mercoledì 27 febbraio 2013

PICCOLI APPUNTI SU UN GRANDE DISASTRO. IL PD, RENZI E LE CHIACCHIERE DA BAR



Dunque. Piccola riflessione sul disastro. E soprattutto piccola riflessione sul Pd, che ha vinto le elezioni perdendo le elezioni, cose già dette…
E partenza, guarda un po’, da una frase di Matteo Renzi (oggi su La Stampa). Dichiarazione degna di nota, perché pare che il nuovo tormentone tafazzista italiano sia dire “Ah, se ci fosse stato Renzi!” (cosa che dicono, si badi bene, soprattutto elettori di Berlusconi che hanno copiosamente – anche se meno che in passato – votato Berlusconi).
Dunque la frase di Renzi recita: “Il nostro compito era snidare gli elettori del centrodestra…”. Ecco. L’astuto disegno era presentarsi chiedendo voti ad elettori di destra, magari con Ichino a fianco e con l’agenda Monti sotto il braccio. Ichino e agenda Monti che – all’apparir del vero – non sono andati lontano, anzi, in termini strettamente tecnici si può dire che abbiano preso una discreta facciata.
Le primarie del Pd, tra l’altro, hanno portato a candidature interessanti (giovani e donne, amministratori onesti, più che altro orientati a sinistra). Poi, con il listino bloccato, si è provveduto al solito disastro. Casi come quello di Enrico Letta paracadutato nelle Marche, per dire (dove il Pd ha perso la sua storica supremazia, anche grazie ad anni di governo con l’Udc), oppure la candidatura di “cattolici problematici” (Emma Fattorini nel Lazio) hanno riproposto il vecchio schema, di un Pd alla caccia del voto centrista, cattolico, liberista, montiano, ecc. ecc

FONTE

BERSANI PARLA, GRILLO NON AFFERRA



Quello di Bersani oggi mi è sembrato un discorso tutto sommato condivisibile. Ha preso atto del paradosso di una vittoria che non si è rivelata tale, finendo per rappresentare una sconfitta (della sua linea politica). Ha offerto la propria testa. Ha escluso accordi con Berlusconi (alleluia). Ha cambiato tono nei confronti del M5S, proponendo una tregua armata - leggasi "governo di scopo" - per formare una coalizione che possa confrontarsi su pochi e precisi punti programmatici. Infine, ha esortato (sfidato) i grillini a prendere atto che entrando in parlamento dovranno per forza di cose connotarsi politicamente.
Il fatto che queste dichiarazioni di Bersani siano arrivate dopo un giorno di completa latitanza, mi fa sospettare che siano state precedute da un aspro confronto interno.
Se Bersani riuscirà a mantenere la guida del partito, forse si potrà cominciare ad avere un cautissimo ottimismo politico, derivante anche dal fatto che il  nome del "dictator" Monti non è mai stato pronunciato.

A questa prima - piccola - nota positiva, ne corrisponde una di segno opposto. Grillo ha risposto sostanzialmente in maniera affermativa con una frase in politichese: "Il modello Sicilia è meraviglioso".
Attualmente è sicuramente un modello per il M5S, poiché consente loro di mantenere la funzione di pedagoghi integerrimi che decretano sulla bontà o meno delle proposte che i politici (ladri, corrotti e anche un po' coglioni) si arrabattano a formulare.
Solo che questo sistema/modello può funzionare solo laddove il capo del governo venga eletto direttamente, non avendo quindi bisogno di passare attraverso un voto parlamentare che ne confermi o meno la fiducia.
Viceversa, in un sistema che non preveda l'elezione diretta del capo del governo questo sistema meraviglioso diventa totalmente inutile.
Nessun presidente della repubblica - nemmeno Napolitano che ha permesso la caduta del governo Berlusconi senza che venisse prima sfiduciato (caso unico dal dopoguerra ad oggi) - assegnerà l'incarico di formare il nuovo governo senza che sia nata prima una maggioranza parlamentare in grado di sostenerlo.

Gli scenari possibili si riducono di molto. Non si può tornare a votare, perché Napolitano a meno di violare la costituzione non può sciogliere le camere. Quindi, visto anche che questo parlamento così formato dovrà comunque eleggere il nuovo presidente della repubblica, sarà imprescindibile che si nomini un governo che abbia una maggioranza solida.
E se i grillini non si renderanno conto in fretta che è ora che si trasformino in una forza politica vera e propria, in grado anche di sporcarsi le mani, l'unica maggioranza solida possibile è quella PD-PDL.

martedì 26 febbraio 2013

CHI HA VINTO ?



Quando ormai i risultati di queste elezioni sono praticamente definitivi, si può cominciare a ragionarci su.

Chi ha vinto?

Non gli astenuti, che comunque si pongono come primo partito nazionale, con un sensibile aumento dei propri aderenti. Loro però non possono vincere mai perché troppo eterogenei, perché chi si astiene rinuncia a partecipare e perché all'oligopolio finanziario mondiale fa sempre piacere che il "popolo" rinunci a partecipare.

Non il PD, che vede clamorosamente fallire la sua proposta politica con cui cercava di sedurre l'elettorato moderato. Forse se si fossero rivolti un po' più a sinistra avrebbero potuto cogliere qualche soddisfazione maggiore. E' lì che si trova un bacino di elettori in disperata attesa di una casa comune che li accolga. Ma finché si consentiranno follie tipo quelle renziane, l'ultimo partito vero rimastoci continuerà a cercare dalla parte sbagliata. E a proposito di Renzi è la dimostrazione lampante che non sempre "giovane è meglio".

SEL riporta una piccolissima vittoria di Pirro. E' solo grazie a Vendola che Bersani vince alla Camera. Certo, potrebbe anche tentare di rivendicare questo merito, ma i numeri sono veramente microscopici. I Democratici avrebbero buon gioco nel far notare al povero Nichi che senza di loro lui sarebbe rimasto fuori da Montecitorio.

Rivoluzione Civile... non pervenuta. L'ennesimo tentativo della sinistra radicale di evitare di prendere atto che è morta e che forse occorreva già da qualche anno ripensare al proprio ruolo e alla propria funzione nella società è fallito miseramente. I suoi dirigenti attuali sicuramente non saranno in grado di farlo e non sembra che ci sia qualcuno che possa o voglia sostituirli. Ed è triste - oltreché grave - che a sinistra ci siano elettori, ma latitino completamente persone in grado di farsi eleggere.
Ingroia si è dimostrato un fuoco fatuo. Ha spiegato la sconfitta dicendo che la colpa è del PD, che non ha voluto costruire un'alleanza. A parte il fatto che forse Bersani non aveva tutti i torti dal suo punto di vista, quello che manca in questa spiegazione è un'analisi dei propri errori.

Monti e la sua cricca "Luigi XVI" hanno avuto la giusta ricompensa per i servigi resi alla nazione. Servigi che se tutto va bene richiederanno anni per essere neutralizzati. Personalmente troverei corretto da parte sua che rinunciasse anche alla carica di senatore a vita, visto che aveva già rinunciato all'aspetto onorifico della nomina senatoriale per "salire" in politica. Comunque considero una bella vittoria l'uscita di Fini.

Berlusconi ha sicuramente vinto. Io lo davo per morto, ma prendo atto che il suo fascino funziona "a prescindere". Forse ha giocato a suo favore il fatto che in questa campagna elettorale sia stato uno dei pochissimi ad aver detto chiaramente alcune cose che avrebbe fatto, tipo la restituzione dell'IMU. Che poi fossero balle o meno, è stato l'unico che tra fumose promesse di abbassare le tasse senza dire quali e come, ha spiegato quale e come.

Per il M5S è un trionfo. Volenti o nolenti adesso tutti dovranno tenerne conto. Da un lato la sua affermazione è un pugno in piena faccia alla politica, che ora o sarà in grado di riformarsi radicalmente, oppure sarà destinata a soccombere. E' anche vero però - almeno per me - che è un movimento qualunquista totalmente privo di capacità di governo. Occorrerà aspettare qualche tempo prima di poter esprimere un giudizio definitivo. Penso che adesso o il movimento sarà in grado di maturare politicamente - e ho più di un dubbio - oppure sarà destinato ad esaurirsi naturalmente.

Per quanto riguarda me, non so dire se ho vinto, perso o pareggiato. Sono andato a votare perché non voglio astenermi e ho votato Pippo al senato, Pluto alla camera e non posso ancora parlare delle regionali.

martedì 19 febbraio 2013

VEDI ALLA VOCE: "OSCAR GIANNINO"


Luigi Zingales abbandona Oscar Giannino perché millanta titoli ( una laurea e due master ) mai conseguiti. Giannino in un'intervista a Repubblica Tv aveva detto testualmente: "...Luigi Zingales che insegna a Chicago, dove io ho preso il master..."

Oscar Giannino ( prima che Zingales dica che lascia Giannino e ne spieghi il motivo ):
"Mi hanno detto che in rete c'è una cosa che gira su un mio presunto master alla Chicago Boolth. Vorrei chiarire che su questo c'è un equivoco. Io il master non l'ho preso alla Chicago Boolth. Sono andato a Chicago a studiare l'inglese e così via. Bastava chiederlo e avrei risposto. Lo chiarisco perché in rete c'è una cosa che monta. Luigi Zingales insegna alla Chigaco Boolth, mi è capitato di parlarci ed è uno dei nostri fondatori. Insegna lì. Io sono stato a Chicago da giovane a studiare e non ho preso il master alla Chicago Booth".

Il solito complotto dei poteri forti e dei mercati cattivi che cercano di sputtanarlo mettendo in rete cose false. Oddio, rimarrebbe sempre da spiegare come mai, se in rete girano questi titoli falsi poi lui affermi di averli conseguiti. Laureato a sua insaputa?

Oscar Giannino ( dopo che Zingales ha spiegato il motivo ):

"La mia risposta a Luigi Zingales è molto semplice. Mai preso un master a Chicago Booth. Ma il punto è un altro. A Luigi, a quattro giorni dalla fine della campagna elettorale, non è bastato. In effetti, da quanto ho detto a Repubblica si capiva il contrario. Quindi, chiarire era necessario in pubblico, sostiene Luigi. Ed è una piccola prova di quello che Fare riserverà all'Italia. Cominciando da me, come - ripeto - è giusto".

Non è che proprio si capisse il contrario. Si capiva che ha preso un master a Chicago, anche se in effetti non dice di averlo preso proprio alla Chicago Boolth. Poterebbe averlo preso in un'altra università della metropoli americana...
O al bar...

Oscar Giannino ( dopo la frittata )

"Abbiamo convocato la direzione nazionale domani, per valutare ulteriormente questa vicenda che è di ostacolo al nostro volo e che è fonte per me di grande amarezza. Questa grave, cattiva interpretazione delle mie parole ha provocato l'addio di Zingales. Io spero che ci ripensi, anche se le mie scuse finora non hanno sortito effetti. La direzione potrebbe chiedere anche dei passi indietro e, se questa fosse la risoluzione della direzione, io la farei mia".

Ecco: è stata una cattiva interpretazione delle sue parole. Cioè è stato frainteso. E va benissimo, per carità. Ci sono campioni del fraintendimento, quindi anche a lui potrà capitare di essersi sbagliato a parlare e di non essere stato in grado di esprimersi in un italiano abbastanza corretto da non dar luogo a questo qui pro quo.

Però ascoltando il video qui sotto non si può non dire che quanto meno perseveri.


giovedì 14 febbraio 2013

LA FIBRA... FORSE




Ci risiamo. Hanno ricominciato a telefonarmi per propormi le irresistibili offerte di Sky, Telecom, Fastweb, Sorgenia ecc. ecc.

L'ultima prima di oggi è stata Sorgenia, la cui lavoratrice precaria voleva propormi di passare nelle loro affettuose mani in cambio del blocco per due anni della tariffa. Data l'imbecillità della proposta - bloccare la tariffa che già ora è alta - ho risposto che non ero interessato, ricevendo in cambio uno sgarbato "allora lei non vuole risparmiare?" con annessa improvvisa interruzione della comunicazione alla mia risposta che no, non voglio risparmiare.

Oggi è la volta di Telecom.

Voce femminile dal chiaro accento campano: "Buongiorno. Parlo con la signora **** ?"

Io: "No, non c'è", omettendo di dire che non c'è mai stata, nè mai ci sarà visto che non sono sposato.

Lei: "Ah. Posso parlare con lei?"

Io:"Certo". Avrei voluto rispondere qualcosa tipo "se mi reputa degno", ma vabbé

Lei:"Lei usa il telefono?"

Io:"Ovviamente si", visto che ho una cornetta attaccata all'orecchio

Lei:"Usa anche Internet?"

Io:"Anche". Però vediamo di andare al sodo, sennò qui ci mettiamo tutto il giorno

Lei:"Telefona molto?". Madonna che lavoro orribile essere costretta a fare domande così idiote

Io:"No, poco". Oggi mi sento eremita

Lei:"Perché Telecom ha delle vantaggiose offerte sia per la telefonia, sia per l'adsl..."

E qui ti volevo. Aspettavo solo l'occasione per dire gentilmente che non mi interessa e tu me l'hai servita...

Io:"Guardi, se l'offerta è solo per l'adsl non mi interessa, perché ho la fibra ottica"

Lei:"Ah. Lei ha la fibra?"... silenzio... "Però guardi che forse ce l'abbiamo anche noi la fibra"

Forse?  Che vuol dire? Che l'hanno messa, ma poi se la sono dimenticata lì? Che forse un domani la metteranno?
Non resisto, devo sapere:"Scusi, in che senso forse?"

Lei:"Che la fibra l'ha anche Telecom e forse arriva anche da lei. Devo verificare. Posso richiamarla?"

Io:"Certo. Buona giornata"

Forse se richiama risponderò

venerdì 1 febbraio 2013

300esimo POST : PAROLE AL VENTO

La macchina è dal meccanico. La bici deve andarci. Per spostarmi nella metropoli una volta da bere e oggi già bevuta quasi tutta, l'unica è usare i mezzi pubblici.
E al contrario dei carri-bestiame che mi sono stati descritti e a cui non ho difficoltà a credere, devo ritenermi fortunato. Finora nessun ritardo negli orari e sempre un posto a sedere. Oddio, non è che abbiano scialato con le dimensioni: si sta comunque strettini. Ma dato che il tragitto è contenuto ci si può adattare.
Poi i vagoni sono riscaldati. Pure troppo per i miei gusti. Si potrebbe viaggiare tranquillamente in maniche corte, ma per spogliarmi dovrei avere un posto dove mettere giubbotto, maglione, guanti e cappello. Dato che lo spazio è quello che è, si sopporta il caldo.
Seduto su quelle sedioline osservo chi mi circonda. C'è il viaggiatore che legge, e mi chiedo come riesca a trovare le concentrazione tra una fermata e l'altra senza perdersi la sua mentre è assorto nella lettura. Confesso che lo invidio molto: io non riuscirei mai a leggere rimanendo in contatto col mondo reale tenendo il conto del numero di fermate o stazioni che mancano prima della mia. E infatti sui mezzi pubblici in città non leggo.
Ma la maggior parte dei miei occasionali compagni di viaggio si dedica ad altre attività, alcune più onanistiche, altre decisamente più moleste.
Gli onanisti, seduti o in piedi (e questi ultimi dimostrano un senso dell'equilibrio davvero incredibile), sono assolutamente privi di qualunque contatto con il mondo che li circonda, mentre si dedicano con passione compulsiva all'oggetto del loro desiderio e lo titillano con fulminei tocchi delle dita. Quando ci sono seduto vicino non resisto alla tentazione di sbirciare cosa stanno facendo con così assoluta concentrazione. Alcuni giocano, ma molti di più hanno la tastierina touch-screen attivata e scrivono lunghissime frasi che in genere non si concludono mai prima che io debba alzarmi per scendere, lasciandomi sempre il dubbio di essermi imbattuto in un futuro scrittore di bestsellers. Oppure semplicemente il telefonino provoca l'autismo.
Ma i peggiori in assoluto sono i molesti, quelli cioè che sono impegnati in accorate discussioni con un interlocutore che non è lì con loro, ma alla cui assenza sopperiscono facendo ascoltare la conversazione a tutti i presenti, i quali - se non si sono estraniati dal mondo, come dicevo prima - sono a loro volta impegnati in altrettante futili discussioni con altrettanti interlocutori assenti, a cui sopperiscono facendosi ascoltare dagli altri, che a loro volta... e avanti all'infinito, in un vociare allucinante in cui nessuno parla con gli altri e quei pochi che ci provano devono alzare la voce per farsi sentire.
Mentre chi viaggia da solo, come me, non può godersi un misero viaggio in silenzio, ma è costretto a sorbirsi lunghe conversazioni a cui non avrebbe mai voluto partecipare in compagnia di maniaci che masturbano una tastierina, immersi in una babele di voci e rumori.