la sua rielezione non avrebbe mai potuto violare una norma non ancora promulgata.
E proprio il fatto che si vada a riesumare maldestramente questi precedenti, un pochino mi fa pensare male.

venerdì 19 aprile 2013

BERSANI DIXIT : "AVRETE UNA BELLA SORPRESA". SOLO UNA ?

Lasciamo perdere il fatto che per i grillini i giornalisti sono tutti "casta" e poi il primo nome tra i loro candidati al Quirinale è la Gabanelli (per inciso grande amica personale di Grillo medesimo).
Poi è spuntato Rodotà, che effettivamente è persona di grande cultura anche giuridica, ma che non si può certo dire che non faccia parte dell'altra casta maledetta, quella dei politici.

Personalmente lui al Colle non mi dispiacerebbe, ma temo che sia troppo laico per l'anima bigotta del sempre più probabilmente "fu" PD. Partito - o forse sarebbe meglio dire accozzaglia - che sono sempre più contento di non aver mai votato, a maggior ragione dopo la figura inqualificabilmente penosa che ha fatto negli ultimi due giorni.

Da convinto annullatore di schede elettorali osservo con distacco queste elezioni per il nuovo presidente della repubblica. E quando è saltato fuori il nome di Marini - la "bella sorpresa" annunciata da Bersani ore dopo che tutti già lo sapevano - ho avuto il sospetto, quasi la speranza, che dietro quel nome ci fosse un disegno politico: un presidente gradito a Berlusconi in cambio della sua neutralità per consentire la nascita di un governo targato PD, salvando così la faccia con l'esclusione di larghe intese. E qui dovrei aprire una parentesi sul fatto che se queste elezioni avvengono col meccanismo della delega ( cioè se il presidente della repubblica non è eletto direttamente dai cittadini), allora chi delega deve anche mettere in conto l'eventualità che i delegati allo scopo operino scelte non pienamente condivisibili. Ma del resto se ti inventi il marketing delle primarie, poi non ti puoi neanche lamentare che i tuoi elettori si incazzino perché non fai per filo e per segno quello che loro vogliono.

Comunque sia, quando dopo la prima votazione Marini è saltato mi sono dovuto ricredere: i democratici navigano a vista, visto che all'improvviso si sono inventati delle mini-primarie (e dànghete) per trovare un nuovo candidato. E hanno estratto dal cilindro Prodi, padre nobile del partito. Che oggi è stato ignobilmente impallinato, decretando così la fine stessa del PD tramite suicidio, con i vaffanculi del suo fondatore. Non sono stati buoni neanche di arrivare al risultato tramite l'eutanasia, ma hanno scelto la morte violenta. Perché adesso non solo il primo partito si è giocato qualsiasi possibilità di fare proposte indipendenti per il Quirinale, ma hanno anche dimostrato la loro inaffidabilità come forza di governo.

E ciliegina sulla torta, Berlusconi ci fa un figurone, prima accettando Marini, poi chiamandosi fuori con Prodi e adesso presentandosi come salvatore della patria accettando qualsiasi nome possa essere condiviso e possa portare alle larghe intese.

Un gran bel risultato in un Paese che si sta devertebrando.

martedì 2 aprile 2013

SIAMO ANCORA UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA ?

Ricapitoliamo. Un anno fa Napolitano in piena tempesta economica nomina Monti senatore a vita. Due giorni dopo il governo legittimamente ancora in carica si dimette senza aver ricevuto alcun voto di sfiducia dal parlamento, caso unico nella storia repubblicana.

Viene varato un governo tecnico affidato al neosenatore Monti che in un anno presenta e fa approvare una serie di provvedimenti che nessun governo politico si sarebbe mai sognato di varare, pena il proprio suicidio. Fatto sta che quelle leggi passano con il voto delle principali forze politiche, che già profondamente in crisi a questo punto si scavano la fossa. Chiaro che il M5S diventi in questo modo un fiume in piena.

Dopo un anno di governo tecnico che si rivela un male nemmeno tanto necessario, Berlusconi decide di staccare la spina dimostrando ancora una volta di essere un grande giocatore sul tavolo della politica. Perché lascia col cerino in mano Bersani e il PD, che così rimangono gli unici veri complici dei tecnici, assieme a Casini e Fini che - unico elemento positivo di tutta la faccenda - oggi ne hanno finalmente pagato le conseguenze.

C'è chi sostiene che Napolitano sbagliò già allora a non sciogliere le camere. Può anche essere stato uno sbaglio, ma ho il sospetto che la scelta sia stata dettata più da calcoli di geopolitica.

Comunque, con un anno di ritardo finalmente si vota. Con una legge elettorale ad personam che è studiata apposta affinché B. vinca o non perda. In più studiata per un sistema bipolare, mai esistito in Italia, checché ne dicano i grandi politologi. E' evidente che con una legge così, se s'inserisce un terzo elemento va tutto a catafascio. E infatti esce una camera con una maggioranza antidemocraticamente nettissima (cioè il Partito Democratico alla camera ha una maggioranza non democratica) e un senato con una maggioranza chiara ma non sufficiente.

E qui le cose cominciano a ingarbugliarsi. Napolitano dà l'incarico a Bersani, ma non un incarico pieno. In una situazione del genere conferire un incarico esplorativo significa togliere autorità all'incaricato. Aldilà del gioco di parole, possibile che Napolitano non ci abbia pensato? Comunque Bersani ci prova lo stesso e ovviamente fallisce. Forse sarebbe stato meglio mandarlo alle camere e farlo sfiduciare lì. Ma a quel punto anche Napolitano avrebbe avuto l'unica alternativa di dimettersi, cosa che evidentemente non ha mai pensato di fare.

Comunque, bruciato Bersani, il presidente fa un tentativo in prima persona. Uno strano tentativo, visto che non si comprende come possa riuscirci lui, a meno che la sua autorità istituzionale o certi suoi argomenti siano più convincenti. Comunque non ce la fa. E si inventa, anche qui caso unico nella storia repubblicana, due comitati di saggi che a loro volta tentino laddove gli altri hanno fallito. Ma se non ce l'ha fatta Bersani che ha la maggioranza, nè Napolitano che è il presidente della repubblica, come ci possono riuscire Violante e Quagliariello?

Per ora abbiamo un partito di maggioranza senza funzioni di maggioranza, un parlamento esautorato del suo ruolo, un governo dimesso ancora in carica e un superparlamento di saggi nominati e non eletti che non si capisce bene cosa debba fare, nè perché. E si badi bene un governo che è morto tecnico ed è risorto politico, visto che Monti ha attivamente fatto campagna elettorale.

Possiamo ancora definirci una repubblica democratica?

domenica 31 marzo 2013

C'E' CHI PUO' E CHI NON PUO'. IO PUO'

E' da un mese che ho annullato il mio voto e ogni giorno che passa mi convinco sempre più di aver fatto bene. Non perché in questo modo io abbia fatto chissà quale nobile gesto, ma perché almeno mi rimane l'amara consolazione di non aver dato il mio modestissimo contributo allo schifo cui si assiste. E non essendo complice, ho piena libertà di critica.

Posso prendermela con Napolitano che stiracchia la Costituzione un'altra volta. Prima ha accettato che un governo legittimamente eletto si dimettesse senza essere stato sfiduciato (caso unico in Europa dal dopoguerra ad oggi), inventandosi con Monti una nuova figura di "dictator" romano: e, infatti, come nell'antichità il suo governo ha fatto passare con la scusa dell'emergenza leggi aberranti di cui pagheremo le conseguenze nei lunghi anni a venire. E potrei anche avercela un po' con l'orda di faciloni che erano convinti che via il Papi bastasse un professore bocconiano senza pubblicazioni e più educato per tornare tutti a star bene. A dimostrazione che B. sarà anche un demone, ma di sicuro non è il diavolo in persona come veniva dipinto dai suoi avversari.

E a proposito di avversari, posso anche gioire un pochino che il liberal-radical-chic Partito Democratico non sia riuscito a vincere con questa antidemocratica legge elettorale, per cui chi arriva primo prendendo neanche un terzo dei voti si cucca il cinquantacinque per cento dei seggi della camera: se quella di De Gasperi era una legge-truffa, per questa non c'è definizione.
Mi dispiace un po' per Bersani che si preoccupava di smacchiare giaguari, creare un liberismo più equo - contraddizione in termini -, lottare contro l'evasione fiscale e fare le grandi riforme. Quando si è accorto di aver toppato ha cercato di metterci una toppa, ma era troppo tardi.

Posso godermi Berlusconi che ormai è chiaro che è eterno perché, anche grazie ad una legge elettorale ad personam, o vince e piglia tutto il cucuzzaro, oppure perde pareggiando (e che nessuno dica più che Calderoli non sa fare bene le porcate).

Posso guardare con commiserazione tutti quelli che hanno votato M5S pensando che fossero chissà che cosa e adesso che i grillini si stanno rivelando in tutta la loro magnificenza, mi diverte un po' vederli arrabbiati e delusi per aver buttato via il loro voto.

Ma soprattutto, mi posso finalmente godere - preoccupandomi al contempo - gli eletti Pentastelluti, che sono meglio di un grande fratello, un talkshow, una soap, un reality, un serial tutti insieme. Questa accozzaglia general-qualunquista che dice una cosa poi la smentisce Grillo e allora negano di averla detta, sostenendo che si è messa in moto la macchina del fango. Che prendono in giro Napolitano che non s'addormenta e poi dormono loro in senato. Che parlano di fascismo buono e di fascismo cattivo. Che voteranno le proposte di legge che fanno parte del loro programma, ma che poi non presentano proposte di legge - mentre i partiti corrotti e bastardi in pochi giorni ne hanno buttate lì 500 - perché sono alla ricerca di qualcuno che insegni loro a scriverle (ma non erano tutti laureati?). Che insomma fanno solo un gran casino, e per farlo si sono dimezzati lo stipendio (e a seconda dei punti di vista, almeno costano meno, oppure troppo per quello che fanno). Che se uno avesse voglia ci potrebbe scrivere interi volumi: per ora mi limito a segnalare questo (sotto)blog che cerca di starci dietro.

Quanto a me, mentre guardo 'sto circo e mi preoccupo per il domani, aspetto che mi diano le uniche due cose che devono fare subito: meno tasse e il mio reddito di cittadinanza. E visto che il qualunquismo ormai dilaga, me ne frego di chi sarà a darmele.

lunedì 4 marzo 2013

COMINCIAMO BENE



Mi sono imbattuto nel blog della nuova capogruppo alla camera del M5S, l'onorevole - pardon cittadina/portavoce/vattelapesca - Roberta Lombardi, sedicente orgogliosa esportatrice, grazie alla sua professione, del Made in Italy.

C'è un post del 23 gennaio scorso in cui la capogruppo esprime la sua opinione riguardo le idologie, i sindacati e le associazioni di categoria. Ne consiglio vivamente la lettura integrale.

Per chi fosse troppo pigro, cito un passo che per me è notevole. Piccola premessa: è stato scritto dopo il casino scoppiato a causa del dialogo tra Grillo e i militanti di CasaPound e dopo la precisazione in cui il comico genovese si difendeva con rabbia dall'accusa di essere fascista.
Nel post della Lombardi a un certo punto si legge:

"Se parliamo delle ideologie, penso all’episodio recente di “Grillo che apre a Casapound”. Prima questione: qualcuno mi dice, finchè esistono loro il fascismo non sarà morto, quindi non mi dire che questa ideologia non rappresenta una minaccia presente. Da quello che conosco di Casapound, del fascismo hanno conservato solo la parte folcloristica (se vogliamo dire così), razzista e sprangaiola. Che non comprende l’ideologia del fascismo, che prima che degenerasse aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello stato e la tutela della famiglia. Quindi come si vede Casapound non è il fascismo ma una parte del fascismo. E quindi solo in parte riconducibile ad esso. Seconda questione, e questo per me è il punto fondamentale, sono 30 anni che fascismo e comunismo in Italia non esistono più. Invocarne lo spettro a targhe alterne è l’ennesimo tentativo di distrazione di massa: ti agito davanti il noto spauracchio perché voglio far leva sulle tue paure per portarti dalla mia parte. Non sono i fascisti o i comunisti che ci hanno impoverito, tolto i diritti, precarizzato l’esistenza, reso un incubo il pensiero del futuro".







Prima questione: ma questa signora sa che vive in una repubblica che oltreché essere - almeno in teoria - fondata sul lavoro ha una Costituzione di cui tutto si può dire tranne che non sia chiaramente antifascista? Da quello che conosce di CasaPound, cioè assolutamente nulla si può aggiungere, i loro simpatizzanti menano non perché violenti, ma per preservare il folclore nostrano. Una specie di carnevale un po' violento con i suoi usi e costumi. E già che c'è, c'inserisce anche il razzismo. Alla faccia dello slogan - perché allora solo di questo si tratta - che dice "nessuno deve restare indietro". Anche la xenofobia della Lega potremmo definirla folclore di questo passo.
Seconda questione: denota davvero grande amore per il qualunquismo confondere l'idologia fascista e comunista ai regimi che le applicavano, per concludere che dato che si sono estinti i secondi, allora anche le prime non ci sono più. E se per ideologie l'onorevole intendeva i rispettivi partiti, allora occorrerebbe farle notare che il Partito Comunista non c'è più da 24 anni, mentre il Partito Nazionale Fascista è per fortuna un ricordo da ben più tempo: il riferimento ai trent'anni dalla loro scomparsa non ha alcun senso.
Terza questione: se questo è il livello culturale dei neoeletti grillini - lasciamo stare le notizie da gossip di Repubblica sul senatore che non sa dov'è il senato: quelle sono cacchiate - c'è da sperare che le istituzioni che per loro sono vecchie, da spazzare via, siano più forti e servano ad educarli ai compiti istituzionali che si apprestano a svolgere. Altrimenti c'è da preoccuparsi.

sabato 2 marzo 2013

LA PIRAMIDE DI MASLOW. OVVERO PERCHE' GRILLO HA TRIONFATO, BERSANI HA VINTO (MA NON ABBASTANZA) E BERLUSCA HA TENUTO

File:Piramide maslow.png


Secondo Maslow gli individui sono unici e irripetibili, mentre i loro bisogni sono universali. Questi bisogni vanno dai più elementari (fisiologici) fino ai più elevati (quelli di autorealizzazione). Ovviamente non è possibile soddisfare i bisogni superiori se prima non si sono soddisfatti quelli più bassi.

Stavo cercando di darmi una spiegazione di come sia stato possibile arrivare ad un risultato elettorale come quello cui siamo giunti, quando mi si è accesa la lampadina. Chi ha vinto ha fatto leva sui bisogni più elementari dell'individuo; chi ha perso - o ha vinto, ma non abbastanza - ha discettato sui temi universali.

In questo periodo, caratterizzato da quella che forse è la peggiore crisi economica degli ultimi due secoli, con un numero sempre maggiore di persone senza lavoro, che quindi hanno sempre maggiori difficoltà a soddisfare le proprie necessità (cos'altro sono i tagli alla spesa delle famiglie?), ovviamente la platea sempre più ampia di individui che o si trovano o si troveranno a dover scendere ai gradini più bassi della piramide è in continuo aumento.

Quali saranno mai i messaggi più ascoltati da chi è in una situazione di grande bisogno?

Se non lavoro non mangio, perché ormai senza soldi non fai e non sei niente. Quindi va benissimo chi mi dice che mi restituisce i soldi dell'Imu (Berlusconi). E va ancora megli se mi promettono il reddito di cittadinanza e mi dicono che nessuno deve restare indietro (Grillo e il M5S). Perdipiù sono anche già parecchio incazzato con quelli che hanno votato i sacrifici del governo Monti e adesso come se nulla fosse dicono che occorrerà rivedere quei sacrifici per renderli più sostenibili (PD). Più sostenibili adesso che mi hanno già affossato. E quando vedo un magistrato in aspettativa che si candida per la sinistra e mi parla praticamente solo di etica e moralità (Rivoluzione Civile), mi va il sangue alla testa.
( A proposito di Ingroia e della sua accozzaglia di funzionari di partito alla ricerca di uno stipendio: che significato ha civile accanto a rivoluzione? Quale rivoluzione nella Storia è mai stata incivile?)

In questi giorni leggo dotte analisi del perché e del percome Grillo ha stravinto: è successo perché il suo programma comprende tutti i bisogni della piramide. Che è clamorosa la tenuta di Berlusconi: le sue sparate soddisfano le necessità più elementari. Come mai il PD non ha fatto il botto che tutti si aspettavano: si è rivolto solo a quella fetta di popolazione che può ancora permettersi di strologare sopra i massimi sistemi dell'universo.

E poi non venitemi a dire che il Partito Democratico è di sinistra. E' un partito radical-chic e proprio per la sua puzza sotto al naso non si è reso conto che le masse se ne stavano andando verso altri lidi, non necessariamente migliori; semplicemente più soddisfacenti, almeno a parole.

Ma quando sei con l'acqua alla gola, va bene tutto. Non importa che sia etico. Se sei disperato anche "Forza Provenzano" potrebbe darti una mano.

mercoledì 27 febbraio 2013

PICCOLI APPUNTI SU UN GRANDE DISASTRO. IL PD, RENZI E LE CHIACCHIERE DA BAR



Dunque. Piccola riflessione sul disastro. E soprattutto piccola riflessione sul Pd, che ha vinto le elezioni perdendo le elezioni, cose già dette…
E partenza, guarda un po’, da una frase di Matteo Renzi (oggi su La Stampa). Dichiarazione degna di nota, perché pare che il nuovo tormentone tafazzista italiano sia dire “Ah, se ci fosse stato Renzi!” (cosa che dicono, si badi bene, soprattutto elettori di Berlusconi che hanno copiosamente – anche se meno che in passato – votato Berlusconi).
Dunque la frase di Renzi recita: “Il nostro compito era snidare gli elettori del centrodestra…”. Ecco. L’astuto disegno era presentarsi chiedendo voti ad elettori di destra, magari con Ichino a fianco e con l’agenda Monti sotto il braccio. Ichino e agenda Monti che – all’apparir del vero – non sono andati lontano, anzi, in termini strettamente tecnici si può dire che abbiano preso una discreta facciata.
Le primarie del Pd, tra l’altro, hanno portato a candidature interessanti (giovani e donne, amministratori onesti, più che altro orientati a sinistra). Poi, con il listino bloccato, si è provveduto al solito disastro. Casi come quello di Enrico Letta paracadutato nelle Marche, per dire (dove il Pd ha perso la sua storica supremazia, anche grazie ad anni di governo con l’Udc), oppure la candidatura di “cattolici problematici” (Emma Fattorini nel Lazio) hanno riproposto il vecchio schema, di un Pd alla caccia del voto centrista, cattolico, liberista, montiano, ecc. ecc

FONTE

BERSANI PARLA, GRILLO NON AFFERRA



Quello di Bersani oggi mi è sembrato un discorso tutto sommato condivisibile. Ha preso atto del paradosso di una vittoria che non si è rivelata tale, finendo per rappresentare una sconfitta (della sua linea politica). Ha offerto la propria testa. Ha escluso accordi con Berlusconi (alleluia). Ha cambiato tono nei confronti del M5S, proponendo una tregua armata - leggasi "governo di scopo" - per formare una coalizione che possa confrontarsi su pochi e precisi punti programmatici. Infine, ha esortato (sfidato) i grillini a prendere atto che entrando in parlamento dovranno per forza di cose connotarsi politicamente.
Il fatto che queste dichiarazioni di Bersani siano arrivate dopo un giorno di completa latitanza, mi fa sospettare che siano state precedute da un aspro confronto interno.
Se Bersani riuscirà a mantenere la guida del partito, forse si potrà cominciare ad avere un cautissimo ottimismo politico, derivante anche dal fatto che il  nome del "dictator" Monti non è mai stato pronunciato.

A questa prima - piccola - nota positiva, ne corrisponde una di segno opposto. Grillo ha risposto sostanzialmente in maniera affermativa con una frase in politichese: "Il modello Sicilia è meraviglioso".
Attualmente è sicuramente un modello per il M5S, poiché consente loro di mantenere la funzione di pedagoghi integerrimi che decretano sulla bontà o meno delle proposte che i politici (ladri, corrotti e anche un po' coglioni) si arrabattano a formulare.
Solo che questo sistema/modello può funzionare solo laddove il capo del governo venga eletto direttamente, non avendo quindi bisogno di passare attraverso un voto parlamentare che ne confermi o meno la fiducia.
Viceversa, in un sistema che non preveda l'elezione diretta del capo del governo questo sistema meraviglioso diventa totalmente inutile.
Nessun presidente della repubblica - nemmeno Napolitano che ha permesso la caduta del governo Berlusconi senza che venisse prima sfiduciato (caso unico dal dopoguerra ad oggi) - assegnerà l'incarico di formare il nuovo governo senza che sia nata prima una maggioranza parlamentare in grado di sostenerlo.

Gli scenari possibili si riducono di molto. Non si può tornare a votare, perché Napolitano a meno di violare la costituzione non può sciogliere le camere. Quindi, visto anche che questo parlamento così formato dovrà comunque eleggere il nuovo presidente della repubblica, sarà imprescindibile che si nomini un governo che abbia una maggioranza solida.
E se i grillini non si renderanno conto in fretta che è ora che si trasformino in una forza politica vera e propria, in grado anche di sporcarsi le mani, l'unica maggioranza solida possibile è quella PD-PDL.

martedì 26 febbraio 2013

CHI HA VINTO ?



Quando ormai i risultati di queste elezioni sono praticamente definitivi, si può cominciare a ragionarci su.

Chi ha vinto?

Non gli astenuti, che comunque si pongono come primo partito nazionale, con un sensibile aumento dei propri aderenti. Loro però non possono vincere mai perché troppo eterogenei, perché chi si astiene rinuncia a partecipare e perché all'oligopolio finanziario mondiale fa sempre piacere che il "popolo" rinunci a partecipare.

Non il PD, che vede clamorosamente fallire la sua proposta politica con cui cercava di sedurre l'elettorato moderato. Forse se si fossero rivolti un po' più a sinistra avrebbero potuto cogliere qualche soddisfazione maggiore. E' lì che si trova un bacino di elettori in disperata attesa di una casa comune che li accolga. Ma finché si consentiranno follie tipo quelle renziane, l'ultimo partito vero rimastoci continuerà a cercare dalla parte sbagliata. E a proposito di Renzi è la dimostrazione lampante che non sempre "giovane è meglio".

SEL riporta una piccolissima vittoria di Pirro. E' solo grazie a Vendola che Bersani vince alla Camera. Certo, potrebbe anche tentare di rivendicare questo merito, ma i numeri sono veramente microscopici. I Democratici avrebbero buon gioco nel far notare al povero Nichi che senza di loro lui sarebbe rimasto fuori da Montecitorio.

Rivoluzione Civile... non pervenuta. L'ennesimo tentativo della sinistra radicale di evitare di prendere atto che è morta e che forse occorreva già da qualche anno ripensare al proprio ruolo e alla propria funzione nella società è fallito miseramente. I suoi dirigenti attuali sicuramente non saranno in grado di farlo e non sembra che ci sia qualcuno che possa o voglia sostituirli. Ed è triste - oltreché grave - che a sinistra ci siano elettori, ma latitino completamente persone in grado di farsi eleggere.
Ingroia si è dimostrato un fuoco fatuo. Ha spiegato la sconfitta dicendo che la colpa è del PD, che non ha voluto costruire un'alleanza. A parte il fatto che forse Bersani non aveva tutti i torti dal suo punto di vista, quello che manca in questa spiegazione è un'analisi dei propri errori.

Monti e la sua cricca "Luigi XVI" hanno avuto la giusta ricompensa per i servigi resi alla nazione. Servigi che se tutto va bene richiederanno anni per essere neutralizzati. Personalmente troverei corretto da parte sua che rinunciasse anche alla carica di senatore a vita, visto che aveva già rinunciato all'aspetto onorifico della nomina senatoriale per "salire" in politica. Comunque considero una bella vittoria l'uscita di Fini.

Berlusconi ha sicuramente vinto. Io lo davo per morto, ma prendo atto che il suo fascino funziona "a prescindere". Forse ha giocato a suo favore il fatto che in questa campagna elettorale sia stato uno dei pochissimi ad aver detto chiaramente alcune cose che avrebbe fatto, tipo la restituzione dell'IMU. Che poi fossero balle o meno, è stato l'unico che tra fumose promesse di abbassare le tasse senza dire quali e come, ha spiegato quale e come.

Per il M5S è un trionfo. Volenti o nolenti adesso tutti dovranno tenerne conto. Da un lato la sua affermazione è un pugno in piena faccia alla politica, che ora o sarà in grado di riformarsi radicalmente, oppure sarà destinata a soccombere. E' anche vero però - almeno per me - che è un movimento qualunquista totalmente privo di capacità di governo. Occorrerà aspettare qualche tempo prima di poter esprimere un giudizio definitivo. Penso che adesso o il movimento sarà in grado di maturare politicamente - e ho più di un dubbio - oppure sarà destinato ad esaurirsi naturalmente.

Per quanto riguarda me, non so dire se ho vinto, perso o pareggiato. Sono andato a votare perché non voglio astenermi e ho votato Pippo al senato, Pluto alla camera e non posso ancora parlare delle regionali.

martedì 19 febbraio 2013

VEDI ALLA VOCE: "OSCAR GIANNINO"


Luigi Zingales abbandona Oscar Giannino perché millanta titoli ( una laurea e due master ) mai conseguiti. Giannino in un'intervista a Repubblica Tv aveva detto testualmente: "...Luigi Zingales che insegna a Chicago, dove io ho preso il master..."

Oscar Giannino ( prima che Zingales dica che lascia Giannino e ne spieghi il motivo ):
"Mi hanno detto che in rete c'è una cosa che gira su un mio presunto master alla Chicago Boolth. Vorrei chiarire che su questo c'è un equivoco. Io il master non l'ho preso alla Chicago Boolth. Sono andato a Chicago a studiare l'inglese e così via. Bastava chiederlo e avrei risposto. Lo chiarisco perché in rete c'è una cosa che monta. Luigi Zingales insegna alla Chigaco Boolth, mi è capitato di parlarci ed è uno dei nostri fondatori. Insegna lì. Io sono stato a Chicago da giovane a studiare e non ho preso il master alla Chicago Booth".

Il solito complotto dei poteri forti e dei mercati cattivi che cercano di sputtanarlo mettendo in rete cose false. Oddio, rimarrebbe sempre da spiegare come mai, se in rete girano questi titoli falsi poi lui affermi di averli conseguiti. Laureato a sua insaputa?

Oscar Giannino ( dopo che Zingales ha spiegato il motivo ):

"La mia risposta a Luigi Zingales è molto semplice. Mai preso un master a Chicago Booth. Ma il punto è un altro. A Luigi, a quattro giorni dalla fine della campagna elettorale, non è bastato. In effetti, da quanto ho detto a Repubblica si capiva il contrario. Quindi, chiarire era necessario in pubblico, sostiene Luigi. Ed è una piccola prova di quello che Fare riserverà all'Italia. Cominciando da me, come - ripeto - è giusto".

Non è che proprio si capisse il contrario. Si capiva che ha preso un master a Chicago, anche se in effetti non dice di averlo preso proprio alla Chicago Boolth. Poterebbe averlo preso in un'altra università della metropoli americana...
O al bar...

Oscar Giannino ( dopo la frittata )

"Abbiamo convocato la direzione nazionale domani, per valutare ulteriormente questa vicenda che è di ostacolo al nostro volo e che è fonte per me di grande amarezza. Questa grave, cattiva interpretazione delle mie parole ha provocato l'addio di Zingales. Io spero che ci ripensi, anche se le mie scuse finora non hanno sortito effetti. La direzione potrebbe chiedere anche dei passi indietro e, se questa fosse la risoluzione della direzione, io la farei mia".

Ecco: è stata una cattiva interpretazione delle sue parole. Cioè è stato frainteso. E va benissimo, per carità. Ci sono campioni del fraintendimento, quindi anche a lui potrà capitare di essersi sbagliato a parlare e di non essere stato in grado di esprimersi in un italiano abbastanza corretto da non dar luogo a questo qui pro quo.

Però ascoltando il video qui sotto non si può non dire che quanto meno perseveri.


giovedì 14 febbraio 2013

LA FIBRA... FORSE




Ci risiamo. Hanno ricominciato a telefonarmi per propormi le irresistibili offerte di Sky, Telecom, Fastweb, Sorgenia ecc. ecc.

L'ultima prima di oggi è stata Sorgenia, la cui lavoratrice precaria voleva propormi di passare nelle loro affettuose mani in cambio del blocco per due anni della tariffa. Data l'imbecillità della proposta - bloccare la tariffa che già ora è alta - ho risposto che non ero interessato, ricevendo in cambio uno sgarbato "allora lei non vuole risparmiare?" con annessa improvvisa interruzione della comunicazione alla mia risposta che no, non voglio risparmiare.

Oggi è la volta di Telecom.

Voce femminile dal chiaro accento campano: "Buongiorno. Parlo con la signora **** ?"

Io: "No, non c'è", omettendo di dire che non c'è mai stata, nè mai ci sarà visto che non sono sposato.

Lei: "Ah. Posso parlare con lei?"

Io:"Certo". Avrei voluto rispondere qualcosa tipo "se mi reputa degno", ma vabbé

Lei:"Lei usa il telefono?"

Io:"Ovviamente si", visto che ho una cornetta attaccata all'orecchio

Lei:"Usa anche Internet?"

Io:"Anche". Però vediamo di andare al sodo, sennò qui ci mettiamo tutto il giorno

Lei:"Telefona molto?". Madonna che lavoro orribile essere costretta a fare domande così idiote

Io:"No, poco". Oggi mi sento eremita

Lei:"Perché Telecom ha delle vantaggiose offerte sia per la telefonia, sia per l'adsl..."

E qui ti volevo. Aspettavo solo l'occasione per dire gentilmente che non mi interessa e tu me l'hai servita...

Io:"Guardi, se l'offerta è solo per l'adsl non mi interessa, perché ho la fibra ottica"

Lei:"Ah. Lei ha la fibra?"... silenzio... "Però guardi che forse ce l'abbiamo anche noi la fibra"

Forse?  Che vuol dire? Che l'hanno messa, ma poi se la sono dimenticata lì? Che forse un domani la metteranno?
Non resisto, devo sapere:"Scusi, in che senso forse?"

Lei:"Che la fibra l'ha anche Telecom e forse arriva anche da lei. Devo verificare. Posso richiamarla?"

Io:"Certo. Buona giornata"

Forse se richiama risponderò

venerdì 1 febbraio 2013

300esimo POST : PAROLE AL VENTO

La macchina è dal meccanico. La bici deve andarci. Per spostarmi nella metropoli una volta da bere e oggi già bevuta quasi tutta, l'unica è usare i mezzi pubblici.
E al contrario dei carri-bestiame che mi sono stati descritti e a cui non ho difficoltà a credere, devo ritenermi fortunato. Finora nessun ritardo negli orari e sempre un posto a sedere. Oddio, non è che abbiano scialato con le dimensioni: si sta comunque strettini. Ma dato che il tragitto è contenuto ci si può adattare.
Poi i vagoni sono riscaldati. Pure troppo per i miei gusti. Si potrebbe viaggiare tranquillamente in maniche corte, ma per spogliarmi dovrei avere un posto dove mettere giubbotto, maglione, guanti e cappello. Dato che lo spazio è quello che è, si sopporta il caldo.
Seduto su quelle sedioline osservo chi mi circonda. C'è il viaggiatore che legge, e mi chiedo come riesca a trovare le concentrazione tra una fermata e l'altra senza perdersi la sua mentre è assorto nella lettura. Confesso che lo invidio molto: io non riuscirei mai a leggere rimanendo in contatto col mondo reale tenendo il conto del numero di fermate o stazioni che mancano prima della mia. E infatti sui mezzi pubblici in città non leggo.
Ma la maggior parte dei miei occasionali compagni di viaggio si dedica ad altre attività, alcune più onanistiche, altre decisamente più moleste.
Gli onanisti, seduti o in piedi (e questi ultimi dimostrano un senso dell'equilibrio davvero incredibile), sono assolutamente privi di qualunque contatto con il mondo che li circonda, mentre si dedicano con passione compulsiva all'oggetto del loro desiderio e lo titillano con fulminei tocchi delle dita. Quando ci sono seduto vicino non resisto alla tentazione di sbirciare cosa stanno facendo con così assoluta concentrazione. Alcuni giocano, ma molti di più hanno la tastierina touch-screen attivata e scrivono lunghissime frasi che in genere non si concludono mai prima che io debba alzarmi per scendere, lasciandomi sempre il dubbio di essermi imbattuto in un futuro scrittore di bestsellers. Oppure semplicemente il telefonino provoca l'autismo.
Ma i peggiori in assoluto sono i molesti, quelli cioè che sono impegnati in accorate discussioni con un interlocutore che non è lì con loro, ma alla cui assenza sopperiscono facendo ascoltare la conversazione a tutti i presenti, i quali - se non si sono estraniati dal mondo, come dicevo prima - sono a loro volta impegnati in altrettante futili discussioni con altrettanti interlocutori assenti, a cui sopperiscono facendosi ascoltare dagli altri, che a loro volta... e avanti all'infinito, in un vociare allucinante in cui nessuno parla con gli altri e quei pochi che ci provano devono alzare la voce per farsi sentire.
Mentre chi viaggia da solo, come me, non può godersi un misero viaggio in silenzio, ma è costretto a sorbirsi lunghe conversazioni a cui non avrebbe mai voluto partecipare in compagnia di maniaci che masturbano una tastierina, immersi in una babele di voci e rumori.

giovedì 31 gennaio 2013

PROF MONTI, MR. HYDE E ALTRE METAMORFOSI



Scegliete voi: o qualcuno ha sciolto dell’acido negli acquedotti, oppure è in corso la campagna elettorale. Attenzione. Il fatto che sia in corso una campagna elettorale, non esclude per niente che scorra Lsd dai rubinetti: il combinato disposto delle due cose risulta, in effetti, micidiale. E però non si spiegano altrimenti alcuni spettacoli improvvisati sul proscenio della vita politica. La storia del professor Monti e di mister Hyde è abbastanza rivelatrice e non si può spiegare che con una misteriosa pozione. Egli, dopo aver aumentato ogni tipo di tassa possibile e immaginabile, si ritrova a dare l’assalto alle tivù promettendo di abbassare le tasse. I conduttori, probabilmente anche loro sotto l’effetto di sostanze psicotrope, annuiscono come se fossero pronti a crederci. La campagna elettorale spinge il professore a un gesto contro natura: sembrare simpatico, cosa che non gli riesce, ma, come dire, apprezziamo il tentativo. Si è pure fatto riprendere con in braccio un bimbo poco più che neonato. Probabilmente era il regalo di un padre allo stremo: “Senta, visto quanto posso detrarre di assegni famigliari, questo se lo tenga lei”. Sorriso, flash, ecco il Monti umano.

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martedì 29 gennaio 2013

MONTE DEI PACCHI DI SIENA : IL PACCO S'INGROSSA SEMPRE DI PIU'



Ormai il PACCO del Monte dei Pacchi si sta ingrossando talmente tanto che nemmeno più i Giornali in forza al PD possono continuare a dissimulare la cosa...

Persino Repubblica ci va giù pesante e parla apertamente di Truffa, Tangenti, 17 miliardi di Pacco
e di NAZIONALIZZAZIONE che in teoria dovrebbe significare azzeramento delle azioni, azzeramento dei bond subordinati, rimborso parziale dei bond senior e copertura totale dei conti correnti (anche sopra la soglia da 100mila garantiti dal FITD, con garanzia dello Stato)

lunedì 28 gennaio 2013

MERITO ? EGUAGLIANZA !

Alessandro Robecchi, il sito ufficiale: testi, rubriche, giornali, radio, televisione, progetti editoriali e altro


Questo piccolo "saggetto" è stato pubblicato su Micromega 8/12 (dicembre 2012). Lo ripropongo qui perché pare che lo tsunami sulla parola "merito", spesso usata a sproposito come artificio retorico, non accenna ad arrestarsi. E’ un po’ lungo, ma ce le farete.

Noi dobbiamo tutti lavorare per fare in modo che quando voi tra alcuni anni arriverete
al mercato del lavoro questo sia un paese diverso, che non fa andare avanti
per raccomandazioni e per conoscenze, ma che premia le persone che meritano come voi.
(Emma Marcegaglia, 2010
)


Tutta la vostra cultura è costruita così.
Come se il mondo foste voi.
(Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, 1967)


Un fantasma si aggira per l’Italia. E non è Angelino Alfano.
E’ un fantasma che passa di bocca in bocca, che rimbalza dalle cronache ai convegni, che entra ed esce dalle pieghe di ogni discorso, che fa da premessa ad ogni ragionamento, che olia gli ingranaggi di qualsiasi riflessione sul “rinnovamento” italiano.
E’ il fantasma del “merito”.
Se ogni italiano potesse avere un euro per ogni volta che si evoca il merito, avrebbe il merito di diventare ricco senza alcun merito, esattamente come i ricchi ad ogni passo la parola gli sventolano la parola “merito” sotto il naso.

Se lo stesso italiano avesse un po’ di memoria storica, peraltro, saprebbe che la fregatura aleggia nell’aria, come ogni volta che una parola fa irruzione sulla scena politica e ne prende il controllo, ripetuta ossessivamente, mai spiegata o argomentata. Un dogma: il merito.
Erano gli anni Novanta quando passò a volo radente, bombardando a tappeto la popolazione, la parola “flessibilità”. Dal ministro Treu (primo governo Prodi) in poi, quella febbre contagiò tutto e tutti, con il risultato di produrre quaranta diversi tipi contrattuali di paraschiavitù a tempo determinato.
Una volta diventato più moderno e flessibile, il paese ne avrebbe guadagnato in efficienza e ricchezza, e si è visto. Dopotutto anche farsi amputare una gamba è un buon sistema per perdere peso.
Quando si cominciò a pronunciare la parola “privatizzazioni” fu chiaro a tutti che i monopoli sarebbero diventati società per azioni pur restando monopoli.
Dunque, se avessimo un po’ di memoria nel nostro bagaglio, guarderemmo al nuovo mantra sul “merito” con almeno un pizzico di perplessità.
E invece: un tripudio

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domenica 27 gennaio 2013

IL PROFUMO DELLE BRIOCHES DI MARIA ANTONIETTA. DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO DI RAZZA PADRONA ( E DI SATIRA )

Alessandro Robecchi, il sito ufficiale: testi, rubriche, giornali, radio, televisione, progetti editoriali e altro

Sapesse, signora mia… Quella che segue è una piccola riflessione su chi ci governa (al momento, ma temo anche domani e forse per sempre), su chi sa ridere di loro e sulle differenze antropologiche (nemmeno politiche!) tra loro e noi. Involontaria protagonista, la signora Lidia Rota Vender, esimia professionista, alta società civile (!), candidata al Senato con la Lista Monti alle elezioni del 2013. Eccola mentre - alla convention di presentazione della lista - racconta due aneddoti sulla vita di Mario Monti. Siamo dalle parti delle brioches di Maria Antonietta, delle riunioni del Rotary, del circolo di canasta travestito da casta tecnocratica che ci governa, tanto elegante e civica, quelli che le "cene eleganti" le fanno davvero, restando vestiti. Quelli che - andandosene Berlusconi tra sberleffi e ghigni proletari - venivano salutati dal Paese come i salvatori della patria, ai tempi (è passato poco più di un anno) in cui si salutava il loden del professor Monti come una rivoluzione culturale. Un anno dopo, le cifre economiche del Paese sono decisamente peggiori (dal potere d’acquisto alla disoccupazione, dagli investimenti all’erogazione dei crediti alle imprese e ai lavoratori, dai consumi ai redditi), ma i famosi mercati sembrano meno turbolenti. Ecco. Ma questo non basta. O non serve. O non è quello che qui si vuol dire. Ciò che strabilia sentendo gli "aneddoti" della dottoressa Rota Vender è altro. E’ un’aria di culto della personalità di tipo sovietico applicata al tecnocrate bancario. E’ una specie di "realismo capitalista". E’ la retorica dell’imprenditore. E’ il circolo ristretto che se le canta e se le suona, che non vede né il mondo né la società intorno, che pensa e crede di essere il mondo e - peggio - il mondo giusto.
Non c’è niente di violento o di deplorevole nelle parole della signora dal palco in cui presenta il suo candidato premier. Eppure c’è un universo di differenze, di distanze abissali. C’è il mondo parallelo di una borghesia che basta a se stessa e vede solo sé, che scambia i suoi valori da privilegiati per valori universali. Non c’è il lavoro, non c’è la vita, non c’è la società. C’è solo lei, la razza padrona. Una faccenda che fa il paio con la signora Elsa Fornero che a chi le chiede della sua riforma del lavoro risponde (ieri a Firenze) con una frase francamente strabiliante: "Questa riforma del lavoro è una scommessa, non ho elementi per dire se funzionerà". L’indifferente leggerezza di chi parla delle vite degli altri - delle nostre, tra l’altro - come se parlasse della salute delle sue begonie e del circolo del bridge. Anche qui, come nella deliziosa performance della signora Rota Vender, sentirete chiaro e forte il profumo delle brioches di Maria Antonietta.

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venerdì 25 gennaio 2013

LA VERA EVASIONE FISCALE E' ... MULTINAZIONALE



di Federico Cenci

Non tutti in Italia sanno dell’esistenza di un numero telefonico anti-evasione, il 117. Eppure, recenti inchieste giornalistiche hanno rivelato che molti nostri connazionali lo conoscono e come, giacché lo compongono spesso. Contestualmente all’attuazione di una massiccia campagna governativa di lotta all’evasione fiscale, infatti, le chiamate effettuate a questo centralino gestito dalla Guardia di Finanza sono lievitate in modo esponenziale. Nel 2012 l’incremento, con quasi 24mila chiamate, è stato del 228%.

La nuova psicosi degli italiani: la lotta all’evasione

Ma che tipo di denunce passano attraverso questa sorta di “spy-line” tutta italiana? Per esempio questa: il vicino di casa che, pur con un lavoro a basso reddito, si crogiola in qualche lusso. Oppure quest’altra: il barista che non rilascia lo scontrino per l’acquisto di cornetto e latte macchiato. I media che riportano la notizia non hanno dubbi: l’aumento di segnalazioni al 117 racconta di un senso civico finalmente manifestatosi in seno allo storicamente negligente popolo italiano. Ecco la dimostrazione di quanto efficace sia stato instillare – attraverso sinistri spot televisivi e terroristiche dichiarazioni dei tecnocrati – il seme dell’odio anti-evasori.

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mercoledì 23 gennaio 2013

MONTI E LA SUA INARRIVABILE CAPACITA' DI AVERE "LA FACCIA COME IL CULO"




Io pensavo che il sommo Maestro della faccia come il culo fosse Berlusconi, capace di giurare (il falso...) sulla testa dei suo figli, di dire che Ruby è la nipote di Mubarak, di affermare un giorno bianco ed il giorno dopo nero...etc etc.

Il tutto con una scioltezza ed una convinzione disarmanti, che solo un sommo maestro di faccia come il culo può gestire....

E dietro di lui venivano i vari Bersani, Fini, Casini etc che però potevano solo "succhiargli la ruota"....
Ebbene...
Monti è riuscito persino a battere Berlusconi come livello di faccia come il CULO
e non era impresa facile....

anche se Porta a Porta di Vespa è un luogo di potente ispirazione mistica per chi vuole cacciar balle e fare l'ipocrita senza limiti...;-)
Ecco come il nostro Prof.,
considerato in tutto il mondo e da buona parte degli italioti come un soggetto serio ed affidabile,
è riuscito a battere il livello di faccia da CULO del sommo Maestro Berlusconi.......

FONTE

lunedì 21 gennaio 2013

LA LOCANDA DEI GIRASOLI CHEDE AIUTO



LA LOCANDA DEI GIRASOLI RISCHIA LA CHIUSURA CONDIVIDETE...GRAZIE.
A Roma c’è un ristorante la Locanda dei Girasoli. E’ nato dalla volontà di alcuni genitori di ragazzi con la sindrome di Down per dare una prospettiva lavorativa ai loro figli Claudio,Valerio, Emanuela e Viviana che già oggi ci lavorano come camerieri. Purtroppo non è in una via molto frequentata di Roma (in zona Quadraro) ed è molto difficile farlo conoscere. Però se non riusciamo a farlo in fretta, le prospettive non sono molto allegre. La pizza è buona, il locale è carino ed economico e vale la pena di dar loro una mano, non vi pare? Un primo aiuto può essere far girare questo messaggio al maggior numero di amici possibile; se poi conoscete persone o uffici nella zona Appio-Tuscolano è ancora meglio o se avete un amico giornalista che può pubblicizzare la loro esperienza, ancora meglio.

Via dei Sulpici 117/h - 00174 Roma
Tel - Fax 06.76.10.194


info@lalocandadeigirasoli.it

domenica 20 gennaio 2013

PREVISIONI PER IL 2013

Da “The Oil Crash”. Traduzione di Massimiliano Rupalti




Guest post di Antonio Turiel

Cari lettori,

ancora una volta mi trovo nella situazione di avventurarmi nella previsione di quanto succederà il prossimo anno, in funzione delle tendenze attuali, degli eventi che si intuiscono e del corso generale di questa crisi che già sappiamo non finirà mai. Non sono troppo amico delle previsioni a breve termine, visto che gli inevitabili errori di valutazione possono portare qualcuno a giudicare tutto ciò che si dice dall'imprecisione della previsione, mentre in realtà il corso generale previsto continua in modo, disgraziatamente, fino ad ora immutabile. Tuttavia, più di una volta i lettori chiedono che dia loro degli orientamenti sul futuro, pertanto quest'anno tornerò di nuovo a cercare di intravedere questo futuro prossimo. Ma se ipotizzare il futuro non è mai un facile esercizio, l'anno 2013 che ci aspetta fra pochi giorni sembra più minaccioso e anche più complesso da indovinare di quelli precedenti. Mi aspetto, pertanto, di sbagliare di più di quanto abbia fatto negli anni precedenti e per questo prego i lettori che in particolare stavolta si attengano allo spirito generale delle linee che le previsioni intendono tracciare, prima che al loro contenuto esatto. Ripassiamo, intanto, in cosa consistevano quelle dall'anno scorso.
 

venerdì 18 gennaio 2013

MARIA ROSA FERRITTO SI DIMETTE DAL MOVIMENTO 5 STELLE

Maria Rosa Ferritto
Maria Rosa Ferritto

Non esiste libertà di parola, opinione o la possibilità di dissentire dalle decisioni del capo unico” queste le motivazioni dell’ex consigliere del Comune di San Benedetto.

 Aveva lasciato il suo posto in Comune a Riego Gambini solo qualche mese fa, ad agosto (guarda l’intervista). Per “Motivi di lavoro”, aveva detto. Ora Maria Grazia Ferritto annuncia le dimissioni dal Movimento 5 Stelle e lo fa con una lettera pubblicata sulla sua pagina di Facebook.

Riportiamo integralmente:

“Il motivo è molto semplice e anche intuibile. Semplicemente non mi riconosco più nel 5 stelle perché trovo che siano stati violati tutti i principi della democrazia, della trasparenza e della partecipazione. Gli attivisti non hanno mai potuto dire la loro sulla politica nazionale del Movimento, né far parte attiva del programma o scegliere con quali criteri selezionare i candidati al Parlamento.
Non esiste libertà di parola, di opinione o la possibilità di dissentire dalle decisioni e dalle esternazioni del capo unico anzi dei 2 capi unici del Movimento. Non possiamo farci portatori della democrazia dal basso se questa non esiste neanche all’interno del Movimento.
L’ultima vicenda che riguarda le dichiarazioni di Grillo riguardo Casa Pound è stata per me la goccia. Invece di prendere una netta distanza da certe nefaste ideologie, addirittura ha prospettato loro un’apertura. Sono sdegnata e mi vergogno di queste sue dichiarazioni. Non è la mia voce e non è il mio pensiero. Ma non c’è modo di poter far sentire la mia voce, l’unico preposto a farlo è sempre e solo Grillo che ormai da tempo non lo ritengo più essere il mio portavoce.
Questo è il mio personale pensiero frutto di mesi e mesi di crisi e di tentativi per cercare di cambiare ciò che non mi piaceva all’interno del Movimento. In questo lasso di tempo ho visto fare di tutto da Grillo: consiglieri e attivisti cacciati a suon di diffida dei suoi avvocati spesso senza una giusta causa, diktat (divieto di andare in tv) e prese di posizione imposti (ius soli) senza possibilità di discussione dal basso, divieto assoluto per gli attivisti di organizzare incontri nazionali senza il suo consenso.
Altra cosa invece sono i ragazzi e le ragazze del Movimento che portano avanti il lavoro sul loro territorio, che ho avuto modo di conoscere in questi anni e sulla cui onestà e impegno non ho dubbi. Loro sì, hanno tutta la mia stima.
Credo però sia troppo importante essere sempre critici anche al nostro interno ed essere sempre onesti con se stessi e con gli altri, denunciando ciò che non va anche riguardo a ciò che ci è di più caro, come lo era per me il Movimento. Non è infatti senza dolore che pratico questo taglio, ma devo seguire i miei principi di onestà e coerenza. Forse non sono adatta a fare politica perchè non accetto compromessi e mezze misure.
Mi auguro che nessuno me ne voglia ma preferisco uscire e andarmene per la mia strada”.

FONTE

DI COME SI VUOLE L'EUROPA NON PARLA NESSUNO

Quello che manca (quasi) del tutto nella campagna elettorale nostrana è l'Europa.
Tutti parlano di politica come se vivessimo ancora in uno Stato pienamente sovrano e l'Unione Europea fosse solo una realtà puramente monetaria ed economica.

Non ho ancora sentito nessuno che abbia chiaramente preso atto del fatto che l'UE ha da tempo scippato - anche se il termine è sbagliato, dato che gli stati membri hanno volontariamente aderito - la sovranità nazionale. Chiunque parli di Europa ne parla come di qualcosa di irreversibile e, di conseguenza, assolutamente immodificabile.

Dato che l'Europa è il faro che tutto illumina, è altrettanto evidente come ogni argomento slegato da essa perda qualsiasi importanza assoluta, mantenendone altresì una molto relativa.
La questione principale, dunque, deve necessariamente partire dalla constatazione che - volenti o nolenti - l'Italia è membro dell'Unione; che - volenti o nolenti - l'Italia si è legata mani e piedi a questa entità sovranazionale cedendole in buona parte la propria sovranità nazionale.

E' da qui che si deve partire e la politica deve dibattere su cosa si vuole e si deve fare. Visto che questo processo federativo è a buon punto, l'unico tema sensato verte su come si vuole procedere. Si vuole continuare in questo modo, con un parlamento europeo formato da eletti che non hanno potere legislativo, ma solo la possibilità di approvare o meno le leggi create da una Commissione non eletta ma nominata? Si vuole creare una Unione davvero democratica (o più democratica) aumentando i poteri del parlamento e diminuendo di conseguenza quelli della Commissione?

Nel primo caso va benissimo la proposta politica del PD, che in sostanza propone un sistema antidemocratico un po' meno rigido. Nel secondo, occorrerà muoversi diplomaticamente e politicamente per una revisione dei trattati europei, in modo da cambiare l'impianto istituzionale comunitario ed arrivare alla nascita di una vera federazione politica, con leggi comuni e democraticamente accettate e con un'unica Costituzione Europea, diversa da quella del passato, bocciata da tutti i cittadini europei che hanno potuto votarla - ad eccezione nostra - e che l'hanno respinta perché troppo poco democratica.

Esistono anche altre possibilità, che da noi non vengono neppure prese in considerazione. L'esempio britannico, il cui governo ben si guarda dall'aderire proprio per l'insufficiente democrazia dell'UE. E la presa d'atto della follia di aver creato una moneta unica senza uno stato unico, cosa che storicamente non è mai esistita, al pari di una federazione nata dall'unione di popoli diversi tra loro, accomunati da un simile orientamento economico.

Dato che personalmente condivido quest'ultima visione, per quale motivo dovrei votare qualcuno che ha visioni e progetti inconciliabili con i miei?




mercoledì 16 gennaio 2013

POLIARCHIA



(non in tutti, però)

Poliarchia (dal greco poly molti e arkhe potere) è un termine introdotto per la prima volta da Robert Alan Dahl, oggi professore emerito della Yale University, per descrivere una forma di governo in cui il potere è in mano a quelli che James Madison definisce i benestanti, la classe "responsabile" di uomini.  Mentre il resto della popolazione è frammentata, distratta, autorizzata a partecipare alla vita pubblica dal potere. Hanno solo una piccola scelta sulla classe responsabile, sui benestanti.

Credo che questa definizione descriva meglio di altre il momento in cui stiamo vivendo. Non sono d'accordo con quanti sostengono che stiamo vivendo una fase storica simil-dittatoriale. Da noi si vota ancora e si vota spesso. D'altro canto, però, non penso che stiamo vivendo all'interno di un sistema democratico. La possibilità di rappresentanza - o per usare una brutta parola, di potere - è preclusa a una larga fetta di individui.

A questi ultimi, frammentati e distratti da problemi contingenti gravi e pressanti viene offerta una valvola di sfogo utilissima per non disvelare l'ipocrisia insita nel sistema: che nessun "responsabile" al potere oggi ha l'interesse a cedere quel potere che ha conquistato in maniera silenziosa, felpata, persino ammiccante.

Come scrivevo nel post precedente, l'incredibile rumore mediatico che si sta producendo e si produrrà nel prossimo mese di campagna elettorale risponderà perfettamente a questa funzione: illudere l'elettore che sia giunto un momento epocale, in cui col suo voto potrà fare la differenza e contribuire così al miglioramento della sua condizione sociale.

In realtà, senza un suo impegno diretto, fisico, alle dinamiche sociali, al progresso culturale, la sua funzione altro non sarà altro che quella di autorizzato a partecipare alla vita pubblica del potere per quell'infinitesimo istante in cui, con la matita in mano, delegherà ad un ottimato il compito di provvedere a lui: si potrebbe quasi dire che in quell'unico momento in cui il potere gli consentirà di esprimersi, egli, più che dare un voto, starà sostanzialmente esprimendo una supplica.

L'efficacia del passaggio da una democrazia ad una poliarchia, del resto, è insita proprio nell'accortezza di non cambiare la forma, limitandosi a mutare la sostanza. A nessuno è negata la possibilità di votare o di esprimere la propria opinione e la propria rabbia. Ma deve farlo nei recinti appositamente creati, come Internet o la cabina elettorale. Fuori da questi, sono letteralmente botte. Ed è utilissimo che lo faccia all'interno di quei recinti: lì deve essere libero di sfogarsi, indignarsi, usare le proprie energie, rimanendo al contempo perfettamente controllabile.

Il giorno che vedrò un tranviere sindaco di una città, o un disoccupato ministro della repubblica, anziché l'attuale schiera di politici di professione, avvocati, giudici in aspettativa, comici e finti imprenditori, tornerò a credere di vivere in una democrazia.

ELEZIONI: TANTO RUMORE PER IL NULLA...



Dato che vado per i 40, faccio parte a pieno titolo di quella che l'ambizioso presidente Monti chiama "la generazione perduta", quella fetta di popolazione che volente o nolente è stata di fatto "esodata" a causa di politiche sociali ed economiche drammaticamente - per non dire colpevolmente - sbagliate: precarizzata selvaggiamente in cambio di niente e senza alcuna speranza di ottenere un domani una pensione che permetta non dico una vecchiaia dignitosa, ma neppure una minima sussistenza. Per non lasciare alcun barlume di speranza, si è fatto in modo di annullare anche il miraggio pensionistico, aumentando la distanza dal traguardo, con gli handicap delle varie riforme del welfare (per inciso, anche l'introduzione della schiavitù è una riforma), una più ignobile dell'altra.

Che un presidente del consiglio possa certificare un così grande fallimento politico e sociale senza che nessuno di coloro che chiama in causa senta il bisogno di replicare o quanto meno di giustificarsi/scusarsi è per me già un buon motivo per non votare nessuno dei cosiddetti vecchi politici.

E dato che neanche il "nuovo" che avanza dice chiaramente qualcosa in proposito, neanche le "novità" saranno prese da me in considerazione.

Questo per quanto riguarda il particolare.

In un contesto più generale, però, penso che ugualmente non valga la pena perdere tempo a votare qualcuno. L'unica cosa che farò sarà stare a guardare, allibendo, questa campagna elettorale che impegnerà un sacco di energie per ottenere...: massimo sforzo per il minimo risultato.

Naturalmente i grandi media, per i loro interessi di bottega, devono per forza presentare l'evento come epocale. E dato che niente come il futile genera dibattito, qualsiasi starnuto - tipo la buffonata del voto utile, solo per fare un esempio possibile tra i tanti - viene e verrà amplificato a dismisura.

Quindi, grande eco per Monti che sostiene che gli schieramenti devono tagliare le ali più estreme, o che la sua agenda è l'unica possibile: una bibbia in tutto e per tutto. Appelli al voto utile - per chi? - perché il paese ha bisogno di stabilità.
(Giusto tra parentesi, tesi confutata dalla semplice constatazione che quando si votava col sistema proporzionale i governi duravano infinitamente meno di oggi, ma le legislature duravano tutte cinque anni. E che colui che osò proporre un premio di maggioranza che assegnava il 55% dei seggi al partito che avesse raggiunto il 50,1% dei voti, quel De Gasperi che oggi tutti citano ad esempio, fu sostanzialmente fatto fuori dal parlamento proprio a causa di quella "legge truffa". Altri tempi).
Pantomime su Berlusconi che si ritira, no si candida, fa il premier, il capo della coalizione. Ma chi, sano di mente, poteva pensare che si sarebbe ritirato con i casini giudiziari e aziendali che ha? E dato che la Lega se l'è comprata, come poteva succedere che Maroni potesse davvero staccarsi da lui?
Titoloni per Rivoluzione Civile di Ingroia, che si dimette da giudice per andare in Guatemala, se ne va subito anche da lì per candidarsi e speriamo che lo eleggano, così almeno si ferma un po'.
(A proposito, qual è una rivoluzione "incivile"? Di solito sono cruente o, assai più raramente, incruente).
O, infine, Grillo che candida dei giovani che o la pensano come lui o se ne vanno fuori dalle balle; che fa delle "parlamentarie" - in cui si è parlato pochissimo - con i candidati che postavano in rete i loro spot elettorali che sembrano i casting del Grande Fratello (guardare QUI per credere); che permette di votare a poche decine di migliaia di persone e poi chiama buffonarie le primarie del PD (partito che si definisce di massa e poi rappresenta la media e alta borghesia) a cui si presentano a votare in milioni; che abusa delle allegorie storiche: la "Waterloo di Monti" - ma dopo Waterloo c'è stata la Restaurazione -, o "Parma sarà la nostra Stalingrado" - ma Stalingrado era assediata dai nazisti -; che "l'antifascismo non è un mio problema", anche se "non sono mai stato fascista".

Insomma, questo è ciò che passerà il convento nel prossimo mese. Invece, silenzio totale su quello che, forse, dovrebbe essere l'unico argomento davvero importante: l'Europa e ciò che la riguarda (crisi compresa).

domenica 13 gennaio 2013

SARANNO BALLE, CERTO. LORO PERO' CI HANNO CREDUTO



Mentre Grillo inaugura "Le balle quotidiane", sul sito di CasaPound appare questo articolo:

Elezioni: Grillo, in Parlamento meglio CasaPound che Monti

Roma, 10 gennaio - ''In Parlamento meglio CasaPound che Monti''. Così Beppe Grillo ha risposto ad alcuni militanti di Cpi che lo hanno avvicinato mentre erano in fila davanti al Viminale per depositare il simbolo del movimento in previsione dell'apertura degli uffici elettorali prevista per domani alle 8.
''Non abbiamo certo bisogno del consenso di Grillo per candidarci alle elezioni - sottolinea in una nota Simone Di Stefano, vicepresidente di CasaPound Italia e candidato governatore di Cpi alla Regione Lazio - Eppure fa piacere sentirgli dire che non si definisce antifascista. E soprattutto fa riflettere, e dovrebbe far riflettere innanzitutto gli elettori, che il Movimento 5 Stelle, come tutte le forze che, pur partendo dai presupposti più diversi, vogliono liberare l'Italia dalla morsa asfittica che la sta soffocando, indichino in Monti e nei suoi vecchi e nuovi complici la vera forza da combattere. Insomma, a indicare CasaPound Italia come il nemico da abbattere sono rimasti solo i vetero-comunisti del Pd, quelli che non hanno ancora vinto le politiche e già chiedono al 'professore' di appoggiare il loro governo''.

WIKIPEDIA, L'UOMO QUALUNQUE, M5S, COMICI E COMMEDIOGRAFI: QUANDO LA STORIA ISPIRA

Il periodico - Il blog
"Questo è il giornale dell'uomo qualunque, stufo di tutti, il cui solo, ardente desiderio, è che nessuno gli rompa le scatole" (Guglielmo Giannini)

"Vaffanculo!" (Beppe Grillo)

Il 27 dicembre 1944 viene fondato e diretto da Guglielmo Giannini un nuovo settimanale, battezzato L'Uomo qualunque. Costa 5 lire a Roma e 6 lire fuori città. È un settimanale, ma ha il formato di un quotidiano. È stampato su carta giallo-grigia, di qualità scadente.

Inserito nella U maiuscola si vede un torchio che schiaccia una striminzita immagine di uomo: è il simbolo della classe politica che opprime il piccolo borghese, il travet, insomma l'uomo qualunque. Sotto la testata c'è una rozza vignetta dove un poveraccio scrive su un muro: Abbasso tutti. Ai piedi di pagina vi è un'autobiografia del direttore, ossia Giannini, intitolata Io.

... Abbasso tutti... una frase, un modo di dire che ai giorni nostri suona simile a sono tutti uguali, rubano tutti... Anche sono tutti morti, slogan di un movimento capeggiato da un comico e da un esperto di strategie della comunicazione...

Il successo di questa pubblicazione si riscontra nelle tirature: dalle 25.000 del primo numero, si arriverà alle 850.000 del maggio del 1945. Una delle rubriche più seguite, intitolata Le vespe, è nutrita di pettegolezzi sugli uomini politici e sugli intellettuali.

... Certi blog oggi riscuotono successi altrettanto travolgenti...

I nomi degli avversari vengono storpiati. Calamandrei è chiamato Caccamandrei, Salvatorelli diventa Servitorelli, Vinciguerra è Perdiguerra. I personaggi presi più di mira compaiono in una vignetta che ha per titolo PDF (ossia "pezzo di fesso").

... Rigor Montis, Frignero, Pdmenoelle... Ormai sta diventando una moda... Anche alcuni giornalisti che passano per estremisti (Angelino Jolie, Frattini Dry)

È una forma di umorismo, o meglio di satira, piuttosto pesante, che arriva a trasformare l'espressione "vento del nord" (ossia la spinta a un rinnovamento morale, prima che politico, venuta dalla vittoria della Resistenza) in "rutto del nord". Ma è un umorismo che fa presa sugli scontenti (che sono milioni nel clima così difficile del dopoguerra), sugli epurati e su chi teme d'essere epurato.

Giannini non è filofascista e neppure si avvede che intorno a lui si aggregano perfino quei più accesi fascisti che hanno dato vita a gruppi clandestini (il FAR, Fasci d'Azione Rivoluzionaria, l'AILA, Armata Italiana di Liberazione Anticomunista, le SAM, Squadre Armate Mussoliniane, e così via). Il partito verso il quale vorrebbe far confluire i consensi che il suo settimanale riceve è semmai quello liberale. Ma i più autorevoli personaggi liberali (primo fra tutti Benedetto Croce) rifiutano il suo apporto.

... Anche oggi la satira è pesante. E non si può dire che non stia facendo presa sugli scontenti, anche oggi milioni: basta girare per le strade e vedere la quantità di gente incazzata. Neanche Grillo è fascista, ma è altrettanto vero che buona parte dei voti gli arrivano da destra. Il video con l'esponente di CasaPound in cui dice che l'antifascismo non è un suo problema è emblematico. Non cerca di confluire da nessuna parte, anche se in passato c'ha provato più volte: in effetti un rappresentante del movimento, tal Davide Bono, ritiene "auspicabile anche se non realizzabile" (e ci mancherebbe, dico io) il raggiungimento della "totalità dei voti" (totalitarismo?)...

Lo scopo dell'ideatore era quello di dare voce alle opinioni dell'uomo della strada, contrario al regime dei partiti e ad ogni forma di statalizzazione. Fin dal primo numero la posizione del settimanale è chiara; contraria al fascismo, di cui condanna il centralismo decisionale, ma anche al comunismo e agli antifascisti di professione, accostati al primo fascismo per l'accento epurazionista dei primi anni del dopoguerra. Paradossalmente, quindi, il giornale viene accusato di essere cripto-fascista, e per questo motivo verrà chiesta a più voci la soppressione della testata. Il 5 febbraio 1945 Giannini viene denunciato dall'alto commissario dell'epurazione, Grieco, senza esito alcuno.

... Leva il giornale e mettici il blog... Io di solito leggo con attenzione i commenti: slogan, toni forti, insulti, poca cultura, pochi contenuti: se questo è l'uomo della strada odierno c'è poco da sperare...

Gli sviluppi

Giannini, di matrice liberale e liberista, affermava: "Non esiste e non può esistere una politica di massa", come ebbe a scrivere nel 1945. L'accelerazione alla nascita di un partito di massa viene però a crearsi con il governo di Ferruccio Parri (da Giannini ribattezzato "Fessuccio"), insediatosi il 21 giugno del 1945.
Il neo presidente del consiglio viene accusato dal settimanale di Giannini di essere inadeguato per la carica ricoperta. Il successo di questa iniziativa è tale che, spontaneamente, numerosi simpatizzanti si uniscono in gruppi definiti amici dell'Uomo qualunque, che assumono il nome di nuclei qualunquisti.

... Uno vale uno è la regola del movimento 5 stelle. E il successo del blog è stato tale che sono fioriti spontaneamente i MeetUp e i gruppi degli Amici di Beppe Grillo: bisogna specificare che hanno assunto il nome di Grillini?...

Nascita del partito - movimento

Alla formazione dei nuclei qualunquisti, seguono la nascita di sedi sparse nella penisola, tesseramenti e fondazioni di segreterie. In un primo momento Giannini cerca di far confluire questa adesione popolare nel Partito Liberale Italiano ma l'opposizione di Benedetto Croce fa naufragare questo progetto.

... In effetti Grillo all'inizio propone di redigere un programma da presentare alle forze politiche in cambio dell'appoggio dei grillini alla coalizione che lo avesse sottoscritto. Era andato persino da Prodi a palazzo Chigi. E in effetti il PD(menoelle, per rimanere in tema) si dichiara forza liberale...

A seguito di questo rifiuto, Giannini decide di fondare il suo partito. Il primo congresso del neonato Fronte dell'Uomo qualunque si tiene a Roma nell'aula magna della città universitaria, tra il 16 e il 19 febbraio 1946.
Nel giorno di apertura del congresso il Partito Comunista Italiano critica fortemente la costituzione del nuovo partito, bollandolo come un tentativo di ricostituzione del disciolto P.N.F.

" l’Uomo qualunque è un movimento che costituisce al tempo stesso una sopravvivenza e un’anticipazione del fascismo ... i suoi dirigenti ... sono tristi speculatori delle sventure d’Italia, torbidi giocolieri che tentano di riesumare il fascismo vestendolo da pagliaccio"
(Velio Spano, L'Unità, 16 febbraio 1946)

 Il programma

Il Fronte dell'Uomo qualunque concepisce uno Stato non di natura politica, ma semplicemente amministrativa, senza alcuna base ideologica. Uno stato tecnico che funga da organizzatore di una folla e non di una nazione. Secondo Giannini per governare: "basta un buon ragioniere che entri in carica il primo gennaio e se ne vada il 31 dicembre. E non sia rieleggibile per nessuna ragione".

... Qualche analogia è ravvisabile anche qui...

Da questa visione deriva che lo Stato deve essere il meno presente possibile nella società. L'economia deve essere lasciata totalmente ai privati in un sistema totalmente liberista. Se ciò non fosse lo Stato diverrebbe etico e secondo Giannini da questa eticità deriverebbe l'oppressione del libero pensiero del singolo, fino ad arrivare ad una visione imperialista dell'organizzazione centrale.
I punti cardine sono quindi:

  • Lotta al comunismo
  • Lotta al capitalismo della grande industria
  • Propugnazione del liberismo economico individuale
  • Limitazione del prelievo fiscale
  • Negazione della presenza dello Stato nella vita sociale del paese
... E, se tanto mi dà tanto, un po' mi preoccupo... Anche se il programma del M5S è tutt'ora molto nebuloso, soprattutto circa alcuni argomenti fondamentali... Circa il futuro, la storia dell'Uomo Qualunque fornisce qualche spunto a cui ispirarsi...