mercoledì 9 novembre 2011

DIMISSIONI POST MORTEM ?





Il rendiconto generale dello Stato è passato con l'aiuto, il solito, delle opposizioni che hanno garantito il numero legale, pur non partecipando al voto finale.
Mi verrebbe da domandare il perché di questo mutato atteggiamento, dato che il provvedimento è lo stesso su cui la volta precedente avevano votato contro. Adesso dicono che lo hanno fatto passare per senso di responsabilità. Vuol dire che un mese fa erano degli irresponsabili?
La realtà è che quello che è stato presentato come un passaggio fondamentale per il Paese ha la stessa valenza che ha il rendiconto consuntivo di un qualsiasi condominio: non è mai successo nei 3 anni precedenti che il governo sia andato sotto su argomenti importanti, sempre sulla fuffa.

Berlusconi ha preso atto che non ha più la maggioranza alla Camera ed è andato al Quirinale, per far sapere a Napolitano che si dimetterà, ma solo dopo aver fatto approvare la "legge di stabilità"; stabilità di che, si vedrà. Lo farà approvare al Senato, dove dovrebbe avere ancora la maggioranza, per dimostrare che un'alternativa al suo governo non c'è. Nel frattempo, come sempre sta solo cercando di prendere tempo, nella speranza di riuscire ad inventarsi qualcosa anche alla Camera. Mai come in questi giorni i deputati che volessero vendersi a lui guadagnerebbero così tanto.

Il vero problema, però, non sono le piccole beghe di maggioranza e opposizione. E' di oggi la notizia che il commissario europeo agli affari economici, Olli Rehn, ha inviato all'Italia una nuova lettera contenente un numero impressionante di quesiti, dando una settimana di tempo per rispondere: in sostanza, comunque, viene detto che serve assolutamente una nuova - ennesima - manovra economica.

A questo punto, è chiaro che non ha nessuna importanza ciò che Berlusconi, il suo governo, la maggioranza e l'opposizione faranno o diranno. Ciò che è importante è che chiunque sarà presidente del consiglio e qualunque governo verrà formato, prenderà ordini da poteri estranei e non eletti, oltre che per nulla democratici.

Come al solito, stiamo perdendo tempo a discutere degli esecutori, perdendo totalmente di vista i mandanti. Cioè quelli che premeranno per un bel governo tecnico magari guidato da Mario Monti, che appoggiato dai nuovi "salvatori della patria" eseguirà - ovviamente, diranno, perché costretti - tutti gli ordini che saranno impartiti dall'alto.

Segnalo, infine, l'ultimo post di Barnard, molto interessante soprattutto nella parte in cui spiega, in poche righe e cifre alla mano, come la situazione dei paesi cosiddetti Piigs non venga assolutamente influenzata da fattori interni, come il colore dei gonerni nazionali.

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