venerdì 30 settembre 2011

APPELLO

Ricevo e pubblico:


Incredibile, lo stanno facendo di nuovo: i nostri governi stanno riempiendo con i soldi nostri le tasche delle banche!
Dobbiamo dare il via libera al fondo salva-stati il prima possibile per salvare la Grecia, l'Europa e l'euro. Tuttavia l'attuale fondo salva-stati fa sì che siamo noi contribuenti a rimborsare le banche del 90% dei loro investimenti forsennati. I greci non vedranno nemmeno un euro di tutti i soldi che stiamo per destinare ai ricchi banchieri. Peggio ancora: il 30% dei nostri soldi andrà agli speculatori, che faranno profitti enormi dalla speculazione sul fondo salva-stati!
Come può essere che i nostri governi abbiano siglato il fondo salva-stati, che ricopre d'oro banche e speculatori e lascia la Grecia in mutande? La risposta è semplice: i governi hanno chiesto anche ai banchieri di firmare il patto. I nostri ministri delle finanze s'incontreranno fra 3 giorni e decideranno del piano: lanciamo un appello enorme a loro e ai nostri parlamenti per tornare al tavolo delle trattative per salvare la Grecia e non le banche:
http://www.avaaz.org/it/eu_people_vs_banks/?vl
In un momento in cui ovunque c'è una grossa stretta sul credito e fette importanti della nostra spesa sociale vengono tagliate con l'accetta, i governi cedono davanti all'altare della lobby dei banchieri. Si giustificano dicendo che sono preoccupati che alcune banche non saranno in grado di assorbire la perdita degli investimenti in Grecia, e che senza gli aiuti fallirebbero. Ma se siamo noi ad avere bisogno di aiuto, e di conseguenza ci rivolgiamo alle banche, non riceviamo soldi gratuitamente, bensì prestiti. Ora le banche sono in difficoltà e si sono rivolte a noi: perché dovremmo trattarle diversamente da come fanno loro? Anziché dare via i nostri soldi gratuitamente, facciamo prestiti o investimenti nelle banche, e chiediamo che ci vengano restituiti a un buon tasso d'interesse!
Questo è quello che hanno fatto Gordon Brown nel Regno Unito e Barack Obama negli Stati Uniti: quando le banche stavano per fallire, non le hanno salvate con finanziamenti a tasso zero, ma con prestiti e investimenti. E nel giro di un anno i contribuenti ci hanno persino guadagnato!
Questo accordo è corruzione pura e semplice. Non c'è ragione alcuna legata all'interesse pubblico per fare questo regalo a banche e speculatori, mentre ci sono miliardi di buoni motivi per provare a proteggere i conti pubblici. Invece di dare via quei soldi, possiamo investirli in Grecia e nella capacità delle nostre società di uscire dalla crisi finanziaria e cominciare nuovamente a crescere. E' arrivato il momento per i nostri politici di non nascondersi più dietro argomentazioni complicate scritte dai banchieri: questo gioco è finito. Urliamo il nostro no a questo scandaloso fondo salva-stati e chiediamo un nuovo patto:
http://www.avaaz.org/it/eu_people_vs_banks/?vl
Troppo spesso ormai il futuro dell'economia e dei nostri bambini viene deciso nelle segrete stanze da interessi corrotti che vogliono solo fare profitto. I cittadini sono totalmente tagliati fuori: è ora di dire basta. I banchieri e i politici ritengono che tutto questo sia troppo complicato perché le persone possano capire o interessarsene. Dimostriamo loro quanto si sbagliano.
Con speranza,
Alex, Iain, Antonia, Emma, Alice, Maria Paz, Pascal e il resto del team di Avaaz

Più informazioni:
Corriere della Sera - Gli hedge fund faranno profitti sul recupero dei bond greci
http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Economia/Crisi-hedge-fund-scommettono-recupero-bond-greci/29-09-2011/1-A_000253602.shtml

Il Fatto quotidiano - Crisi greca, alunni a scuola senza libri. E un dipendente pubblico su 5 resterà a casa
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/14/crisi-grecia-alunni-a-scuola-senza-libri-e-un-dipendente-pubblico-su-5-restera-a-casa/157383/

Corriere tv - Austerità e crescita: un binomio difficile
http://video.corriere.it/austerita-crescita-binomio-difficile/748508fa-e4fa-11e0-ac8f-9ecb3bbcc6bf

La Repubblica - G20: maxi piano da tremila miliardi
 per la ricapitalizzazione delle banche
http://www.repubblica.it/economia/finanza/2011/09/25/news/g20_maxi_piano_da_3mila_miliardi_per_il_ricapitalizzare_le_banche-22212245/

giovedì 29 settembre 2011

PAOLO BARNARD : "IL PIU' GRANDE CRIMINE". AGGIORNAMENTO 5 : "... E IN QUANTO A VOI, SENTITE BENE QUEL CH'IO VI PROMETTO. VERRA' UN GIORNO..."

Come si arriverà al giorno in cui un commando di tre persone attende Mario Draghi all'uscita della sede del Financial Times a Londra e lo ammazza con due colpi alla testa?

Come si arriverà al giorno in cui una donna portoghese tornerà da un viaggio in Marocco e si farà saltare in aria nella hall della Banca Centrale Europea al passaggio di Angela Merkel e di Wolfgang Shauble?

Come si arriverà al giorno in cui Sergio Marchionne sarà accoltellato da un impiegato Fiat in un ristorante di Roma?

Come si arriverà al giorno in cui uno scrittore poserà le dita sulla tastiera e scriverà ciò che ancora oggi non si deve scrivere , e cioè che l'unico atto rimastoci per non morire da vermi, l'unico che ci è stato lasciato dal Potere, è di dare la nostra vita mentre spegniamo quella dei criminali di massa come Draghi, Merkel, Shauble, Marchionne, Cameron, Blankfein, Juncker, Amato, Alesina, Trichet, Attali, Barroso e i loro soci?

Perché siamo vicini, molto vicini badate bene, al destino dei ribelli islamici che oggi conosciamo come irragionevoli folli sanguinari, e che invece sono come noi, cioè voci cui non fu lasciata altra voce se non quella di immolarsi in atti di cieca disperazione. Questo fa il Potere, che si chiami impero americano e sionista, o che si chiami Fondo Monetario Internazionale, Commissione Europea, e mercati di capitali coi loro sacerdoti di cui sopra: esso ti schiaccia, ti dissangua, ti tortura, t'inganna, ti umilia, e ti prende per i fondelli con la menzogna dei mezzi di lotta democratici fino al punto in cui l'individuo si trova talmente senza voce, talmente disperato, talmente soffocato dai muri di gomma da prendere un'arma, un coltello, una cintura di esplosivi e reagire nell'unico modo che lo stesso Potere gli ha lasciato. E quando questo accadrà, il Potere invertirà il ruolo di vittima e carnefice ed ecco che Hamas non è più l'erede brutale di 80 anni di sevizie assai più brutali ad un intero popolo; Hamas è il terrorista. E i tre uomini che sparano a Draghi non sono più il parto orrendo di un orrore ancora più grande, cioè milioni di persone spolpate vive per il profitto di un centinaio di miliardari; essi sono i terroristi.

La domanda rimane. Come si arriverà a quei giorni? Leggete sotto come ci si arriverà.

 Scrive il Prof. Robert E. Prasch, economista del Middlebury College, Usa: " L'Irlanda poteva semplicemente dichiarare il fallimento, rinegoziare il suo debito e far capire ai suoi creditori che l'artenativa era prendere o lasciare un'offerta unilaterale del governo di Dublino. Ma il Fondo Monetario Internazionale ( Fmi ) e la UE hanno intuito questa via d'uscita e hanno inserito nei termini per il ''salvataggio'' dell'Irlanda la pretesa che il suo governo si giocasse come garanzia per gli investitori i soldi del Fondo di Riserva delle Pensioni Nazionali Irlandesi... detto in parole povere, la sopravvivenza dei pensionati d'Irlanda sarà ostaggio di questo accordo". E poi: "Non deve sorprendere di venire a sapere che fra le condizioni del medesimo accordo di ''salvataggio'' ci siano dettagli inspiegabili come l'obbligo per le famiglie di dotare ogni casa di un contatore dell'acqua a unità separate, precondizione essenziale per la privatizzazione del servizio. O la riduzione dei già minimi stipendi minimi. Cos'hanno a che fare i contatori dell'acqua e gli stipendi minimi con le frodi bancarie, le deregulations, e la condotta folle del governo che hanno creato e nutrito questa crisi? Li hanno incastrati: il Fmi, la UE e il governo di Dublino sono d'accordo che la via migliore è di smollare e i costi associati col salvataggio delle banche a coloro che non c'entrano nulla con quella frode e che ne hanno beneficiato zero." E ancora: "Gli appiopperanno più tasse e più alte, abbasseranno gli stipendi dei dipendenti pubblici, alzeranno le rette per gli studenti, crollerà l'assistenza ai poveri e ai disoccupati, saranno tagliati i benefici alle famiglie con bimbi piccoli, mentre saranno salvati i gruppi di ricchi, le corporations, quasi tutti i dirigenti di banca e gli speculatori stranieri". Infine: "Senza dubbio i banchieri e i burocrati del Fondo Monetario Internazionale e della UE hanno colto nella crisi irlandese un'opportunità eccezionale... di imporre agli irlandesi una politica economica decisa da un potere non eletto e fuori controllo, esattamente come sotto l'egemonia britannica dell'800... Il capitalismo della catastrofe è approdato in Irlanda". 

Per favore, rileggete, pensando che stiamo parlando di esseri umani come me e come te, che hanno una sola vita, e in questa sola vita si giocano tutta la già minima quota di speranza, di amore, di autostima, di bene per i propri figli, un poco di gioia magari ogni tanto, prima che una malattia o la sofferenza gli spengano le luci. Non avranno una seconda chance, questa vita è tutto ciò che hanno, ma cento uomini nelle stanze del loro potere hanno deciso, per profitto, che milioni di loro, e i loro figli, devono schiattare da vivi, piangere, sentire il degrado, la melma della precarietà alla gola sempre... e poi morire. Ci può essere una cosa più infame?

Per favore, rileggete, sapendo che arriveranno anche qui, perché il piano del colpo di Stato finanziario europeo lo prevede in termini certi. Funziona così, badate alla perversa frode con cui ci ammazzano: l'agenzia di rating Moody's (dà le pagelle ai governi e chi sgarra sanguina) viene istruita di abbassare il voto dell'Italia; immediatamente i titoli di Stato emessi dal nostro Tesoro dovranno pagare un tasso d'interesse più alto perché chi li compra ha visto la bocciatura di Moody's e non si fida più di noi, quindi per comprarli pretende di guadagnarci di più; poiché non abbiamo più moneta sovrana, cioè usiamo l'euro, prendendolo in prestito dai mercati privati, pagare interessi più alti significa per noi doverci indebitare ancor di più; ma di nuovo i mercati si allarmano perché temono che facciamo bancarotta e questo significa per Roma "cadere vittima di una spirale di bocciature (da parte di Moody's) che portano ad ancora meno fiducia dei mercati, che porta ad ulteriori bocciature, che portano a tassi sui titoli di Stato ancora più alti e così via fino al collasso" (Financial Times). Non se ne esce, impossibile. Nel panico da crsh finanziario, il governo di Roma, come quello di Lisbona, Madrid, Atene ecc., deve accettare l'arrivo dei tecnici del Fmi, e... la ricetta è quella di Dublino: sangue dai cittadini, pacchia per i manager e privatizzazioni selvagge del nostro bene pubblico nelle tasche degli speculatori. Uno dei loro sicari, Barclay's Capital, lo scrive nero su bianco: "[Lo Stato] evita di dover vendere questi titoli, solo se accelera le privatizzazioni".

Tutto questo orrore, che già ha soffocato un'enorme fetta di economia italiana - aziende, lavoro, posti pubblici, stipendi pubblici, servizi, istruzione, precari... - e che nei prossimi cinque anni ci farà conoscere il più devastante attacco ai salari della Storia moderna, proviene, lo ricordo, da una pianificazione di 70 anni da parte delle elite finanziarie che è culminata con l'introduzione dell'euro come arma finale per lo sventramento di ogni residua sovranità dell Stato nel creare ricchezza per i propri cittadini. La realtà è che ogni singola parola spesa dai criminali che ho citato all'inizio e dai loro soci mira precisamente all'opposto di ciò che dichiarano, cioè mira a stringere ancora di più la spirale di collasso finanziario degli Stati descritta dal Financial Times poco sopra. Ma intanto i media ci dicono che Wikileaks è la notizia! Che Berlusconi è la crisi, che Obama è la speranza!

Mario Draghi, in un inglese robotico, ha declamato in un'intervista video al massimo quotidiano finanziario della City di Londra che " ...si devono rendere le regole già esistenti ancora più stringenti, più severe. Sanzioni, costi politici e sanzioni finanziarie devono diventare misure praticamente automatiche, cos' da dare alle nazioni con politiche deboli, incapaci di fare la cosa giusta, la forza per correggersi". Draghi, criminale falsario, usa le parole vere: fare la cosa giusta come impegnare i soldi guadagnati in una vita di lavoro da milioni di pensionati per garantire i profitti degli speculatori che hanno 'cucinato' questa catastrofe economica mondiale con la complicità tua, di Moody's, di Giuliano Amato, della Goldmann Sachs di New York, cui tu rispondi quotidianamente e che ti ha creato, e dove un infame uomo che risponde al nome di Lloyd Craig Blankfein ha detto, mentre milioni di esseri umani perdevano la casa, la salute, il futuro dei figli nella loro unica vita, che "Goldmann Sachs fa il lavoro di Dio". Fare la cosa giusta come illudere decine di migliaia di operai che la Fiat li tutelerà, quando la Fiat del criminale Marchionne sa benissimo che si prospetta non solo il collasso dei salari di tutti gli operai europei, ma anche la dismissione totale del lavoro umano dalle catene di montaggio di tutti gli stabilimenti. Fare la cosa giusta come impedire allo Stato dei diritti nato dal pensiero illuminista di usare la moneta sovrana per fare ciò che lo Stato deve fare: spendere a deficit per creare ricchezza nei cittadini, mentre tu e i tuoi soci criminali avete sottratto all'Italia di noi umani 457 miliardi di euro di ricchezza in 2 anni, e lo hai pubblicato tu nei tuoi bollettini di Banca d'Italia il 16 Dicembre 2009. Fare la cosa giusta come sedere di fronte ad una telecamera con la tua voce robotica che copre le mattine, le sere e le notti di milioni di vite spezzate per il tuo e per il vostro profitto. Criminali.

Mi chiedevo all'inizio come si arriverà al giorno in cui... Una cosa la so per certa, Draghi;

"... e in quanto a voi, sentite bene quel ch'io vi prometto. Verrà un giorno... "

Per noi, la gente.

E' vero che siamo strozzati dai ritmi di vita; è vero che lottare contro il Potere è oggi come attraversare un labirinto di muri di gomma, chi lo ha fatto lo sa bene; è vero che i mezzi di lotta cosiddetti democratici sono in gran parte una frode; è vero che 'loro' sono spietati e che non ci risparmiano nulla; ed è vero che tutto ciò finisce per costringere le loro vittime all'angolo della violenza. Ma l'apatia di milioni di noi non si può giustificare. E la miopia della minoranza attiva ossessionata dal 'cortiletto del potere', ancora meno. Il Mahatma Gandhi, quello vero, predicò di affrontare il proprio nemico facendosi persino macellare col sorriso sulle labbra. Ma disse anche che se non si posseggono i mezzi per fare ciò, l'apatia non può mai essere giustificata, e allora che si imbraccino i fucili e si spari al nemico. Questo disse Gandhi.   

mercoledì 28 settembre 2011

FINALMENTE LA VERITA'




"I politici non governano il mondo, è Goldman-Sachs a governarlo": il broker indipendente Alessio Rastani ha lasciato senza parole gli intervistatori della BBC, aggiungendo in diretta che "in meno di un anno spariranno i risparmi di milioni di persone, senza che né mercati né governi possano farci nulla".
Di fronte alla giornalista allibita, infine, ha descritto la crisi come "un cancro. Non servirà a nulla aspettare per vedere se se ne andrà. Il cancro continuerà a crescere. E' appena all'inizio".

Finalmente qualcuno che dice le cose come stanno!

lunedì 26 settembre 2011

EARTH OVERSHOOT DAY. QUANDO ? DOMANI !





Il 27 settembre il pianeta entra in rosso. E' l'Earth Overshoot Day. Non siamo ancora al default ecologico, ma la minaccia di bancarotta è concreta e costerebbe più del tracollo della Grecia. Abbiamo consumato tutte le risorse rinnovabili che la Terra ha a disposizione e per andare avanti dobbiamo indebitarci, cioè utilizzare ricchezza che non ci appartiene.

Dobbiamo tagliare le foreste che servono a rallentare la corsa del caos climatico, rubare altri pesci a un mare che si impoverisce anno dopo anno, prelevare acqua dalle vene fossili che non si ricaricano, usare energia fossile turbando l'equilibrio dell'atmosfera, azzerare prati per darli in pasto al cemento.

Continuando così, con una popolazione che sta per sfondare il muro dei 7 miliardi e i consumi pro capite globali in continua crescita, entro la metà del secolo il nostro debito supererà il 100 per cento del Pil ambientale: per portare i conti in pareggio dovremmo avere a disposizione un secondo pianeta. Il calcolo viene dal Global Footprint Network, la rete che calcola la biocapacità globale e la confronta con l'impronta ecologica, cioè con la quantità di risorse e di servizi richiesta dalla specie umana.

"Oggi estraiamo e utilizziamo circa 60 miliardi di tonnellate di materie prime l'anno: è il 50% in più rispetto a 30 anni fa", osserva Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf. "E' come se mettessimo in circolazione ogni anno 40 miliardi di automobili che per essere parcheggiate richiederebbero  uno spazio delle dimensioni di Italia e Austria messe insieme. Ogni essere umano utilizza in media oltre 8 tonnellate di risorse naturali l'anno, 22 chili al giorno. Se si includono i materiali di estrazione inutilizzati, il conto sale a 40 chili pro capite al giorno".

Se due fattori pesano in negativo (aumento della popolazione e aumento dei consumi pro capite) ce n'è uno che gioca un ruolo positivo: il miglioramento della tecnologia che permette di fare di più con meno. Ma finora questa voce non è stata in grado di bilanciare la pressione congiunta della crescita demografica e dei consumi.

"Spingere sul miglioramento tecnologico è necessario e in particolare l'efficienza energetica e le fonti rinnovabili giocheranno un ruolo fondamentale", aggiunge Roberto Brambilla, della Rete Lilliput. "Ma non possiamo pensare di vincere questa partita senza intervenire anche sugli stili di vita. Prendere l'autobus al posto della macchina una o due volte in più a settimana, ridurre il consumo della carne, sostituire lo spostamento materiale con lo spostamento di informazioni sul web sono tutti modi per migliorare la nostra vita alleggerendone l'impatto ambientale".

"Se la limitazione delle risorse si rafforza ancora, sarà come  tentare di risalire su una scala mobile che scende", conclude Mathis Wackernagel, lo studioso che costituisce il punto di riferimento obbligato per gli studi sull'impronta ecologica.  "Dobbiamo approfittare di questa crisi profonda dell'economia per ricostruirla in modo più sano e duraturo. Un recupero di lungo termine avrà successo solo se avviene contemporaneamente a una sistematica riduzione della nostra dipendenza da risorse che sono limitate. Cambiare rotta è possibile, ma è un percorso che dobbiamo cominciare subito".

Fonte: "La Repubblica"

OBBLIGO DI RETTIFICA





Con il Ddl intercettazioni potrebbe entrare in vigore la norma "ammazza-blog". In pratica, letteralmente, ogni gestore di "sito informatico" ha l'obbligo di rettificare ogni contenuto pubblicato sulla base di una semplice richiesta di soggetti che si ritengano lesi dal contenuto in questione. Non c'è possibilità di replica, chi non rettifica paga fino a 12mila euro di multa.

E, badate bene, non importa che il contenuto della richiesta sia fondato:  è sufficiente la richiesta perché il blog, sito, giornale online o quale che sia il soggetto "pubblicante" sia obbligato a rettificare.

Il testo in approvazione infatti recita: "Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono".

Un rischio di censura illimitato ed incivile, dato che si potrebbe essere obbligati a rettificare cose vere, documentate, per la maggior gloria di qualche farabutto, che non gradisce che siano messe in piazza le proprie porcate.

Quindi per facilitare il compito ai "professionisti della rettifica", ecco un po' di affermazioni palesemente vere e inconfutabili, scelte a caso.
  1. Il ministro Brunetta è alto e intelligente, come dimostrano le sue foto e i continui attestati di stima tributatigli dai suoi colleghi di governo.
  2. Nicole Minetti è stata eletta consigliere regionale per la sua lunga e appassionante militanza politica.
  3. Roberto Formigoni non è il governatore della regione Lombardia e non è di Comunione e Liberazione.
  4. L'Euro è la nostra salvezza e in Italia non c'è la crisi.
  5. Il ministro Tremonti non pagava l'affitto in nero a Milanese, dato che è abituato a vivere a scrocco.
  6. Bossi non parla di secessione e non ha avuto un ictus: tiene semplicemente il lato sinistro del corpo a riposo. Un po' come i delfini, che non dormono mai completamente, ma "addormentano" alternativamente metà del corpo.
  7. Bossi jr., "il Trota", è un genio.
  8. La Grecia è economicamente florida e sta trainando la crescita dell'eurozona.
  9. In Giappone non c'è stato nessun disastro nucleare.
  10. Berlusconi è il miglior primo ministro degli ultimi 150 anni.
  11. La Gelmini è il miglior ministro dell'istruzione degli ultimi 150 anni.
  12. Le "olgettine" sono un ordine monastico: infatti, si vestivano da suore e da infermierine.
Adesso me ne sto qui e attendo le mail di rettifica.
Mica pago 12.000 euro per difendere la verità!

domenica 25 settembre 2011

PAOLO BARNARD : "IL PIU' GRANDE CRIMINE" . AGGIORNAMENTO 4: LA CANTONATA DI CANTONA

Il 7 Dicembre di un anno or sono, l'ex-calciatore francese Eric Cantona, credendosi il testimonial ideale per una campagna di protesta contro la crisi della finanza, invitava i suoi fans a ritirare i propri soldi dalle banche, per far collassare il sistema.
Questo aggiornamento a "Il più grande crimine" di Paolo Barnard spiega bene l'inutilità di una simile protesta e la "sindrome da gregge" che può colpire chi segua acriticamente lo star-system.


"Cantona ha preso una cantonata incredibile, ma fosse solo per questo chi se ne frega. Il fatto grave è che questa pietosa storia dimostra ancora una volta come ci ha ridotti il Vero Potere con la Cultura della Visibilità, parte essenziale del Più Grande Crimine. Basta infatti che un Vip qualsiasi spari la sua bordata che decine di migliaia di cittadini in buona fede gli si buttino dietro. La Rete dell'informazione, parte del piano di annullamento delle persone attive, amplifica la boutade del Vip, e così abbiamo la colossale cantonata del Cantona. Ma c'è un fatto ancora più grave, ed è che ridendo e scherzando queste sciocchezze rischiano poi di diventare azioni vere e di fare danni veri.
Il Cantona dice "La banche sono il male di tutto, perché hanno i soldi". Questo assunto fasullo sta alla base del Fantasy di Rete dove tantissimi sguazzano e producono fanta-informazione complottista, naturalmente con il lurido ebreo banchiere sempre in mezzo. Peccato che le banche non abbiano più un soldo e siano quasi tutte tecnicamente fallite.
Un dato: le banche spagnole hanno debiti per 3.464 miliardi di euro, alla faccia di chi dovrebbe essere pieno di soldi (nota: debiti reali, non fittizi, perché le banche devono sempre garantire di accettare indietro i soldi inventati che emettono ed onorarli con denaro vero, come per esempio il contante). Il fatto è che le grandi orge di denaro sono oggi avvenute sempre al di fuori del giro delle banche commerciali, cioè fuori dalle banche dei conti correnti dei cittadini che la 'cantonata' vuole prendere di mira. Tutto il peggio delle manovre criminali del Potere è accaduto nelle investment banks, negli hedge funds, equity funds, capital management funds ecc. (dove gli ordinari c/c dei cittadini non esistono affatto), tanto è vero che la fetta dei mercati finanziari posseduta dalle normali banche dei cittadini è crollata a meno di un quarto del totale. Ma il Cantona dice "andiamo in banca e ritiriamo i soldi dai c/c, e così faremo crollare il sistema di potere". E' esattamente come ci descrisse il Manzoni, andavano a linciare gli untori credendo di colpire la peste. Peccato che gli untori non fossero la peste, e che le banche dei conti correnti non siano il Potere. Ma ecco cosa accadrebbe se la ‘cantonata' realmente fosse messa in pratica da un milione di cittadini:
I cittadini 'cantonati' corrono a chiudere i c/c, chiedono quindi i contanti
Per la banca la chiusura di un conto corrente significa perdere una passività, poiché sono soldi che la banca deve al cittadino con gli interessi che gli dava. Con la ‘cantonata' le banche quindi perderebbero tutti quei passivi (nota: i conti correnti non sono mai l'attivo delle banche, contrariamente a quanto si crede, e non vengono mai usati dalle banche per speculare o far prestiti. Le banche non possono farlo, e il denaro che prestano se lo inventano di sana pianta, non usano mai il nostro pescandolo dai nostri c/c).
 Ma i contanti che le banche daranno al milione di cittadini 'cantonati' devono essere chiesti alle Banche Centrali, perché le banche non hanno mai tanto contante nei caveau, solo il minimo necessario alle operazioni quotidiane. Le Banche Centrali sono sempre obbligate a fornire i contanti su richiesta delle banche. Ma nel farlo addebitano le riserve delle banche medesime presso le Banche Centrali, le quali riserve sono gli attivi della banche, cioè i loro gruzzoli di denaro. Con la ‘cantonata', le banche perderebbero quindi grandi fette di quegli attivi quando la Banca Centrale gli fornisce il contante.
Quindi a livello di stati patrimoniali delle banche, esse perdono delle passività (1 milione di c/c ritirati) ma perdono anche degli attivi per lo stesso valore (lo stesso milione di c/c trasformati in contanti e addebitati sulle loro riserve). Risultato: vanno in pari, altro che collasso.
La 'cantonata' non sposterebbe uno spillo come lotta al Potere. Al peggio costringerebbe le banche ad alzare i costi, ma questa è un'altra storia.
Basta giocare ragazzini, la gente vera muore o si dà fuoco o piangerà una vita intera per ben altri problemi e per ben altri Poteri. Un calcio in culo a voi perditempo, e datovi da Cantona, che così è bello forte (poi Platinì pensi a girarne uno a Cantona, please).
Per tutti gli altri lettori, vi invito di nuovo a riflettere su come lavora il Vero Potere. Eccoci con in mano mezzi portentosi come la Rete, ma anche istupiditi dalla Cultura  della Visibilità che esso ha creato, e così la Rete diventa un'arma di distrazione di massa che ci allontana sempre più da un'analisi precisa di chi sia questo Potere e di come combatterlo. Lui, sempre più indisturbato, intanto ci ammazza il futuro.
Dall'Irlanda all'Italia ci sono 2 ore d'aereo per gli uomini del Fondo Monetario Internazionale... Vedete un po' voi

venerdì 23 settembre 2011

" I FANNULLONI GRECI SI RIFIUTANO DI RISPARMIARE "

Grecia

Verso un “genocidio finanziario”

22 settembre 2011
Vienna
Salonicco, 16 settembre. Un uomo si dà fuoco in protesta contro l'austerity.
Salonicco, 16 settembre. Un uomo si dà fuoco in protesta contro l'austerity.


La crisi della Grecia viene spesso imputata ai suoi cittadini, definiti spendaccioni e irresponsabili. Ma a guardare da vicino la loro vita è ormai un sacrificio senza fine.
 

Non si può rimanere zitti di fronte alle dichiarazioni dei più alti responsabili europei, talvolta al limite dell'assurdo, su questi "fannulloni" greci che si rifiutano di "risparmiare".
Da 16 mesi ho una seconda casa ad Atene, e ho vissuto questa drammatica situazione sul posto. Ci si lamenta che i piani di risparmio non funzionano perché i redditi fiscali diminuiscono. Si rimette in discussione la volontà dei greci di fare economie. Ma diamo qualche cifra concreta:
- Riduzione degli stipendi e delle pensione fino al 30 per cento.
- Taglio dello stipendio minimo a 600 euro.
- Drastico aumento dei prezzi (gasolio e benzina, 100 per cento; elettricità, riscaldamento, gas, trasporti pubblici, 50 per cento).
- Un terzo delle 165mila imprese commerciali è fallito, un terzo non è più in grado di pagare gli stipendi. Ovunque ad Atene si possono vedere cartelli gialli con la scritta "Enoikiazetai" in rosso – "Affittasi".
- In questa miseria i consumi (l'economia greca è stata sempre molto incentrata sui consumi) si sono ridotti in modo catastrofico. Le coppie con un doppio stipendio (il cui reddito familiare arrivava fino a 4mila euro) si trovano improvvisamente ad avere solo due sussidi di disoccupazione di 400 euro, che per di più cominciano a essere versati con due mesi di ritardo.
- I dipendenti statali o delle imprese parastatali, come l'Olympic Airlines o gli ospedali, non sono più pagati da mesi e il versamento del loro stipendio è stato rimandato a ottobre o all'"anno prossimo". Il record è del ministero della Cultura: molti dipendenti che lavoravano all'Acropoli non sono pagati da 22 mesi. E quando hanno occupato l'Acropoli per manifestare (pacificamente), sono stati subito caricati e gassati dalla polizia.
- Tutti concordano nel dire che i miliardi dei versamenti dell'Ue ripartono per il 97 per cento direttamente verso l'Unione e le banche, per rimborsare il debito e i nuovi tassi di interesse. Così il problema è con discrezione rigettato sulle spalle dei contribuenti europei. Intanto le banche continueranno a incassare alti interessi fino all'eventuale bancarotta, mentre i crediti sono tutti a carico del contribuente. Di conseguenza non c'è ancora denaro per le riforme strutturali.
- Migliaia e migliaia di piccoli imprenditori, autisti di taxi o di camion, hanno dovuto sborsare migliaia di euro per le loro licenze, e per ottenerle hanno fatto dei debiti, ma oggi si vedono confrontati con una liberalizzazione che permette ai nuovi arrivati di non pagare quasi nulla.
- Si continuano a inventare nuove tasse. Adesso per sporgere denuncia alla polizia bisogna pagare 150 euro sull'unghia. La vittima deve tirare fuori il portafoglio se vuole che la sua denuncia sia presa in considerazione. Nel frattempo i poliziotti sono obbligati a pagare di tasca propria per fare il pieno delle macchine di servizio.
- È stata creata una nuova imposta fondiaria associata alla fattura dell'elettricità. In caso di mancato pagamento viene interrotta l'elettricità.
- Ormai da diversi mesi le scuole pubbliche non ricevono più i libri di testo. Lo stato ha accumulato un debito enorme con le case editrici e di conseguenza le consegne sono state bloccate. Gli studenti ricevono ormai dei cd e i loro genitori devono comprare dei computer per permettere loro di seguire le lezioni. Nessuno sa come le scuole, soprattutto quelle del nord del paese, potranno pagare le spese di riscaldamento.
- Tutte le università sono di fatto paralizzate fino alla fine dell'anno. Molti studenti non possono né presentare la loro tesi né sostenere gli esami.
- Il paese si prepara a un'ondata di emigrazione di massa e spuntano sempre più agenzie specializzate in questo settore. I giovani si rendono conto di non avere alcun futuro nel paese. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 40 per cento fra i giovani laureati e il 30 per cento fra i giovani in generale. Chi lavora lo fa per uno stipendio da fame e a nero (senza alcuna forma di previdenza sociale): 35 euro per dieci ore di lavoro al giorno nel settore della ristorazione. Le ore di straordinario si accumulano senza essere pagate. In questa situazione non rimane più nulla per settori come l'istruzione. Il reddito che il governo greco riceve dalle imposte è quasi nullo.
- Le riduzioni di massa di impiegati della funzione pubblica sono state fatte in modo del tutto antisociale. Si è pensato soprattutto a sbarazzarsi delle persone qualche mese prima del loro pensionamento, così da dover versare solo il 60 per cento di una pensione normale.
La domanda è sulla bocca di tutti: dove è finito il denaro degli ultimi decenni? A quanto pare non nelle tasche dei cittadini. I greci non hanno nulla contro il risparmio, ma ormai non ce la fanno più. E chi ha un impiego si ammazza di lavoro (cumulando due, tre o addirittura quattro lavori diversi).
Tutti i miglioramenti sociali degli ultimi decenni sulla protezione dei lavoratori sono stati cancellati. Lo sfruttamento è ormai senza regole; nelle piccole imprese è soprattutto una questione di sopravvivenza. E quando si sa che i dirigenti greci hanno cenato con i rappresentanti della troika [la Commissione europea, la Bce e l'Fmi] per 300 euro a persona, ci si può chiedere quando la situazione finirà per esplodere.
La situazione in Grecia dovrebbe rappresentare un importante campanello di allarme per la vecchia Europa. Nessun partito favorevole all'ortodossia di bilancio sarebbe in grado di applicare il suo programma, non sarebbe neanche eletto. Bisogna combattere il debito finché è ancora relativamente sotto controllo, prima che diventi una sorta di genocidio finanziario.
(traduzione di Andrea De Ritis)

PAOLO BARNARD : IL PIU' GRANDE CRIMINE. AGGIORNAMENTO 3 : "ATTACCO AL LAVORO"

I LAVORATORI GUADAGNANO IN PROPORZIONE ALLA LORO PRODUTTIVITA’.
Oggi più che mai le macroscopiche ingiustizie e gli immensi disastri del capitalismo globalizzato devono ricadere sui lavoratori, cui viene chiesto di lavorare sempre di più con ogni forma di creativi accordi sindacali solo per garantire alle aziende margini sufficienti a rimanere sul mercato, quando non di giocarsi i profitti in scommesse finanziarie. Di fatto e conti alla mano, significa farli lavorare come limoni da spremere a stipendi fermi se non deprezzati (come i tedeschi). Gli stessi sforzi di probità lavorativa non vengono però chiesti ai manager, che sono liberi di rovinare le aziende con scelte di investimenti speculativi folli, al posto di investimenti in tecnologia e innovazione (che in Francia e Germania sono stati invece pagati dallo Stato); né alle banche che sono state lasciate libere di giocare con la finanza fino al collasso economico mondiale del 2007, che ovviamente è ricaduto sui lavoratori. Gli ideologi odierni della super produttività dei lavoratori a stipendi stagnanti sono i seguaci del Neomercantilismo (vedi sotto) e fra gli economisti John B. Clark, Dennis H. Robertson, e i loro seguaci nel Neoliberismo economico.

PER OTTENERE LA PIENA OCCUPAZIONE SI DEVONO ABBASSARE GLI STIPENDI.
Pur essendo nato da convinzioni a volte genuine, questo mantra è oggi sfruttato per ben altri fini da Confindustria e da tutta la destra economica mondiale. Esso fu riconosciuto come fasullo persino da Henry Ford già negli USA degli anni ’30-‘40. Si tratta del concetto chiave in malafede del Neomercantilismo delle grandi industrie dell’export (in particolare quelle franco-tedesche), cioè: deprimere i salari - illudendo i lavoratori che così si creerà occupazione, per esportare a prezzi concorrenziali pur creando povertà domestica.
La maggior povertà deriva dal fatto che abbassare i redditi significa anche tagliare il potere di spesa dei cittadini, che ovviamente acquisteranno meno beni e servizi, e questo a sua volta taglia i profitti delle piccole medie aziende che li offrono. Le p/m aziende sanno di non vedere e ovviamente non assumeranno in quelle condizioni, e non solo, neppure investiranno, e anche questo limita l’offerta di posti di lavoro. Infine esse licenzieranno e precarizzeranno, il che completa il girone infernale di una crescente disoccupazione. Ma è proprio la massa disoccupata che fa il gioco dei Neomercantili, che così possono ricattare i lavoratori in competizione fra loro assumendoli per paghe da fame. Si tratta del ‘vangelo’ di tutti gli economisti Neoclassici, come Gerard Debreu, Kenneth Arrow, Frank Hahn, ma anche della scuola austriaca di Von Mises e Hayek, dei New Keynesians conservatori come Greg Mankiwe dei Neoliberisti in generale.Nell’attacco al lavoro, si aggiungono altre idee, che hanno origine nella modernità.

LA SUPREMAZIA FUTURA SARA’ DEGLI STATI CHE ACCUMULERANNO PROFITTI INFLIGGENDO POVERTA’ NEL LAVORO.
Fu descritta dall’economista francese Francois Perroux nel 1933 e diventerà la legge suprema del Neomercantilismo franco-tedesco cui ho accennato sopra. Oggi è in piena voga in Europa. In passato l’unica arma degli Stati europei per difendersi dal Neomercantilismo franco-tedesco fu il potere di svalutare la propria moneta sovrana (lire, peseta, dracme ecc.) per vendere i propri prodotti a prezzi competitivi rispetto a Francia e Germania. Per impedirgli ciò, la Germania impose nel 1979 il Sistema Monetario Europeo, e dopo il suo crollo, il sistema euro moneta unica. Oggi gli Stati dell’Eurozona, non potendo più svalutare le monete sovrane (non le abbiamo più), sono costretti per competere a svalutare il costo del lavoro, cioè calo dei redditi.

ABBASSARE LA DISOCCUPAZIONE CREA INFLAZIONE.
Fu partorita dal monetarista Milton Friedman, della scuola di Chicago negli anni ‘60 e ‘70. Egli sostenne che esiste un tasso ‘naturale’ di disoccupazione che non va assolutamente alterato con interventi governativi, perché se lo di fa si innesca una spirale di inflazione fuori controllo, e questa distrugge l’economia. Tali idee furono usate come trucco ideologico per mantenere la disoccupazione esistente, cioè in essere, e poterla usare come strumento di politica per ricattare il mondo del lavoro, mentre la si poteva eliminare del tutto (si legga LA PIENA OCCUPAZIONE ERA POSSIBILE, Il Più Grande Crimine).


I PROFITTI FAVOLOSI SONO NEL MERCATO FINANZIARIO, NON NELLA PRODUZIONE DI COSE CONCRETE.
E’ l’idea che travolge il mondo produttivo negli anni ’80, quando si fa strada la realizzazione che il denaro può rendere assai di più se sottratto agli investimenti tradizionali (beni materiali, produzione) e investito in speculazioni finanziarie (borsa, valute, derivati…). Nel gioco dei numeri che moltiplicano altri numeri si buttano sia i cittadini (fondi pensione, polizze vita, risparmi…) che le aziende, che deviano verso le scommesse finanziarie sempre più capitali, a scapito di investimenti e innovazione. Nascono i fenomeni del Pension Fund Capitalism e Money Manager Capitalism. La stessa realizzazione si accende fra le banche, che calano vistosamente nel loro tradizionale modo di far profitti (i prestiti) e si buttano anche loro a far diavolerie in finanza speculativa. Risultato: si creano così delle immense bolle speculative che poi regolarmente esplodono, trascinandosi con sé le banche, i risparmiatori e le aziende. Risultato del risultato: le banche vanno in rosso e smettono di prestare quel poco che prestavano, le aziende perdono i prestiti e anche i denari scommessi nelle bolle, e alla fine tutto ricade sui lavoratori, con la solita litania dei licenziamenti, precarizzazione ecc.
Il padrino di questo disastro fu senza dubbio Alan Greenspan, quando da governatore della Federal Reserve (banca centrale americana) diede il via a politiche monetarie che rendevano disponibili quantità immense di denaro a tassi favorevoli agli speculatori: il notorio fenomeno del Greenspan put. A far profitti furono e sono ovviamente le grandi assicurazioni – le top sono AIG, ING, Allianz, Generali, China Life, AXA Group, Zurich, Munich Re, Prudential, Sun Life; i fondi pensione privati – i top sono General Motors Fund, General Electric, BT Group, AT&T, Verizon, Barclays Bank, Lloyds TSB, Citigroup; gli equity funds – i top sonoThe Carlyle Group, Goldman Sachs Principle, TPG, Apollo Global, Bain Capital, Balckstone Group, 3i Group, Advent, Providence Equity; le banche d’investimento, fra cui svettano Goldman Sachs, JPMorgan Chase, Morgan Stanley, Bank of America, Barclays Capital, Credit Suisse, Deutsche Bank, UBS, HSBC, BNP Paribas, ING Groep, Banco Bilbao, Rabobank, Banco Santander, Nomura, Wells Fargo, Societé General, Lloyds TSB. In Italia le top sono Unicredito Italiano, Intesa Sanpaolo, Monte Paschi Siena Finance, Market Capital Italia, Mediobanca, Eidos Capital; e infine un esercito di singoli investitori troppo immenso per essere nominati qui.

PRIVATIZZARE PER RIPIANARE IL DEBITO PUBBLICO E PER APRIRE ALLA CONCORRENZA A FAVORE DEI CITTADINI.
Un altro mantra ossessivo del Neoliberismo economico, spinto dalle Fondazioni col solito meccanismo della colonizzazione dei cervelli dirigenziali. Le privatizzazioni e liberalizzazioni sono partite con impeto dai primi anni ’80 in USA e GB (Reagan e Thatcher), e negli anni ’90 in Italia (gov. tecnici e centrosinistra al top), imposte dai sopraccitati fantasmi del debito pubblico e del deficit. Oltre a non aver affatto alleggerito il debito pubblico, esse hanno permesso svendite di beni edificati con decenni di lavoro pubblico a speculatori privati con favoritismi scandalosi (prezzi stracciati e lo Stato che ristrutturava le aziende a sue spese prima di darle ai privati). Inoltre hanno di fatto portato alla creazione di monopoli (detti cartelli) in finta concorrenza dove i giganti finanziari hanno acquisito il dominio del mercato mangiandosi i concorrenti piccoli, e oggi ne dettano i prezzi (alti).
Infatti il Price Cap prevede piena soddisfazione degli investimenti con le tariffe delle bollette, perciò più aumentano gli investimenti più van su le tariffe; inoltre, sui costi delle privatizzazioni, e quindi nella bolletta, pesano anche le enormi commissioni che le banche di intermediazione pretendono all’atto delle privatizzazioni. Infine, nel campo della privatizzazione dei servizi essenziali (acqua, gas, sanità, anagrafi, trasporti, autostrade ecc.), il cittadino diviene prigioniero dei privati, poiché non può scegliere di non acquistare quei servizi (non può non bere, non cucinare, non curarsi ecc.) e li dovrà pagare a ogni costo, anche a tariffe alte, garantendo ai privati i profitti (Captive Demand). Nel mondo del lavoro le privatizzazioni hanno portato a licenziamenti e precarizzazione in massa, fino al notorio fenomeno dello slimming down, dove le nuove aziende quotate in borsa acquistano di valore se licenziano, e i manager son premiati con bonus milionari. I grandi privatizzatori italiani sono stati: Romano Prodi, Carlo Scognamiglio, Mario Draghi, Giuliano Amato, Franco Bassanini, Vincenzo Visco, Massimo D’Alema, Beniamino Andeatta, Carlo A. Ciampi, Guido Carli, Lamberto Dini, Tommaso Padoa-Schioppa, Enrico Letta, Mario Monti. E naturalmente, LO STATO NON DEVE SPENDERE A DEFICIT PER IMPIEGARE I DISOCCUPATI, I LICENZIATI, I PRECARI. Di cui ho già detto sopra.


martedì 20 settembre 2011

PAOLO BARNARD : IL PIU' GRANDE CRIMINE. AGGIORNAMENTO 2 : "ATTACCO ALL'ISTRUZIONE PUBBLICA"

Non credo che sia chiara a tutti la finalità ultima dell'attacco all'istruzione pubblica cui da tempo assistiamo. Eppure l’intento primario è alla luce del sole e si qualifica appieno come parte del Più Grande Crimine, cioè l’ennesimo massacro delle speranze di vita per milioni di cittadini europei, noi inclusi di certo, lungo il percorso preordinato della distruzione del sistema Europa. Prima di scrivere di questo scempio, chiedo al lettore di sostare per alcune righe su un effetto collaterale che per dovere di completezza va ricordato, e che gode di un preliminare favorevole, questo: la paralisi completa inflitta agli Stati dell’Eurozona nella loro capacità di spendere a deficit per creare la piena ricchezza sociale, di cui la scuola e l’università sono una parte.Di questo effetto collaterale dell’attacco all’istruzione, va detto qualcosa che vada oltre l’ovvia e annosa pratica dell’impoverimento di un servizio pubblico al fine poi di renderlo appetibile per una privatizzazione selvaggia per pochi spiccioli e per il giubilo degli investitori privati (pratica di cui il centrosinistra italiano è maestro eccelso). Il fatto che risulta evidente è che nell’intervallo che separa la scuola pubblica di oggi dalla sua definitiva scomparsa, non era concepibile per il settore privato non lucrarvi sopra in attesa del banchetto finale. A tal proposito, la corsa al business dell’istruzione ci dovrebbe insegnare di nuovo come lavora il Vero Potere. Sotto il naso distratto di studenti e genitori, e distratto non di rado dai falò dell’Antisistema dei falsari italiani, sono spuntate ovunque sigle come European Schoolnet, ANSAS, CoSN, Education.eu, EMINENT 2010, UNI-C, ANP, DANTE, BDEB, Consortium GARR, HEAnet, RedlRIS, RENATER, SWITCH… e una ridda di altre. Sulla facciata si tratta di impeccabili istituti per l’avanzamento delle tecnologie didattiche, non profit di rigore, che tuttavia nascondono immancabilmente le ombre onnipresenti in ogni loro mossa di Microsoft, Intel, Oracle, Pasco, Smart, eInstruction, Acer, Apple, per dirne solo alcuni. Bè, che le nascondano non è proprio il termine giusto, poiché in effetti ci sono istanze in cui mostrano una faccia tosta incredibile. Alla premiazione di Docente dell’Anno 2010, la sorridente Mariastella Gelmini accompagnata dall’amministratore delegato della Microsoft Italia Pietro Scott Jovene, premiava un progetto scolastico chiamato “Un robot che gioca a Dama è spesso avanti di un passo se utilizza Windows!”. No comment. La quantità di eventi, simposi, concorsi, summits, che costoro sono in grado di organizzare è incredibile. Il loro lavoro di lobbistica presso i ministeri competenti non lascia speranza di poter distrarre la formazione di milioni di nostri giovani da quel killer delle anime che si chiama Information Computer Technology (ITC). Cioè un sistema educativo all’esclusivo servizio di chi da una parte spera nella scomparsa dell’umanizzazione dei cittadini, e dall’altra nella trasformazione (in atto) di chiunque abbia ancora una mente ribelle in puri attivisti di tastiera per annullarli (esiste già il termine inglese di clicktivism). Naturalmente, sempre per l’esclusivo interesse del solito Vero Potere.

Vengo allo scopo primario dell’attacco all’istruzione. Eccolo: drasticamente ridurre il numero di giovani che conseguono un titolo d’istruzione alto, per schiacciare ancora di più le rivendicazioni salariali. In altre parole, impoverirci in massa. La tendenza storica originatasi dal dopoguerra d’innalzamento delle qualifiche di studio nella popolazione media, ha portato nei decenni a reclamare redditi sempre più alti, ed è avvenuto, anche se poi il trend è stato interrotto. Questo però è un meccanismo che anche solo in sé, cioè per il solo fatto di esistere, da sempre minaccia il piano di deflazione della ricchezza pubblica e dei mercati voluto dai falchi neoliberisti, di scuola ricardiana soprattutto, i seguaci dell’eminenza grigia Francois Perroux, che nel 1933 scrisse: “Il futuro vedrà la supremazia delle nazioni capaci di imporre povertà di massa, per generare super profitti e perciò accumulo di capitale”. Costoro, cioè i nostri reali padroni, temono sempre gli altissimi pericoli di una deflagrazione sociale anche nelle classi medie, quelle che oggi vedono i propri figli laureati elemosinare lavori ignobili per stipendi ignobili quando va bene. E più cresce il numero di giovani cittadini altamente qualificati, più diviene difficile per i datori di lavoro comprimere i loro salari senza scatenare ondate di sdegno nelle opinioni pubbliche e soprattutto instabilità sociali incontrollabili. Meglio, come strategia, evitare all’origine la creazione di tali professionalità, e quindi la falcidia delle istituzioni scolastiche secondarie e universitarie diventa essenziale, con la mira di impedirvi l’accesso ai più. In Gran Bretagna, una ricerca della Ipsos Mori ha scoperto che il vertiginoso aumento dei costi universitari pianificato dal presente governo taglierà fuori dagli atenei fino ai 2/3 (sic) degli studenti meno ricchi. Come dimostrato nei dettagli nel mio Il Più Grande Crimine, la pianificazione economica/sociale del Vero Potere in Europa e negli Stati Uniti, impersonato dalle destre finanziarie e grandi industriali, punta alla creazione, in Europa soprattutto, di sacche di sottoccupazione ‘cinese’. La strategia della creazione delle moneta unica (euro) e della stagnazione degli stipendi reali negli USA sta rendendo realtà quel piano. Servono quindi masse di giovani sotto qualificati e possibilmente disoccupati per imporre il crollo dei salari, mentre pochi colletti bianchi rigorosamente figli di classi agiate (gli unici in grado di pagarsi l’università) saranno funzionali alla nuova classe dirigente.

Mariastella Gelmini è solo un’esecutrice di ordini, che come sempre vengono dall’esterno del ‘cortiletto del potere, escono cioè dalle stanze del Vero Potere. Personalmente non provo alcuno scandalo per ciò che ella sta facendo; è il suo compito di scherana e lo svolge con diligenza, forse unica nel governo Berlusconi ad aver compreso cosa si deve fare per una carriera futura di prestigio (Prodi docet). Assai più scandaloso è che nessuno dei sindacati italiani stia capendo chi sia il nemico del lavoro e dei salari, e non parlo dei patetici CGIL, CISL e UIL, ma precisamente delle formazioni cosiddette oltranziste. E chi ci rimette alla fine…

Il nostro premier per parte sua non ne capisce nulla di questa storia, ed è stato ‘suicidato’ il 10 novembre scorso quando ha versato (consapevolmente?) la goccia che ha fatto traboccare il vaso del Vero Potere finanziario internazionale con una lettera consegnata al G20 di Seul, dove il Cavaliere (o chi per lui) chiede “che il G20 adotti misure che contrastino la speculazione sui mercati finanziari e delle materie prime… e un maggiore controllo sui derivati… Le regole e la vigilanza devono riguardare anche i mercati precedentemente non regolamentati… al fine di scoraggiare operazioni esclusivamente speculative… noi, leader del G20, dobbiamo fare pressione perché siano prese azioni immediate e incisive”. Per un uomo che l’organo di stampa del Vero Potere, il Wall Street  Journal, definiva nel marzo del 2008 “un nemico corporativo del Libero Mercato”, questa è la fine. Vero Fini? (salvo sorprese clamorose dall’elettorato italiano).

Ma la falcidia dell’istruzione come mezzo di emancipazione sociale non si fermerà. Masse sottoqualificate, sottoccupate, intimidite, e dunque da pagare poco. Semplice. Come ai bei vecchi tempi di David Ricardo, appunto. Questo attende tuo figlio. Smetti di farti distrarre, datti da fare.

lunedì 19 settembre 2011

LA GRECIA E' FOTTUTA !





Si sta tenendo l'incontro in teleconferenza tra la "trojka" dell'Unione Europea, i dirigenti del Fondo Monetario Internazionale e il Ministro dell'Economia greco Evangelos Venizelos, nel ruolo di vaso di coccio tra i due vasi di ferro.
Al centro del summit il nuovo piano di aiuti per Atene, 8 miliardi di euro che vengono fatti sventolare in queste ore sotto il naso del governo greco.
Per rendere chiaro una volta di più come ormai i governi non contino più nulla, ma siano solo meri esecutori di ordini impartitigli da chi comanda (il "Vero Potere"), alla fine dell'incontro non verrà rilasciata alcuna dichiarazione ufficiale.
Del resto, il taglio di 20.000 lavoratori pubblici, pari al 20% del totale del pubblico impiego, non è una notizia che si possa dare, senza prevedere la possibilità di una rivolta popolare.
Ovviamente, una così enorme massa di disoccupati non farà altro che aumentare la depressione economica in atto in Grecia, con il solo risultato di aggravare quel circolo vizioso che vede l'instaurarsi della crisi, cui seguono i tagli dei servizi, cui seguono i licenziamenti, cui segue un'ulteriore aggravamento della crisi, con altri prestiti, in cambio di altri tagli, che causeranno altri licenziamenti e via all'infinito.
Comunque, il prestito di 8 miliardi di euro è pronto, ma chi presta ( Eu e Fmi) esigono in cambio chiarezza dal governo sulle riforme: un modo diplomatico per dire che in cambio dei soldi le due istituzioni sovranazionali vogliono l'assicurazione che la Grecia si stringa un po' di più il cappio al collo.
Ovviamente, guai a sgarrare: il presidente della Bundesbank, Jens Wiedmann, ha "auspicato" la creazione di un'Authority in grado d'intervenire e influenzare le politiche nazionali se deviano dagli impegni di risanare i conti pubblici.
O i greci si decidono a ribellarsi, o sono fottuti.

PAOLO BARNARD : "IL PIU' GRANDE CRIMINE". L' AGGIORNAMENTO 1

Il 18 Ottobre dell'anno scorso, il giornalista Paolo Barnard pubblicava in rete questo primo aggiornamento del suo lavoro "Il più grande crimine":


"La Commissione Europea ha appena passato una direttiva che multa gli Stati dell'Eurozona per lo 0,2% del PIL se non si adeguano ai parametri del Patto di Stabilità (deficit al 3% del PIL e debito al 60%), quei parametri che sono stati disegnati appositamente per paralizzare i governi nel loro compito di creare ricchezza per i cittadini, e per distruggere i mercati europei su cui le nostre famiglie dipendono per il lavoro e per vivere. Il risultato di questo ennesimo crimine contro la nostra vita vera è riassunto dall'economista Joseph Halevi (Sydney Univ.) così: "Siccome è ora chiaro che la UE, e l'Eurozona in particolare, non potranno generare più alcuna spesa significativa, accade che la domanda ora sta appesa disperatamente alla spesa a deficit interna ed esterna degli USA. Come ha detto Krugman, è l'unica cosa che sopravvive al momento".Tradotto: con la produzione pubblica di ricchezza e di posti di lavoro totalmente paralizzata in Europa da un disegno criminoso, dobbiamo tutti - persone, figli, aziende, lavoratori, anziani - sperare che gli USA continuino a spendere, perché sono l'unica fonte di domanda di beni e servizi che ancora funziona. Se si spegne quella siamo fottuti. Cioè, calano gli stipendi, schizza alle stelle la già stellare cassa integrazione, i licenziamenti galoppano, milioni di italiani perdono i diritti, perché da disperati si è ricattati da chiunque. L’economista Micheal Hudson (Univ. of Missouri, Kansas City) aggiunge: “In gioco ci sono proposte per cambiare radicalmente le leggi e la struttura della società europea. Se le forze anti-lavoro avranno successo, spezzeranno l’Europa, che diventerà una palude morta col mercato interno a pezzi. Siamo a questo punto di gravità, è un colpo di Stato finanziario in piena regola”.
La Caritas ha appena pubblicato il suo rapporto sulla Povertà ed Esclusione Sociale in Italia e vi si legge che oggi le persone che vivono sotto la soglia  di “forte fragilità economica” nel nostro Paese sono 8.370.000. Naturalmente dovremo aspettare che si arrivi ai bollini per un pasto caldo al giorno, come già accade negli USA a 40 milioni di cittadini, per accorgerci che sarà il caso di smettere di preoccuparci da veri fessi esagitati (caro popolo viola) per la messa in onda di Santoro o per le presunte malefatte di una marionetta senza potere reale".

Tutto chiaro?
Bene, allora pensiamo all'accordo sull'innalzamento del tetto del debito Usa di un mese e mezzo fa: dopo un lungo braccio di ferro tra Obama e il Congresso, tutti hanno potuto tirare un sospiro di sollievo.
Il temuto default degli Stati Uniti non ci sarebbe stato, grazie all'accordo raggiunto in extremis con cui veniva deciso questo benedetto aumento.
I Repubblicani hanno esultato, poiché in cambio Obama ha dovuto impegnarsi a non aumentare le tasse: tradotto, i ricchi, che grazie agli sgravi fiscali introdotti da Bush Jr. pagavano meno dei poveri, continueranno a pagare meno.
In più, l'accordo prevede un drastico taglio della spesa pubblica, cioè una notevole diminuzione della spesa a deficit: se effettivamente la "domanda sta appesa disperatamente alla spesa a deficit interna ed esterna degli Usa", forse dovremmo prepararci ad una catastrofe, le cui cifre saranno certo peggiori di quelle della Caritas di un anno fa.

giovedì 15 settembre 2011

INVECE CHE PER LE TORRI GEMELLE, FORSE DOVREMMO PIANGERE PER QUESTO

"Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow Jones né i successi del Paese sulla base del Prodotto Interno Lordo. Il PIL comprende l'inquinamento dell’aria, la pubblicità delle sigarette, le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine del fine settimana… Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione e della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia e la solidità dei valori familiari. Non tiene conto della giustizia dei nostri tribunali, né dell'equità dei rapporti fra noi. Non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio né la nostra saggezza né la nostra conoscenza né la nostra compassione. Misura tutto, eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta".
Robert Kennedy, 18 Marzo 1968

Questo discorso di feroce critica pronunciato più di quarant'anni fa alla Kansas University descrive alla perfezione quello a cui stiamo assistendo oggi.
Il Pil è diventato l'unico sistema con cui misuriamo il grado di benessere nostro e del Paese in cui viviamo.
La nostra classe dirigente, senza alcuna distinzione di schieramento o di ideologie, ne ha fatto la sua Bibbia e la sua Stella Polare: ormai, da noi, tutti parlano solo di misure per aumentare il nostro prodotto interno lordo.
Chi non la pensa così, è ormai condannato al silenzio: è mai capitato in questi anni che i grandi organi d'informazione dedicassero spazio a chi non cantava nel coro?
Per chi, oltre al dissenso, ha provato a scegliere la strada della protesta, c'è stata una delle repressioni più brutali che la nostra storia recente ricordi: la "macelleria messicana".
Dico questo perché abbiamo appena superato il decimo anniversario della strage delle Torri Gemelle di New York, a cui è stato dedicata grandissima attenzione. Ma c'è un altro anniversario, che è passato sotto silenzio: la repressione del movimento "altermondista", avvenuta a Genova nel 2001.
Qual è l'origine di questo movimento così temuto da indurre l'establishment a criminalizzarlo?
I primordi possono essere collocati nella campagna del 1992 contro le celebrazioni dei cinquecento anni della scoperta dell'America: il primo atto della denuncia della nuova globalizzazione neoliberista.
La tappa successiva è in Messico. "Quello che per voi costituisce un grande successo, l'accesso del Messico al primo mondo, costituisce per noi una sentenza di morte": è il 1° Gennaio 1994 e inizia la sollevazione del movimento zapatista. Con queste parole le popolazioni del Chiapas si rivolgono alle autorità messicane proprio il giorno dell'entrata in vigore del Nafta ( North American Free Trade Agreement), il trattato di libero commercio tra Stati Uniti, Canada e Messico. Inizia così la rivolta zapatista alla globalizzazione e la loro lotta diventa un esempio da seguire per tutti coloro che si oppongono alla globalizzazione e che rifiutano di subordinare i propri diritti, la propria cultura e le proprie condizioni di vita alla ferocia delle regole del profitto e alla dittatura dei mercati.
Dal 15 al 17 Maggio 1998 oltre 40.000 persone contestano a Birmingham il G7-G8, l'incontro dei paesi più industrializzati del mondo; nello stesso periodo, a Ginevra viene contestato il vertice del Wto, l'Organizzazione mondiale del commercio; nel Giugno del 1999, a Colonia, 35.000 manifestanti circondano pacificamente, con una catena umana sotto gli occhi di oltre 12.000 poliziotti, l'ennesimo appuntamento del G7-G8.
Ma è alla fine di Novembre, in una città del Nord-Ovest degli Stati Uniti, che il movimento globale fa la sua clamorosa apparizione sui media di tutto il mondo. "Le persone prima del profitto" è la scritta che appare il 30 Novembre 1999 nel cielo di Seattle su uno striscione portato in giro da un aereo, mentre decine di migliaia di persone organizzano una contestazione che coglie totalmente impreparate le istituzioni. Il vertice del Wto viene interrotto per il sit-in, che impedisce l'accesso dei delegati ai luoghi dell'incontro e per gli scontri di piazza conseguenti, che addirittura porteranno alla dichiarazione del coprifuoco.
Poche settimane dopo Seattle, ecco Davos in Svizzera, sede a fine Gennaio dell'incontro annuale del Forum economico mondiale, che riunisce i rappresentanti di un migliaio di multinazionali insieme con banchieri, operatori finanziari e rappresentanti dei principali governi.
Comincia in quei giorni la lettura distorta del movimento da parte dei media. A Seattle gli scontri con la Polizia non avevano condizionato la comprensione del movimento e delle sue ragioni: colti di sorpresa, anzi, gli organi d'informazione ne avevano evidenziato la natura globale e del tutto inedita della contestazione.
A Davos, invece, la rottura delle vetrine dell'unico Mc Donald's esistente nella cittadina diventa la notizia principale per i giornalisti presenti, che ignorano gli incontri organizzati dal movimento e le proposte che ne scaturiscono.
Comincia la criminalizzazione del movimento.
Il 16 Aprile 2000 a Washington si riuniscono insieme i vertici della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale; 15.000 manifestanti contestano i "piani di aggiustamento strutturale" che rappresentano lo strumento principale attraverso cui le due organizzazioni economiche internazionali concedono crediti ai paesi più poveri. I "piani" vincolano l'accesso al credito a forti tagli ai servizi sanitari pubblici, all'istruzione e alle politiche sociali: presentati come misure per il risanamento, producono invece un aumento della povertà.
Dal 24 al 26 Maggio dello stesso anno si svolge a Genova "Tebio", la fiera internazionale delle biotecnologie. Anche qui numerose organizzazioni si presentano per contestare l'evento. Al centro della contestazione la richiesta del rispetto del "principio di precauzione", già fatto proprio dall'Onu, secondo il quale un prodotto non può essere commercializzato se prima non viene dimostrato che è assolutamente innocuo: l'onere della prova spetta al produttore, che deve dimostrare la totale assenza di ruschi per l'uomo e per l'ambiente. Lo scontro riguarda anche la richiesta delle multinazionali di brevettare la materia vivente e di estendere la "proprietà intellettuale" su geni, piante e animali ottenuti con modificazione genetiche. Il mercato delle sementi è al centro della disputa: vaste masse di contadini rischiano di dipendere da poche multinazionali per la fornitura di semi geneticamente modificati, con enormi rischi per le colture tradizionali e per gli ecosistemi locali.
Il 21-22 Luglio 2000 a Okinawa, in Giappone, si svolge il vertice del G8. I manifestanti chiedono la cancellazione del debito che strangola i paesi poveri, spesso costretti a utilizzare gli aiuti internazionli e a tagliare le spese sociali per pagare unicamente gli interessi di un debito destinato a non esaurirsi mai.
Per la prima volta i potenti del mondo ricevono un rappresentante dei movimenti no-global, ma non ne segue alcun risultato concreto. Anzi, cresce la polemica, quando si scopre che l'organizzazione del summit è costata 766 milioni di dollari.
Ormai non c'è più un posto al mondo in cui questi vertici possano svolgersi, senza essere accompagnati da una forte contestazione.
Il 23 Settembre 2000, a Praga, si svolge il primo incontro tra alcuni rappresentanti del movimento globale e i vertici della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale. Il confronto è molto duro. Le due istituzioni economiche vengono accusate di aver garantito condizioni preferenziali a governi corrotti che calpestano i diritti umani come la dittatura militare brasiliana, il presidente Marcos nelle Filippine e il generale Pinochet in Cile.
Questo incontro rappresenta l'apice del movimento: ormai è diventato un interlocutore del quale tutti i soggetti economici e istituzionali devono tenere conto. Addirittura i delegati del vertice, dopo essere stati bloccati per tutta la giornata all'interno del palazzo del congresso, decidono di anticipare di un giorno la chiusura dell'incontro. La sera del 27 gli attivisti festeggiano in piazza.
Forti di questi successi, nel Gennaio 2001 le varie anime del movimento si riuniscono a Porto Alegre, in Brasile, per il primo Forum mondiale internazionale, che costituisce una straordinaria esperienza di formazione e diventa rapidamente il punto d'incontro dei movimenti sociali di tutto il mondo, nonché l'ambito di elaborazione del pensiero antiliberista, che influirà fortemente anche sulle scelte di molti governi latinoamericani.
Già durante il Forum emerge un'analisi precisa del disastro sociale, economico e ambientale verso il quale il pianeta sta precipitando a causa delle scelte compiute dalle élite internazionali. L'unica alternativa possibile è un drastico cambiamento di rotta. Ma le élite economiche e politiche dominanti proseguiranno imperterrite nel loro percorso; i risultati appaiono oggi in tutta la loro chiarezza.
Alla sua conclusione, il Forum sociale elabora anche la "Carta dei principi di Porto Alegre", che da quel momento rappresenterà il punto di riferimento di tutto il movimento internazionale.
Si arriva così alle tragiche giornate di dieci anni fa al G8 di Genova. Per la prima volta sono presenti tutti i leader dei principali movimenti sociali di tutto il mondo. La critica alla globalizzazione liberista si sviluppa così in tutta la sua potenza: i rapporti Nord/Sud; la divaricazione sempre maggiore tra ricchi e poveri; la finanziarizzazione dell'economia; la salute tra diritti e profitti; i limiti allo sfruttamento delle risorse energetiche; la critica a uno sviluppo centrato sulla crescita infinita e sull'aumento esponenziale dei consumi; l'affermazione dei beni comuni quali l'acqua e la terra.
I media non sono preparati a confrontarsi con questi contenuti; non conoscono la storia dei movimenti sociali e dei loro protagonisti. I principali giornali italiani mandano a Genova i cronisti di "nera" e i redattori più giovani incaricati di preparare pezzi di colore e descrizioni degli attesi scontri di piazza. Non una parola sui contenuti degli incontri, il cui livello è invece molto alto e tocca questioni fondamentali.
Lo slogan "Voi G8, noi 6 miliardi", rappresenta efficacemente la critica ad un sistema che svuota i processi democratici interni ai singloli stati e concentra il potere nelle grandi aziende multinazionali.
Come è andata a Genova, lo sappiamo: un ragazzo morto e una feroce repressione del movimento, che, sconfitto, da allora non sarà più in grado di fare ascoltare la sua voce.
Le previsioni di ciò he sarebbe accaduto si sono tutte avverate, o si stanno avverando in questi ultimi mesi.
Forse, invece di porre l'attenzione sulle Torri Gemalle, dovremmo chiederci se dieci anni or sono non abbiamo perso l'ultima occasione di cambiare le cose.