mercoledì 30 novembre 2011

FATTI NON FOSTE A VIVER COME BRUTI





Mi chiama Sky per propormi un'offerta irrinunciabile: abbonarmi ai loro programmi, senza pagarli per i primi sei mesi. Ringrazio, ma rispondo che non sono interessato. L'operatrice all'altro capo del filo sembra sorpresa per il mio rifiuto di fronte a tanta generosità e, molto gentilmente, mi domanda come mai io voglia lasciarmi sfuggire questa occasione.

"Perché non ho la talevisione", rispondo candidamente.

La risposta la sgomenta. "Lei non ha la televisione?!?", e si capisce benissimo dal tono che in realtà sta dicendo "Fatti non foste a viver come bruti". Niente, non ci vuole credere. Per lei è assolutamente inconcepibile che una persona sana di mente abbia potuto scientemente decidere di privarsi di questo elettrodomestico.

Le faccio notare che non ho detto che respiro azoto o che vivo senza mangiare e bere. Ho soltanto detto che non mi interessa la sua offerta, perché non ho il mezzo con cui usufruirne. E' come se offrisse 100 litri di benzina a uno che non ha la macchina: è pieno di gente che gira a piedi o con mezzi non suoi, eppure la cosa non desta scalpore.

Invece, io non ho la tv, e questo per lei è inconcepibile. Si capisce benissimo che, mentre mi saluta, si sta ancora domandando come io faccia a vivere.

E anch'io, in fondo, mi chiedo come reagirebbe questa persona se le si rompesse il televisore. Se per lei è inimmaginabile che io non ce l'abbia, vuol dire che lei non può farne a meno. Allora mi domando: la sua è dipendenza o schiavitù?

venerdì 25 novembre 2011

MA NON ERAVAMO IN EMERGENZA ?





E' ormai passata più di una settimana da quando il governo Monti si è insediato. In tutto questo tempo non un provvedimento è stato varato. Per di più, il governo stesso non è ancora completo, dato che mancano tutti i sottosegretari.

Nel frattempo, le cose stanno velocemente precipitando. Siamo passati dal definire il tasso d'interesse dei titoli di Stato al 7% come assolutamente insostenibile per l'economia di un paese, a dire che anche se per un po' sarà così, non è certo la fine del mondo. Cosa sia cambiato nel frattempo, resta un mistero.

A questo punto, mi domando quale sia stata la necessità di far dimettere Berlusconi, fare delle consultazioni alla velocità della luce e nominare Monti, se alla fin fine anche il nuovo governo tentenna allo stesso modo del vecchio.

Se il fattore tempo era così fondamentale come tutti dicevano, allora rimane un mistero come, in una situazione che tutti definiscono d'emergenza, non venga preso in fretta alcun provvedimento, ma si perda tempo a presentare le future decisioni ovunque tranne dove queste avranno effetto.

Le ipotesi che mi vengono sono tre.

 La prima, più tradizionalista, dice che i provvedimenti saranno così "impressionanti" da non poter essere presentati in pompa magna, alla luce del sole. Meglio aspettare le vacanze di Natale, per vararle alla chetichella mentre tutti saranno a tavola a fare ginnastica con le mandibole.

La seconda, complottista, dice che si sta lasciando apposta precipitare le cose, per fare apparire le ormai famose "lacrime e sangue" come l'unico rimedio possibile.

La terza invece è quella che fa sorgere il dubbio che in realtà le decisioni non vengono prese a livello di governi nazionali, ma in ambiti sovranazionali. In questo caso, non solo non importa poi molto chi governa, ma bisognerebbe anche interrogarsi su quanto i popoli possano influire su queste decisioni. La qual cosa, potrebbe anche indurre a chiedersi se effettivamente siamo d'accordo a delegare il potere di decidere a persone che non eleggiamo, o se piuttosto non sarebbe stato più corretto chiedere prima il nostro parere.

giovedì 24 novembre 2011

EVVIVA !!! MONTI E' EDUCATO. L'ITALIA HA RIGUADAGNATO IL SUO PRESTIGIO INTERNAZIONALE.





"Fiducia nell'Italia e nelle sue impressionanti riforme strutturali".

Se lo dicono Merkel e Sarkozy, che da queste riforme non verranno toccati, forse noi dovremmo preoccuparci un tantino, visto che mentre loro sono stati messi a conoscenza della cosa noi ancora non abbiamo la più pallida idea di quali siano; nè, tantomeno, quanto siano vaste da impressionare gli interlocutori di Monti.

Invece oggi si fa un gran parlare dell'enorme cambiamento di stile che Monti ha portato e dell'enorme beneficio che l'Italia ne trarrà. Sicuramente sarà vero, anche se, dopo uno che durante i vertici passava il tempo a "lumare" donne o raccontare barzellette, chiunque si fosse presentato in giacca e cravatta, con un atteggiamento sobrio avrebbe ottenuto lo stesso risultato.

Francamente, il fatto che Monti abbia ridato prestigio internazionale all'Italia comportandosi semplicemente in maniera educata, non mi sembrava una notizia così sensazionale da meritare tutto questo clamore. Però io non faccio il giornalista...

lunedì 21 novembre 2011

OGGI NON HA SENSO. DOMANI E' IL TUO LAVORO DI OGGI


Non ha nessun senso seguire gli eventi di questo governo ora. Ciò che farà a breve è scontato. Ci aggancerà in via definitiva al velivolo che sta precipitando a spirale verso lo schianto e che si chiama Austerità, cioè meno spesa pubblica, cioè deflazione economica, cioè disoccupazione montante, cioè debito pubblico che aumenta per finanziare gli ammortizzatori sociali, cioè ancora più sfiducia dei mercati, cioè tassi sui nostri titoli che saranno sempre più alti, cioè altre chiamate per ancor più Austerità, e il giro a vite infernale ricomincia da capo. Naturalmente tutto condito in Euro, cioè The Ultimate Armageddon Currency. Poi, appunto, ci sarà lo schianto dell’Eurozona, appena prima del quale verrà espulsa la Grecia, poi noi, poi la Spagna, poi la Francia, poi la Germania, che sarà quella che spegnerà le luci prima di saltare per ultima dalla carcassa dell’aeromobile. Ok, questo è banale e scontato. Riporto, a chiusura di questa introduzione, una frase stupenda nella tragedia, trovata nel blog dell’economista americano L. Randall Wray, e che recita: “Chiunque abbia comprato dei titoli di governi dell’Eurozona è stato, nelle memorabili parole di Kenneth Boulding, o un filantropo o un idiota. Probabilmente entrambi”. Chiunque stia considerando di farlo domani… nooo, nessuno, alla fine i mercati sono sì tonti, ma non così tonti.

Ma è domani che conta. Perché già ora i grandi investitori (leggi i golpisti) si stanno attrezzando per infliggerci un destino confronto al quale la condizione economica dell’Italia di oggi sembrerà la Belle Epoque. Dimenticate oggi, dimenticate Monti, la patrimoniale, la non patrimoniale, ICI non ICI ecc. Allora, per essere semplice: quando l’Italia sarà costretta a saltare dall’aereo che precipita a spirale, dovrà sperare di poter azionare il paracadute. Ma i mercati stanno attrezzandosi per tranciarle i cavi. I consigli sull’uso del tronchese li ha illustrati la banca giapponese Nomura Holdings, a firma di Jens Nordvig. Per essere semplice:

Saltare dall’aereo = lasciare l’Euro e riprendersi la Lira.

Azionare il paracadute = poter ri-denominare il proprio debito esterno in Lire per poterlo poi negoziare coi creditori a condizioni di almeno sopravvivenza.

I mercati tranciano i cavi = stanno operando affinché la giurisdizione legale del nostro debito esterno sia spostata dall’Italia alla Gran Bretagna. Così per noi sarà impossibile ri-denominare il debito in Lire e siamo fottuti, ma fottuti come nessuno si immagina. Lo dovremo ripagare tutto in Euro, e a quel punto, con una Lira che sarà per forza svalutata a causa del panico generale, sarà come avere le casse piene di cipolle e dover pagare una Ferrari in dollari comprandoli a forza di tonnellate di cipolle. Significa che dovremo fare, con la nostra nuova Lira sovrana, il triplo dello sforzo. E questo in sé non è la vera fine del mondo. La fine del mondo sarà che il governo di allora sarà troppo ignorante, o troppo in malafede, e non adotterà mai le politiche di Spesa a Deficit Positiva che ci potrebbero salvare, parte dell’approccio della Modern Money Theory che ha salvato per esempio l’Argentina dopo il fallimento (le politiche spiegate ne Il Più Grande Crimine 2011). Nooo… figuriamoci.

Il governo di allora dirà: Austerità! E i milioni di italiani che si sono appena schiantati al suolo, verranno imbarcati a calci su un altro aereo che parte con le ali segate. E tutto ricomincerà da capo.

Ok, non deprimetevi: basta fare i cittadini ed esercitare la propria funzione sovrana, chiedendo ai politici di fare le cose come si deve. Semplice.

p.s. The Institute of International Finance, la lobby bancaria di Washington che raccoglie una quantità di squali finanziari che neppure il Pacifico potrebbe contenerli, è già attivamente al lavoro a distribuir tronchesi. Ma non ditelo in giro, se no poi Oscar Giannino gli dà dei Templari del pianeta di Monghuz, e quelli lo querelano.

domenica 20 novembre 2011

GREEN HILL : UN ESEMPIO DI LAGER



Alessio Pisanò


In duemila hanno manifestato per oltre cinque ore a Montichiari, in provincia di Brescia, per chiedere la chiusura di Green Hill, il centro che alleva e vende cani destinati alla sperimentazione in laboratorio. Persone venute da tutto il Nord Italia e oltre, per chiedere che il centro chiuda per sempre. Si tratta dell’ultimo capitolo di una battaglia che nel bresciano va avanti ormai da anni. Non sono mancati i momenti di tensione durante la manifestazione. Anche perché nel corteo c’era l’ex ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, non nuova a iniziative animaliste, ma accusata da qualche manifestante di “essere titolare di un salumificio” e di “adottare la causa animalista solo per raccogliere voti”.

Il centro di Green Hill alleva cani di razza “beagle” per i laboratori di vivisezione di tutto il mondo. Si stima che dentro i cinque capannoni del centro siano rinchiusi circa 2500 cani adulti più varie cucciolate. Dopo il tracollo dell’altro allevamento italiano, la Stefano Morini di San Polo d’Enza, Green Hill è diventato il principale fornitore di cani sul mercato europeo, con circa 250 esemplari venduti ogni mese. Tra i suoi clienti figurano laboratori universitari, aziende farmaceutiche e centri di sperimentazione come l’Huntingdon Life Sciences in Inghilterra, il più grande laboratorio europeo. Da alcuni anni Green Hill è stata acquisita da un’azienda americana, la Marshall Farm Inc. la più grande “fabbrica di cani” da laboratorio al mondo.

Dal centro della piccola Montichiari partono stock di animali verso i laboratori di tutto il mondo, dall’America alla Cina. Ma il grosso delle spedizioni resta in Europa, ad esempio in Francia. Nel febbraio 2011, un cagnolino di un anno di età è stato acquistato dalla Cea, il Commissariato per l’energia atomica e le energie alternative francesi. Ma non mancano i compratori italiani, tra cui il Research Toxicology Centre di Pomezia che si trova nel cosiddetto ‘Campus Menarini’ insieme alle due divisioni del colosso farmaceutico italiano, Menarini Ricerche Spa e Menarini Biotech Spa. Sempre a Pomezia figura la Sigma Tau, una società per azioni che dichiara, oltre alla produzione di prodotti farmacologici, anche cosmetici e dietetici. Poi un paio di divisioni, ad Aprilia in provincia di Latina e a Catania, della Wyeth Lederle, multinazionale americana con sede nel New Jersey specializzata in prodotti per la zootecnia e cura di animali domestici e di allevamento. Infine l’Aptuit con sede a Verona, una multinazionale americana con sede nel Connecticut.

File e file di gabbie con luci artificiali e un sistema di areazione sono l’ambiente in cui crescono questi cani, prima di essere caricati su un furgone e spediti nell’inferno dei laboratori”. Così descrivono quel luogo i membri del coordinamento Fermare Green Hill attivi da anni ed organizzatori di numerose azioni dimostrative contro il canile-lager. Gli animalisti, oltre a contestare la vivisezione in sé, denunciano maltrattamenti e violenze ai cani allevati nel centro, che tiene rigorosamente chiuse le porte al pubblico. Recentemente l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) ha denunciato anche una serie di inadempienze di natura amministrativa per il basso numero di microchip inoculati ai cani e obbligatori per legge.

Ma l’allevamento di cani da laboratorio rappresenta un ottimo business economico, tanto che la Marshall ha previsto un allargamento del centro di Montichiari con l’obiettivo di arrivare a “produrre” 5.000 cani e farne così il più grande allevamento di cani beagle d’Europa. Per un prezzo compreso dai 450 ai 900 euro si possono infatti comprare cani di tutte le età, e aggiungendo qualcosa in più si può comprare una femmina gravida. Green Hill e Marshall Farm inoltre “offrono” ai propri clienti trattamenti chirurgici su richiesta, tra cui il taglio delle corde vocali o l’asportazione di alcune ghiandole.La manifestazione di ieri è stato l’ennesimo tentativo degli animalisti di chiudere quello che viene chiamato “lager dei cani”. “Vogliamo salvare i cani rinchiusi dentro Green Hill e quelli prigionieri di tutti i laboratori e i lager del mondo, ma non vogliamo certamente salvare solo loro”, recita il manifesto.

In Europa però la vivisezione è una pratica permessa. Nel settembre 2010 è stata approvata in via definitiva dal Parlamento europeo la nuova direttiva Ue sulla vivisezione in mezzo a non poche critiche da parte delle associazioni animaliste internazionali. In quell’occasione gli animalisti accusarono la direttiva di livellare gli standard di tutela al ribasso. Sotto accusa erano finiti proprio gli scarsi incentivi a quei “metodi alternativi” di sperimentazione che non prevedono l’utilizzo di cavie da laboratorio.
Il Fatto

venerdì 18 novembre 2011

DIECI PICCOLI INDIANI

Intervento di Nigel Farage, presidente del gruppo Europa della LIbertà e della Democrazia al Parlamento Europeo

"Eccoci qua, sull'orlo di un disastro finanziario e sociale e abbiamo oggi nella stanza le quattro persone che sarebbero dovuti essere responsabili. Abbiamo ascoltato i discorsi più ottusi e tecnocratici che abbia mai sentito. Siete tutti a negare! Secondo qualsiasi misuratore oggettivo, l'Euro è un fallimento. E chi è il responsabile? Chi è in carica di voi? La risposta è ovviamente: "Nessuno di voi, perché nessuno di voi è stato eletto. Nessuno di voi ha una legittimazione democratica per il ruolo che ricoprite in questa crisi." E in questo vuoto, seppur controvoglia, è entrata in scena Agela Merkel e viviamo ora in un'Europa dominata dalla Germania. Un'eventualità che il progetto europeo intendeva escludere. Una situazione per prevenire la quale chi ci ha preceduto ha pagato un caro prezzo in sangue. Io non voglio vivere in un un'Europa dominata dalla Germania e non lo vogliono i cittadini europei. Ma voi avete avuto un ruolo in tutto ciò. Perché quando il primo ministro Papandreou si è alzato e ha usato il termine "referendum" lei, signor Rehn lo ha descritto come una "violazione della fiducia", e i suoi amici qui si sono radunati come un branco di iene attorno a Papandreou, lo hanno fatto rimuovere e rimpiazzare con un governo-marionetta. Che spettacolo Assolutamente disgustoso è stato. E non soddisfatti, avete deciso che Berlusconi doveva andarsene. Così è stato rimosso e rimpiazzato da Monti, un ex commissario europeo, un architetto del disastro dell'Euro, un uomo che non era nemmeno membro del Parlamento.
Sta diventando come un romanzo di Agatha Christie, dove stiamo cercando di capire chi è il prossimo che sarà fatto cadere. La differenza è che noi sappiamo chi sono i cattivi. Voi tutti dovreste essere ritenuti responsabili di ciò che avete fatto. Dovreste essere tutti licenziati. E devo dire, signor Van Rompuy, 18 mesi fa quando ci siamo incontrati per la prima volta, mi ero sbagliato sul suo conto. La definii un "assassino silenzioso delle democrazie degli stati nazionali". Ora non più, lei è piuttosto chiassoso nel suo operare, non crede? Lei, un uomo non eletto, è andato in Italia e ha detto: "Questo non è il tempo per le elezioni, ma è il tempo delle azioni". Per Dio, chi le dà il diritto di dire queste cose al popolo italiano?"

CHIEDIAMO UN REFERENDUM. E VEDIAMO CHE SUCCEDE





Questo non è un regime. Figuriamoci adesso che il capo del medesimo è stato disarcionato.
Il nostro presidente della repubblica è garante della Costituzione, che fa del nostro Paese uno Stato sovrano a tutti gli effetti. La sua indiscussa intelligenza politica ha permesso le dimissioni del Caimano e la formazione a tempo di record di un nuovo governo, formato dai migliori esponenti del nostro panorama culturale. Gente competente nei settori di cui da ministro dovranno occuparsi: una sorta di Accademia d'Italia.

Il presidente del consiglio Monti, quindi, saprà traghettare il Paese fuori dalla crisi, con una politica di sacrifici e riforme, compensate da una maggiore equità sociale. Nulla sarà imposto dall'alto. Tutto le decisioni che saranno assunte, verranno adottate solo dopo un approfondito dialogo con le parti sociali.

Monti ha tenuto a precisare - e, devo dire, la cosa un po' mi ha sorpreso - che il nuovo governo non è espressione di fantomatici poteri forti e sovranazionali, bensì ha come dovere principe quello di fare il bene della Nazione.

Quindi i soliti complottisti si tranquillizzino: nessun golpe e nessun progetto di distruggere il Paese.

Il Senato si è dichiarato soddisfatto e ha accordato la fiducia al governo, con una votazione plebiscitaria: solo 25 voti contrari.

Benissimo. Ora prendiamo in considerazione un dato di fatto. Il primo partito italiano è costituito dalla massa di cittadini che, alle ultime elezioni politiche, o non ha espresso un voto valido, oppure ha votato per partiti che non hanno raggiunto la soglia di voti per entrare in Parlamento. Questa massa di cittadini non beneficia di una rappresentanza politica. E però la consistenza numerica è tale da non poter essere ignorata.

Ora, diamo pure per scontato che il nuovo governo sarà rappresentativo di tutti i cittadini e che lavorerà nell'interesse di tutti. Quindi, stando a quanto dichiarato, prenderà ttutte le decisioni del caso dopo un ampio confronto con tutte le realtà sociali.

Mi permetto di fare una proposta: invece di protestare a compartimenti stagni - studenti, lavoratori, indignati vari - organizziamo un bel movimento di massa in cui discutere della crisi e delle cause che l'hanno generata. Parliamo di Europa e di debito. E, infine, vediamo se il governo è davvero democratico come afferma, chiedendo un referendum con cui esprimere se la maggior parte di noi è d'accordo su ripagare il debito e sulle ricette proposte allo scopo. E protestiamo tutti - con scioperi e manifestazioni, ad esempio - fino a che non otterremo il risultato.

Non vi sembra una prova del nove?

giovedì 17 novembre 2011

SI AL NUCLEARE. A CONDIZIONE CHE SIA UNA BATTUTA





Ore 16,08. Ministro dell'ambiente Corrado Clini

 "Il ritorno al nucleare è una opzione sulla quale bisognerebbe riflettere molto, anche se quello che è avvenuto in Giappone ha scoraggiato. Comunque, di base, la tecnologia nucleare rimane ancora una delle tecnologie chiave a livello globale". Quindi... "si, a certe condizioni".


Ore 20,14. Ministro dell'ambiente Corrado Clini

"'Non ho certo intenzione di riaprire una questione gia' risolta in modo chiaro con il referendum e sono impegnato da anni nella promozione e nello sviluppo delle energie rinnovabili. La mia battuta sul nucleare fa riferimento all'esigenza di considerare che la tecnologia nucleare ha ancora un ruolo rilevante nel sistema energetico europeo e globale".


Quattro ore di profonda "riflessione"... e un'affermazione è diventata una battuta: deve essere stato frainteso.

GIULIETTO CHIESA : MONTI E IL BLUFF DEL DEBITO PUBBLICO

martedì 15 novembre 2011

TUTTO BENE. TUTTI D'ACCORDO. MA L'OPPOSIZIONE DOVE STA ?



Monti stasera ha praticamente accettato l'incarico. Visto che l'unico che teoricamente poteva non essere d'accordo era Berlusconi, il risultato appariva abbastanza scontato: del resto, bastava che venisse data l'assicurazione che non si sarebbe toccata la sua roba e i suoi affari - più naturalmente un occhio di riguardo ai suoi processi - e l'assenso alla formazione del nuovo governo era cosa fatta.

Del Pd ormai è anche difficile parlare: bastava che Monti assicurasse di non fargli prendere alcuna responsabilità, che questa ex-opposizione (ex ormai da anni, del resto) avrebbe ripreso beatamente il suo letargo, blaterando come al solito di non meglio precisate riforme. A proposito, segnalo un interessante articolo che spiega bene come il termine riforme possa avere in questo momento quella valenza non puramente positiva, che invece questi cervelli dall'encefalogramma piatto spacciano ormai da anni: pensate per esempio cosa ci può essere di positivo per chi lavora nella riforma delle pensioni.

La Lega se ne frega - scusate la rima - e riapre il parlamento del nord, ricominciando a parlare di secessione e autodeterminazione. Un po' come i bimbi che giocano coi soldatini. Del resto il leader Bossi, causa demenza senile, sta tornando pian piano all'infanzia.

Di Pietro inizialmente aveva detto no. Poi si è ritrovato da solo - come sempre non ha capito con chi si è alleato - e ora sta facendo una patetica retromarcia a tappe per non essere costretto ad ammettere apertamente la sua giravolta di 180 gradi: dal "no", siamo al "quasi si", passando per il "ni".

I partitini più piccoli, entità monocellulari, sono d'accordo e sosterranno il nuovo governo.

Ma se tutti sono d'accordo, se gli avversari di ieri diventano gli alleati di domani, c'è qualcosa che manca: l'opposizione. E, se manca, non ci sarà nessuno in grado di controllare e, magari, contrastare l'operato del nuovo esecutivo. Il fatto che questo nuovo governo non si ponga limiti di tempo, significa quindi che per almeno due anni non ci sarà niente e nessuno in grado di fare da contrappeso.

A questo punto, dubito che la "querelle" Amato-Letta sia poi così importante come i grandi media tentano di presentarla. Ho invece la tentazione sempre maggiore di definire questa manovra come un golpe e quello che nascerà domani come un regime.

Forse aveva ragione Veronica Lario quando diceva che il vero pericolo non era Berlusconi, ma quello che sarebbe venuto dopo.

DONNA ! CHI E' IL TUO RAPPRESENTANTE ISTITUZIONALE ?





Ieri sera ho ascoltato la conferenza stampa con cui Mario Monti ha fatto un riassunto delle consultazioni da lui svolte nell'arco della giornata.
Niente di speciale: non ha mai pensato di avere un incarico a termine, vorrebbe dei politici dentro al governo sennò pazienza, sacrifici ed equità sociale, mai parlato di lacrime e sangue, crescita e prestigio nazionale.

Tutti mettevano in risalto la differenza di un uomo che finalmente rispondeva con proprietà di linguaggio alle domande dei giornalisti, pesando e misurando le parole, anziché lasciarsi andare in spettacolini e barzellette come chi lo ha preceduto.

All'improvviso ho ascoltato questa frase:

"Domani - cioè oggi - incontrerò i rappresentanti istituzionali delle donne e dei giovani".

Fermi tutti. Mai avevo saputo che giovani e donne avessero dei rappresentanti istituzionali. Anche tra i giornalisti deve essere sorto qualche dubbio, dato che a Monti è stato chiesto chi, precisamente, avrebbe incontrato oggi. Il "forum dei giovani" è stata la risposta. Se si va a vedere il sito, ci si può cominciare a fare un'idea di quali giovani rappresentino tutta la categoria: i consiglieri dell'associazione sono tutti laureati in legge o in discipline attinenti marketing e comunicazione.

E' già qualcosa, ma non credo proprio che questo forum possa essere considerato rappresentativo di tutti i giovani.

Per quanto riguarda le donne, invece, la risposta non c'è stata. D'altra parte non riesco a immaginarmi chi possa essere il rappresentante istituzionale delle donne.
Come si può trasformare un genere - femminile in questo caso - in una categoria?
Una donna può essere ricca o povera, bella o brutta, gentile o maleducata, giovane o vecchia. Può avere figli o meno, lavorare o no, ma se appartiene al genere in questione sarà sempre una donna, a prescindere dalla sua condizione o dalla sua attività. Ci sono sicuramente svariate associazioni a cui iscriversi, ma non riesco a comprendere a quale occorra iscriversi per essere qualificate come donne e per avere diritto ad una rappresentanza istituzionale.

Mentre ero impegnato in queste elucubrazioni, troppo complicate per essere descritte qui, è arrivata a casa la mia compagna. Le ho subito domandato chi fosse la sua rappresentante istituzionale, ma non ho ottenuto risposta. Dato che mi stava fissando come si guarda un folle, ho spiegato il motivo della domanda.
La sua risposta, che Monti è un economista, è stata illuminante. Ecco come un genere può essere trasformato in una categoria: economica in questo caso.

Allora, vuol dire che sono donne solo quelle economicamente produttive. In questo caso si ottiene il diritto alla rappresentanza. Si diventa addirittura istituzione.
Mi resta sempre il dubbio su quale sia il genere cui appartengano coloro che sono economicamente improduttive: forse sarebbe il caso che si organizzassero per costituire un'associazione di genere e/o categoria che possa istituzionalmente rappresentarle.
Altrimenti, rimarranno inascoltate.

lunedì 14 novembre 2011

DRAGHI E NAPOLITANO DEVONO ESSERE ARRESTATI E PROCESSATI



I golpisti finanziari che hanno terminato la nostra democrazia dopo 63 anni di vita sono stati condotti al Palazzo italiano da Mario Draghi e dal Group of Thirty. Ad attenderli dentro il Palazzo vi era Giorgio Napolitano, da 35 anni uomo di punta in Italia del Council on Foreign Relations degli USA e amico delle loro multinazionali, come da lui stesso dichiarato molti anni or sono su Business Week.
Si consideri quanto segue:
1) La sovranità legislativa italiana, quella economica ed esecutiva, già compromesse dai Trattati europei e dall’Euro (si legga Il Più Grande Crimine 2011), sono state terminate del tutto. Ciò è evidente persino nei titoli del Corriere di questi giorni, non c’è bisogno di leggere Barnard o altri.

2) Le misure di austerità - si legga la rapina della pubblica ricchezza e del futuro di milioni di famiglie italiane attraverso un collasso pilotato dell’economia che tali misure portano senza dubbio - non hanno ora più ostacoli, e sono espressione del volere di poteri finanziari non eletti dagli italiani. Il Parlamento non ha avuto voce in capitolo, ha dovuto obbedire di corsa, cioè è stato esautorato di fatto da forze straniere.

3) Saranno decenni di sofferenze e lacrime e sangue per i cittadini, un impoverimento mai visto dal 1948 e tanti morti anzi tempo a causa della demolizione dei servizi.

I punti 1, 2 e 3 formano i contenuti sufficienti per un’accusa di alto tradimento della patria da parte di Mario Draghi e di Giorgio Napolitano, che devono essere incriminati e arrestati. Se pensate che questa sia retorica di un esagitato, si legga la letteratura economica americana sulla crisi dell’Eurozona per fugare ogni dubbio, e si visiti l’Irlanda o la Grecia, vittime prima di noi di questi golpisti. Questo è un colpo di Stato.

Mario Draghi è membro del Group of Thirty (GOT), dove la sua presenza segna il più scandaloso conflitto d’interessi della storia italiana, alla luce del disastro democratico che stiamo vivendo (prendano nota i demenziali travagliati dipietrosi che per anni sono corsi dietro al conflitto d’interessi del presunto ladro di polli e hanno ignorato quello dei veri ladri planetari). Il lavoro dell’eccellente Corporate Europe Observatory ha denunciato il GOT e ciò che vi accade. Fondato nel 1978, è una lobby dove impunemente i grandi banchieri si mischiano a pubblici funzionari di altissimo livello. Ecco i principali membri: Jacob A. Frenkel, di Jp Morgan Chase - Gerald Corrigan, Managing Director del Goldman Sachs Group - Jacques de Larosière, Presidente del Gruppo UE sulle risposte alla crisi finanziaria - William C. Dudley, ex Goldman Sachs oggi alla Federal Reserve di NY - Mervyn King, governatore della Banca Centrale d’Inghilterra - Lawrence Summers, ex ministro del Tesoro USA, oggi al Bilderberg Group - Jean-Claude Trichet, uno dei padri dell’Euro, ex governatore della BCE - David Walker Senior Advisor, Morgan Stanley International - Zhou Xiaochuan, governatore Banca Centrale Cinese - John Heimann, Istituto per la Stabilità Finanziaria - Shijuro Ogata, Vice Presidente, Commissione Trilaterale - inoltre vi sono passati Tommaso Padoa-Schioppa (ex Min. Finanze) e Timothy Geithner (attuale Min. Finanza USA). Ripeto: Draghi ne è membro oggi.
Cioè, in esso si mischiano i lobbisti della finanza bancaria più criminosa della Storia e i pubblici controllori delle medesime banche.

Mario Draghi arriva alla BCE fra il 31 ottobre e il primo novembre. Il colpo di Stato finanziario contro l’Italia si svolge nella settimana successiva, il governo eletto ne è spazzato via. Mario Draghi poteva fermare la mano degli speculatori golpisti semplicemente ordinando alla BCE di acquistare in massa i titoli di Stato italiani. Infatti tale acquisto avrebbe, per la legge basilare che li regola, abbassato drasticamente i tassi d’interesse di quei titoli, il cui schizzare in alto a livelli insostenibili  stava portando l’Italia alla caduta nelle mani degli investitori golpisti. Essi sarebbero stati fermati, resi inermi di fronte al fatto che la BCE poteva senza problemi mantenere a un livello basso costante i tassi sui nostri titoli di Stato. Ma Mario Draghi siede alla BCE e non fa nulla. Non siate ingannati dalla giustificazione standard offerta per questo rifiuto di acquistare titoli italiani da parte della BCE. Vi diranno che le è proibito per statuto, ma non è vero: infatti clausole come la SMP Bond Purchases lo permettono, e anche le regole sulla stabilità finanziaria del trattato d Maastricht, come scritto di recente da Marshall Auerback e da altri. Draghi poteva agire, eccome.

Risultato: il golpe. Da ora le elite finanziarie sono col loro aguzzino Mario Monti al governo a Palazzo Chigi. Fine della democrazia italiana fondata nel 1948. Comandano i mercati, non il Parlamento.

Tutto ciò è stato ampiamente discusso da Mario Draghi con i suoi camerati al Group of Thirty, secondo un copione che trapelava da anni sulle pagine della stampa finanziaria anglosassone. Silvio Berlusconi era stato avvistato più volte dell’esistenza di quel copione: “L’Italia ha problemi gravissimi, ha bisogno di una iniezione di libero mercato con riforme economiche neoliberali… fra cui ridurre le tasse, tagli all’impiego pubblico e alle pensioni, rafforzare il settore dei servizi privati, e rendere più facili i licenziamenti”, cioè esattamente quello che sta accadendo in queste ore nelle riforme che il golpe ci ha imposto, facendosi beffe, come già detto, del Parlamento non più sovrano. La prescrizione in corsivo è del Neoliberista fanatico Alberto Alesina nell’Aprile del 2006. Lo stessa anno in cui Draghi prendeva il comando della Banca d’Italia, dopo aver lasciato la banca d’investimento più criminosa del mondo, Goldman Sachs, in cui resse una posizione di comando nel settore Europa proprio mentre la Goldman aiutava la Grecia a truccare i propri conti pubblici nel 2002. Draghi mentì negando di essere stato in carica a Golman Sachs nei mesi della truffa, ma fu smascherato dalle audizioni del Senato USA, nientemeno.
Tornando al golpe. Le conseguenze sociali, le sofferenze per milioni di italiani per decenni, la scure che si abbatte sul futuro dei nostri piccoli, sui pochi preziosi anni che rimangono agli anziani indigenti, sull’ambiente, e sulla democrazia, saranno tragici. Nell’ordine di migliaia di volte peggiori di qualsiasi danno le mafie regionali abbiano mai potuto infliggere all’Italia, e col concreto pericolo di prostrarla per intere generazioni. Alla luce di tutto ciò, e mentre si fatica a non emigrare di fronte all’idiozia epica di masse di italiani che festeggiano l’arrivo dei golpisti (sic), è doveroso chiedere l’incriminazione e l’arresto per alto tradimento di Mario Draghi e di Giorgio Napolitano in quanto cittadini italiani. Prego quindi l’eventuale giurista che leggesse queste righe di informarmi sulla procedura per inoltrare una denuncia in tal senso. Se, come temo, essa non esiste, nulla cambia della sostanza morale di quanto scritto.

p.s. Prego i diversi colleghi che usano in Tv, ai dibattiti o in radio i fatti che scopro e denuncio, di almeno citarmi come fonte. Grazie.

domenica 13 novembre 2011

MONTI ACCETTA CON RISERVA. SUA O NOSTRA ?





Il senatore a vita Mario Monti ha accettato l'incarico di formare il nuovo governo con riserva.

Giusto per capire di chi si sta parlando, ecco un articolo di Ida Magli, pubblicato su italianiliberi.it, in cui si rammenta l'episodio delle dimissioni da Commissario Europeo, anno di grazia 1999, sotto la presidenza Santer, "per l’accertata responsabilità collegiale dei Commissari nei casi di frode, cattiva gestione e nepotismo".

Se così stanno davvero le cose, forse dovremmo essere noi a sciogliere la riserva.

ADDIO AL DIGITALE TERRESTRE








Il primo a volere il "digitale terrestre", è stato lui, il Cavaliere...





... i suoi fedelissimi, col tempo, hanno recepito il messaggio e si sono accodati...














Adesso, Silvio si è pentito e ci dice addio...


sabato 12 novembre 2011

DALL'INTERNAZIONALE SOCIALISTA, ALL'INTERNAZIONALE LIBERISTA: UN VERO E PROPRIO GOLPE





Diciamolo chiaramente: delle dimissioni di Berlusconi nessuna forza politica italiana può arrogarsi il merito. Mai viste delle opposizioni più imbelli di quelle, scandalosamente conniventi, che ci sono state in questi anni.

Il Cavaliere è stato dimissionato solo e unicamente dai grandi potentati neoliberisti e neomercantilisti sovranazionali, che ormai lo avevano individuato come l'ostacolo da rimuovere sulla strada dell'asservimento italiano. Ora che la missione pare essere compiuta, ci aspettano sangue, sudore e lacrime.

Che la soluzione a questa crisi politica sia la nomina di Mario Monti premier, io personalmente non lo penso proprio. Ci siamo liberati, almeno per il momento, dell'incarnazione italiana del "conflitto d'interessi", per metterci in casa un conflitto più ampio, su scala internazionale: ci ritroveremo un premier che è un non disinteressato affine di quelle lobbies economiche e finanziarie che sono state alla base dell'attuale situazione. Dopo l'Internazionale Socialista, è venuto il momento dell'internazionale neoliberista.

Per di più, con il fatto di aver nominato Monti senatore a vita, il grande Napolitano ha fatto entrare vita natural durante Goldman Sachs, Bilderberg e Trilaterale dentro le nostre istituzioni. Questi ci stringono il cappio al collo e il presidente della repubblica, invece di ergersi come unico e ultimo baluardo della Costituzione e dei cittadini, gli stende il tappeto rosso e si schiera apertamente a difesa dei grandi potentati sovranazionali, che calpestano ogni giorno di più la sovranità nazionale: un golpe in piena regola, attuato mediante il tradimento della Costituzione che il presidente giura di difendere.

Adesso, ci dovremo preparare alla farsa del "governo di larghe intese": nessuno - media, opinionisti, ecc. - fa notare come queste intese siano veramente molto ristrette, altro che larghe. E' vero che andare al voto adesso vorrebbe dire farlo con una legge elettorale francamente impresentabile.
Ma è altrettanto vero che le forze politiche attualmente presenti in parlamento rappresentano solo e unicamente il fronte liberale, lasciando totalmente prive di rappresentanza tutte le altre istanze non liberali. Per tacere anche di quelle correnti di pensiero che sono addirittura contrarie alla politica filo europeista.
In pratica, stando così le cose, la scelta si restringe tra l'essere ferocemente liberisti e un liberismo leggerissimamente più annacquato: quando si dice la libertà di scelta.

P.S. Due simpatiche coincidenze per i "complottisti"

Come mai Monti è diventato senatore a vita in concomitanza con l'arrivo degli osservatori finanziari dell'Europa?

Cosa mai si saranno detti oggi il presidente del consiglio "in pectore" e il capo della Bce Mario Draghi?