mercoledì 14 settembre 2011

I NUOVI PADRONI





"Il problema del rapporto con la Cina è questo: ci stanno mangiando vivi. Le merci che vanno in Cina hanno i dazi cinesi le merci che arrivano in Europa, no. Io voglio per molti anni i dazi e le quote nel nostro Paese, fino a che ci saremo riconvertiti dal punto di vista industriale".
Con questa lapidaria affermazione il ministro dell'economia Tremonti spiegava, nel Marzo 2006, che si dovevano imporre i dazi alle importazioni cinesi, altrimenti l'Italia sarebbe stata cannibalizzata dalla potenza economica dagli occhi a mandorla.
Oggi, cinque anni dopo, di dazi non si parla più. Anzi, è notizia di questi giorni che l'Italia avrebbe avviato frenetiche trattative per vendere ad un fondo sovrano cinese una consistente parte del proprio debito pubblico.
Berlusconi e Tremonti hanno forse deciso di proclamare la dittatura del proletariato?
Per ora, pare non sia così.
Più semplicemente, i conti pubblici stanno sempre più irrimediabilmente colando a picco, per cui si tenta di raschiare il fondo del barile, nella speranza di fermare (finora senza risultato) l'affondamento.
Dato che ormai la situazione è, eufemisticamente parlando, disperata, qualunque ciambella di salvataggio, di qualsiasi provenienza, è bene accetta.
Ovviamente le motivazioni della potenza asiatica non sono dettate da scopi filantropici, bensì da puri calcoli di convenienza: alla Cina non conviene la fine dell'Euro.
Chiaro quindi che questa disponibilità all'acquisto dei debiti italiani dovrà essere ripagata in futuro in qualche modo.


 


Torna alla mente questo vecchio manifesto elettorale e la battuta di Grillo sul bambino cinese, che non è il figlio della coppia, ma il loro datore di lavoro.
Che anche questa volta la fantasia superi la realtà?

4 commenti:

  1. Mi sento male...ma almeno saremo in GRANDE COMPAGNIA...il 40% del debito americano ha gli occhi a mandorla e in effetti è meglio investire così i soldi in più che i cinesi hanno in tasca sennò dove li mettono...sotto il materasso?
    Siccome i cinesi sono furboni se investono qui vuol dire che subodorano che dovremmo farcela (o meglio venderemo la riserva aurea e le le nostre bellezze artistiche ai cinesi) a pagare gli interessi.
    Costi quel che costi.
    Tanto ai maggiordomi dell'economia travestiti da inutili e incompetenti politici che gli frega...MICA LAVORANO...

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  2. @Daniela
    Non è proprio così. I cinesi se ne fregano, giustamente, se noi ce la faremo o meno. A loro interessa che non fallisca l'Euro, altrimenti non ci sarebbe nulla da contrapporre al dollaro.
    Se loro si dimostrano intenzionati a acquistare il nostro debito, lo fanno per contrastare ciò che sta facendo la Svizzera. La notizia che la Svizzera sta acquistando titoli europei, nasconde il fatto che stanno acquistando solo i titoli degli Stati europei più forti, cioè Francia e Germania: questo, genera l'aumento del divario tra stati forti e stati deboli (i Piigs). In questo modo, si arriverebbe comunque alla fine dell'Euro come è oggi. I cinesi stanno intervenendo solo per mantenere lo status quo. Che questo abbia effetti benefici per noi, è tutto da dimostrare.

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  3. Grazie Bastian, non sapevo della Svizzera. Sono a conoscenza che i cinesi non sono degli idioti per cui sospettavo (anche se non per la causa giusta) che se lo fanno è per non rimetterci.
    Sai dirmi perchè la Svizzera si sta comportando così?
    C'è un motivo?
    Nemmeno a loro dovrebbe interessare il default dell'Europa, ci vivono in mezzo (e a nostro danno, vedasi disastri ambientali che loro fanno e scaricano sui paesi limitrofi tra cui noi).

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  4. @Daniela
    Secondo me, molti investimenti sono stati fatti in Euro: la scomparsa della moneta, forse, li manderebbe in fumo.

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