lunedì 5 dicembre 2011

SE LORO S'INCAZZANO, IO POSSO ESSERE TRANQUILLO





Prima c'era Berlusconi. Lo spread schizzava alle stelle, l'Europa era incazzata con l'Italia e la Marcegaglia diceva che così non si poteva andare avanti. Si diceva che avere interessi del 7% sul debito non sarebbe stato assolutamente sostenibile: ci sarebbe stato l'Armageddon.

Poi è caduto Berlusconi: è arrivato un governo tecnico non eletto da nessuno. L'Europa ha cominciato a calmarsi un po'. Lo spread è rimasto alto, ma si è cominciato a dire che, se anche gli interessi sul debito si fossero mantenuti al 7% per un po', non sarebbe successo niente di male. La Marcegaglia ha cominciato ad essere un po' più tranquilla.

Adesso di Berlusconi non si parla più (non tanto quanto prima). Il governo Monti ha varato la sua manovra economica. La Marcegaglia è contenta e lo spread è improvvisamente crollato.

Non so voi, ma io comincio a pensare che la mia tranquillità e il mio benessere siano inversamente proporzionali a questi fattori...

CAMUSSO, MA DI CHE PARLI ? MONTI FA LA COSA GIUSTA, NON C'E' N'E' ALTRE



Non sto ironizzando né provocando. Prendo in mano l’Italia di oggi, Stato membro dell’Eurozona che usa una moneta straniera che si chiama Euro, che le viene fornita interamente da prestatori privati, senza alcun appoggio della Banca d’Italia. E in effetti questa Italia, così messa, deve, per sopravvivere, pareggiare i bilanci come minimo. Ma non solo. Deve arrivare al surplus di bilancio, cioè lo Stato dovrà tassarci molto di più di quello che ci dà come ricchezza finanziaria. Questo significa che dovremo tutti diventare più poveri, e soffrirne le orrende conseguenze sociali. Non si scappa. Monti e Draghi in questo hanno ragione, la loro ricetta non fa una grinza, è, tecnicamente parlando, un obbligo ineludibile. Anzi, è troppo tenera. E, di nuovo, non sto ironizzando.

Esiste una regola aurea in economia che stabilisce questo, e ve lo spiego in sequenza:

-       un Paese con moneta NON sovrana come siamo noi, per poter onorare gli interessi sui suoi titoli di Stato emessi (i BOT, BTP…) deve pagare un tasso d’interesse sui quei titoli non di molto superiore al tasso della sua crescita economica. Esempio: se quel Paese cresce al 2%, non può pagare tassi al 5, al 6, al 7,5 % ecc. Se no prima o poi fallisce. Noi stiamo crescendo quasi zero, e paghiamo tassi d’interesse dal 6 al 7%. Semplificando, è come se uno guadagnasse 1 soldo ma dovesse pagare un affitto di 6 soldi. Come fa?

-        L’Italia dell’Euro non sovrano deve dunque trovare la differenza (soldi) in qualche modo, se no fallisce. E dove li può trovare? Monti, che non è un impreparato, lo sa bene: deve incassare tasse al netto, tagliare la spesa pubblica, e/o generare un forte aumento dell’export. Vediamoli:

-       le tasse al netto sono prelievi da parte dello Stato sui nostri conti correnti, prelievi che devono essere superiori a ciò che lo Stato versa nei nostri conti correnti. I tagli alla spesa pubblica sono la logica conseguenza di quanto appena detto, poiché la spesa pubblica è proprio ciò che lo Stato versa nei nostri conti correnti. L’aumento dell’export è la terza mossa, che però non elimina le altre due ovviamente. Vediamola:

-       per esportare di più di quando importiamo, quindi per incassare Euro al netto, l’Italia deve produrre cose a prezzi competitivi. Per essere competitiva ha tre strade: una non esiste più, perché necessitava di moneta sovrana, che non abbiamo più; la seconda è calare il costo del lavoro in fabbrica, così che i nostri prodotti costino un po’ meno di quelli dei rivali stranieri. La terza è di, ovviamente, far sì che gli italiani desiderino meno prodotti esteri (Iphone, Audi, Chanel, Sony, benzina…), perché se noi ne vogliamo invece tanti l’Italia non riuscirà mai a esportare più di quanto importa e quindi a incassare i soldi al netto che servono per il debito. E come si fa a convincere noi italiani a voler meno cose estere? Siamo troppo viziati, l’unica è impoverirci, punto. Monti lo sa, è un esperto, e questo fa.

Riassumendo: l’Italia dell’Euro in effetti, e non ironizzo, deve trovare denaro per pagare i tassi sul suo debito, e ne deve trovare tanto, poiché la differenza fra la sua crescita economica e i tassi che paga è enorme (crescita quasi 0%, tassi quasi 7/8%). Quel denaro lo possiamo solo trovare tassandoci, tagliando la spesa pubblica, cioè impoverendo gli italiani, e impoverendo ancor di più gli stessi italiani così da ridurre le importazioni e pagare di meno gli operai, per esportare di più di quanto importiamo, e incassare la differenza. Non se ne esce. Anzi, come ho scritto nel titolo, la pura matematica ci dice che Monti è stato troppo leggero, e lui sa benissimo che dovrà essere molto più pesante nei sacrifici che ci imporrà in futuro (leggete sotto).

Non voglio dipingere, qui, lo psicopatico criminale Mario Monti come un bravo e intelligente servo dello Stato. E’ un golpista, l’ho già detto e ridetto in altri scritti. Ma tu, Susanna Camusso, devi capire che dato l’Euro, ripeto, CHE DATO L’EURO, dato il fatto che l’Italia oggi non può più onorare qualsiasi deficit semplicemente “facendosi staccare un assegno dalla propria Banca Centrale” (Wynne Godley, 1997) denominato nella sua moneta sovrana che era la Lira, dato questo orrendo arrangiamento monetario chiamato da tutti voi “la modernità” quando il tuo centrosinistra ce lo portò a Roma, non ci sono altre soluzioni cara Susanna. Monti fa l’unica cosa tecnicamente possibile, e anzi, dovrà imporre ancor più sacrifici, lacrime e sangue.

La tua, Camusso, è retorica vuota e ignorante. La cosa più vuota che il tuo vuoto scatolone affarista e mafioso chiamato CGIL abbia mai pronunciato nella sua storia. Prendi per i fondelli milioni di lavoratori facendo la scenetta dell’indignata che inorridisce di fronte all’iniqua manovra, e il tuo scatolone nazionale non dice una sola parola sull’unica reale causa di questa catastrofe d’impoverimento, che risponde al nome di Euro. Che leader che sei. Ma ditemi voi, con sindacati così chi ha bisogno dei capitalisti? Fanno tutto da soli.

Ora e di nuovo. Mi si critica perché grido “dovete studiare!, studiare!”. Guardate la Camusso. Fa pena, non sa quello che dice, né perché sta accadendo ciò che sta accadendo al lavoro italiano ed europeo. Ed è per questo motivo, replicato da tutti i suoi predecessori, che il sindacalismo di sinistra è un carrozzone perdente, fatto di perdenti umiliati ormai anche dai padroncini di provincia. Monti invece sa quello che fa con una perizia spaventosa. Terso, chirurgico, preparatissimo, avanti di cento passi da qualsiasi mossa gli altri possano fare. Perché studia. E rincresce dirlo, ma, dato l’Euro, sta facendo la cosa giusta.

Ora le brutte notizie per chi ha fegato. Ma prima una nota: immaginate quanti sindacalisti avranno letto queste righe. Immaginate quanti di loro busseranno alla porta del loro superiore per dire “la deve leggere la Camusso questa cosa qua”. Risposta: zero, nessuno.

Il fatto è che le cose però si complicheranno anche per Monti, e lui lo sa benissimo già oggi. E per due motivi: detto e premesso tutto quanto spiegato sopra, e in particolare la necessità di portare gli interessi sui titoli di Stato italiani in parità (o quasi parità) con il tasso di crescita economica, il problema che si affaccerà per Mario sarà questo: 1) l’impoverimento generale di tutta l’Italia (risparmi, investimenti, produzione) dovuto all’austerità, porterà ad una prima entrata di liquidità in cassa, ok, ma poi necessariamente a un calo della crescita economica, per forza. E allora Mario si troverà con quel maledetto coefficiente tassi d’interesse/crescita che si sballa di nuovo per via del calo del numerino relativo appunto alla crescita. 2) Lo stesso impoverimento generale causerà crollo dei redditi familiari e d’azienda, che significano però anche calo del gettito fiscale (tasse). Meno tasse significa meno soldi nelle casse di Roma per pagare il deficit. Risultato: Mario Monti si troverà con un cane che si morde la coda, e mentre da una parte darà un colpo per raddrizzare il cerchio, dall’altra il cerchio picchierà sul muro storcendosi di nuovo. E che farà a quel punto Mario? Ve lo metto per iscritto: farà quello che hanno sempre fatto tutti i robotizzati umanoidi della scuola economica Neoclassica e Neoliberista, cioè prescriverà ancor più dosi del veleno che ci starà ammazzando. Come fa Obama in USA, come fa il FMI in Estonia e in Irlanda, in Grecia, in Africa ecc.

Fino a che saremo morti. E pure lui, ma prima di quello si sarà fatto un passaggio da Nomura o alla JP Morgan per incassare una pensione multimilionaria con 3 o 4 anni di contributi (non 300 come chiede a te), tanto quanto sarà stato necessario per annientare l’Italia.

(So bene che non siete capaci di reagire, non lo fareste neppure ad appiccarvi fuoco, inutili vigliacchi. Non mi scrivete.)

sabato 3 dicembre 2011

LA SUPERCAZZOLA



"Il programma del governo Monti non è il programma del Pd e, se il Pd voterà qualcosa che è diverso dal suo programma, non vuol dire che cambia programma",  chiarisce Stefano Fassina, responsabile economia e lavoro del Pd.

Già come supercazzola è degna del miglior conte Mascetti di "Amici miei".

Poi, il gran finale: " "Non c'è ambiguità, il programma del Pd resta quello: se voteremo qualcosa di diverso è perchè, in una situazione di emergenza, ci siamo assunti la responsabilità di sostenere un governo che risponde a forze politiche che hanno visioni e posizioni non solo diverse, ma addirittura opposte".
Quando si dice arrampicarsi sugli specchi.

giovedì 1 dicembre 2011

" QUELLI CHE VEDIAMO OGGI SONO LE CAMICIE BRUNE. LE SS DEVONO ANCORA ARRIVARE "


Nulla di quanto è scritto di seguito è Fanta Horror. Sono un giornalista con delle responsabilità, non un folle che ama spaventare la gente.

Dovete andare in Africa per sapere cosa vi aspetta. Africa sud sahariana. I pacchetti di austerità di cui oggi si parla come ‘rimedio’ alla crisi di credibilità dei nostri governi in Eurozona, furono disegnati, esattamente come si disegna un motore, 35 anni fa dal Fondo Monetario Internazionale (FMI). Non si chiamavano austerità, ma Structural Adjustment Programmes (SAPs). Tagli a tutto il settore pubblico e spesa pubblica, privatizzazioni, tasse, isteria da deficit, allungamento età pensionabile, finanziarizzazione della società, ecc. Lo scopo: depredare alla morte i Paesi africani che stavano organizzando il proprio riscatto col New International Economic Order all’inizio degli anni ’70. E così fu. Non li hanno cambiati di una virgola quei programmi, solo il nome: austerità. Oggi gli esecutori di questi crimini sociali in Europa rispondono ai nomi di Ollin Rehn, Herman Von Rompuy, Draghi, Monti ecc. Essi sono le Camice Brune. Ora torniamo in Africa, perché dovete conoscere le nostre prossime SS.

Liberia, Ellen Johnson Sirleaf, la prima presidente africana, ha da tempo incontrato le SS finanziarie. Sei anni fa esse hanno impugnato il debito sovrano e privato della Liberia, e oggi stanno uccidendo il Paese, letteralmente. Sono i Vulture Funds, tradotto: I Fondi degli Avvoltoi, gruppi di speculatori specializzati in recupero crediti su scala gigantesca. Ecco cosa possono fare all’Italia.

L’Italia farà default, fallirà e uscirà dall’Euro. Questo è certo nell’ordine del 99,9%. Se in un mondo magico l’Italia che torna alla lira si armasse di Modern Money Theory, programmi di piena occupazione, pieno Stato Sociale, spesa a deficit in moneta sovrana (la nuova lira), e tutte le altre misure descritte a fondo ne Il Più Grande Crimine, non avrei più ragione di scrivere oltre. Sonni tranquilli per 60 milioni di italiani. Ma è una favola. Accadrà l’esatto contrario, e quindi continuo a scrivere.

Le solite Camice Brune saranno al timone a Roma. Uno dei problemi più gravi sarà come onorare il debito bancario e privato, ovvero: i debiti delle banche italiane verso creditori esteri e italiani, e soprattutto i debiti di cittadini e aziende (mutui, prestiti ecc…) verso le banche in generale. Ci saranno frotte di creditori furiosi, da placare. In breve tempo sarà chiaro che l’Italia del default non potrà ripagare il 100% dei debiti sopra descritti. Per i creditori le strade saranno due: o ficcarsi in litigi legali per 20 anni e più, oppure vendere i propri crediti ai Vulture Funds, i Fondi degli Avvoltoi. Questo accadrà, non sappiamo in quale misura, ma accadrà, e inaugurerà l’entrata delle SS finanziarie in Italia. Per me e per voi saranno dolori veri, ma veri, vita di tutti i giorni nella pena di una povertà mai più vista dagli anni ‘50. Ecco come lavorano le SS finanziarie.

Prima cosa, le Camice Brune al governo immediatamente si piegheranno al diktat del FMI di sostenere il più possibile le richieste dei creditori. Palazzo Chigi darà il semaforo verde, nessun reale intervento di politica sovrana a difesa dei cittadini, se non misure ‘cosmetiche’. Una quota di creditori, a quel punto, venderanno il proprio credito verso di noi cittadini e aziende agli Avvoltoi, scontato del 50-70% circa. Cioè: i Vulture Funds pagheranno 30.000/50.000 euro un credito che valeva 100.000 euro. In quel momento essi diverranno i legali proprietari del debito di un italiano, di un’azienda italiana, di centinaia di migliaia di italiani e migliaia di aziende. Di seguito: agiranno come un clan di Camorristi che ha comprato il debito di un barista da un prestatore privato. Gli piomberanno addosso con ogni mezzo legale e terrorismo economico per succhiargli tutto ciò che possono, sempre però sulla base del 100% del debito. Cioè: il beneficio della resa del creditore originale, che si è accontentato di incassare solo del 30% del suo credito, non verrà trasferito al debitore.

Voi persone per bene non capite cosa significhi trovarsi debitori di un Vulture Fund, di un avvoltoio. Siete abituati al volto del vostro cassiere all’Unicredit, al Monte dei Paschi. Anche tu, imprenditore, non sai come prende allo stomaco il fiato di un SS finanziario quando lo devi ricevere nel tuo ufficio. E sarà inutile dall’interno del Lager economico Italia volgere lo sguardo al governo, ai sindacati, alle Regioni. Il debito sovrano dell’Italia del default sarà stato trasferito, con decisione del Consiglio Europeo, sotto la giurisdizione britannica o dello Stato di New York, per cui a Roma sarà la Notte dei Lunghi Coltelli, cioè il resto delle SS finanziarie del FMI, della UE dei tecnocrati alla Rompuy e Draghi, saranno impegnate a ripulire i palazzi governativi per sempre. Inutile neppure pensarci a loro.

Questo è il quadro assai probabile, vicino al certo. L’economista americano Michael Hudson ha scritto: “C’è ora il pericolo che i Vulture Funds si stabiliscano in cima alla piramide della legalità internazionale, da dove possono opprimere intere nazioni”.

Non ci credete? Liberia e Islanda, andateci, basta un volo. Lì è accaduto, ora, now. And they are bleeding.

(Lo so che svelare queste cose vi causa ancor più impotenza e disperazione. So bene che non siete capaci di reagire, non lo fareste neppure ad appiccarvi fuoco. Ma il mio mestiere è raccontare ciò che vedo.)

mercoledì 30 novembre 2011

FATTI NON FOSTE A VIVER COME BRUTI





Mi chiama Sky per propormi un'offerta irrinunciabile: abbonarmi ai loro programmi, senza pagarli per i primi sei mesi. Ringrazio, ma rispondo che non sono interessato. L'operatrice all'altro capo del filo sembra sorpresa per il mio rifiuto di fronte a tanta generosità e, molto gentilmente, mi domanda come mai io voglia lasciarmi sfuggire questa occasione.

"Perché non ho la talevisione", rispondo candidamente.

La risposta la sgomenta. "Lei non ha la televisione?!?", e si capisce benissimo dal tono che in realtà sta dicendo "Fatti non foste a viver come bruti". Niente, non ci vuole credere. Per lei è assolutamente inconcepibile che una persona sana di mente abbia potuto scientemente decidere di privarsi di questo elettrodomestico.

Le faccio notare che non ho detto che respiro azoto o che vivo senza mangiare e bere. Ho soltanto detto che non mi interessa la sua offerta, perché non ho il mezzo con cui usufruirne. E' come se offrisse 100 litri di benzina a uno che non ha la macchina: è pieno di gente che gira a piedi o con mezzi non suoi, eppure la cosa non desta scalpore.

Invece, io non ho la tv, e questo per lei è inconcepibile. Si capisce benissimo che, mentre mi saluta, si sta ancora domandando come io faccia a vivere.

E anch'io, in fondo, mi chiedo come reagirebbe questa persona se le si rompesse il televisore. Se per lei è inimmaginabile che io non ce l'abbia, vuol dire che lei non può farne a meno. Allora mi domando: la sua è dipendenza o schiavitù?

venerdì 25 novembre 2011

MA NON ERAVAMO IN EMERGENZA ?





E' ormai passata più di una settimana da quando il governo Monti si è insediato. In tutto questo tempo non un provvedimento è stato varato. Per di più, il governo stesso non è ancora completo, dato che mancano tutti i sottosegretari.

Nel frattempo, le cose stanno velocemente precipitando. Siamo passati dal definire il tasso d'interesse dei titoli di Stato al 7% come assolutamente insostenibile per l'economia di un paese, a dire che anche se per un po' sarà così, non è certo la fine del mondo. Cosa sia cambiato nel frattempo, resta un mistero.

A questo punto, mi domando quale sia stata la necessità di far dimettere Berlusconi, fare delle consultazioni alla velocità della luce e nominare Monti, se alla fin fine anche il nuovo governo tentenna allo stesso modo del vecchio.

Se il fattore tempo era così fondamentale come tutti dicevano, allora rimane un mistero come, in una situazione che tutti definiscono d'emergenza, non venga preso in fretta alcun provvedimento, ma si perda tempo a presentare le future decisioni ovunque tranne dove queste avranno effetto.

Le ipotesi che mi vengono sono tre.

 La prima, più tradizionalista, dice che i provvedimenti saranno così "impressionanti" da non poter essere presentati in pompa magna, alla luce del sole. Meglio aspettare le vacanze di Natale, per vararle alla chetichella mentre tutti saranno a tavola a fare ginnastica con le mandibole.

La seconda, complottista, dice che si sta lasciando apposta precipitare le cose, per fare apparire le ormai famose "lacrime e sangue" come l'unico rimedio possibile.

La terza invece è quella che fa sorgere il dubbio che in realtà le decisioni non vengono prese a livello di governi nazionali, ma in ambiti sovranazionali. In questo caso, non solo non importa poi molto chi governa, ma bisognerebbe anche interrogarsi su quanto i popoli possano influire su queste decisioni. La qual cosa, potrebbe anche indurre a chiedersi se effettivamente siamo d'accordo a delegare il potere di decidere a persone che non eleggiamo, o se piuttosto non sarebbe stato più corretto chiedere prima il nostro parere.

giovedì 24 novembre 2011

EVVIVA !!! MONTI E' EDUCATO. L'ITALIA HA RIGUADAGNATO IL SUO PRESTIGIO INTERNAZIONALE.





"Fiducia nell'Italia e nelle sue impressionanti riforme strutturali".

Se lo dicono Merkel e Sarkozy, che da queste riforme non verranno toccati, forse noi dovremmo preoccuparci un tantino, visto che mentre loro sono stati messi a conoscenza della cosa noi ancora non abbiamo la più pallida idea di quali siano; nè, tantomeno, quanto siano vaste da impressionare gli interlocutori di Monti.

Invece oggi si fa un gran parlare dell'enorme cambiamento di stile che Monti ha portato e dell'enorme beneficio che l'Italia ne trarrà. Sicuramente sarà vero, anche se, dopo uno che durante i vertici passava il tempo a "lumare" donne o raccontare barzellette, chiunque si fosse presentato in giacca e cravatta, con un atteggiamento sobrio avrebbe ottenuto lo stesso risultato.

Francamente, il fatto che Monti abbia ridato prestigio internazionale all'Italia comportandosi semplicemente in maniera educata, non mi sembrava una notizia così sensazionale da meritare tutto questo clamore. Però io non faccio il giornalista...

lunedì 21 novembre 2011

OGGI NON HA SENSO. DOMANI E' IL TUO LAVORO DI OGGI


Non ha nessun senso seguire gli eventi di questo governo ora. Ciò che farà a breve è scontato. Ci aggancerà in via definitiva al velivolo che sta precipitando a spirale verso lo schianto e che si chiama Austerità, cioè meno spesa pubblica, cioè deflazione economica, cioè disoccupazione montante, cioè debito pubblico che aumenta per finanziare gli ammortizzatori sociali, cioè ancora più sfiducia dei mercati, cioè tassi sui nostri titoli che saranno sempre più alti, cioè altre chiamate per ancor più Austerità, e il giro a vite infernale ricomincia da capo. Naturalmente tutto condito in Euro, cioè The Ultimate Armageddon Currency. Poi, appunto, ci sarà lo schianto dell’Eurozona, appena prima del quale verrà espulsa la Grecia, poi noi, poi la Spagna, poi la Francia, poi la Germania, che sarà quella che spegnerà le luci prima di saltare per ultima dalla carcassa dell’aeromobile. Ok, questo è banale e scontato. Riporto, a chiusura di questa introduzione, una frase stupenda nella tragedia, trovata nel blog dell’economista americano L. Randall Wray, e che recita: “Chiunque abbia comprato dei titoli di governi dell’Eurozona è stato, nelle memorabili parole di Kenneth Boulding, o un filantropo o un idiota. Probabilmente entrambi”. Chiunque stia considerando di farlo domani… nooo, nessuno, alla fine i mercati sono sì tonti, ma non così tonti.

Ma è domani che conta. Perché già ora i grandi investitori (leggi i golpisti) si stanno attrezzando per infliggerci un destino confronto al quale la condizione economica dell’Italia di oggi sembrerà la Belle Epoque. Dimenticate oggi, dimenticate Monti, la patrimoniale, la non patrimoniale, ICI non ICI ecc. Allora, per essere semplice: quando l’Italia sarà costretta a saltare dall’aereo che precipita a spirale, dovrà sperare di poter azionare il paracadute. Ma i mercati stanno attrezzandosi per tranciarle i cavi. I consigli sull’uso del tronchese li ha illustrati la banca giapponese Nomura Holdings, a firma di Jens Nordvig. Per essere semplice:

Saltare dall’aereo = lasciare l’Euro e riprendersi la Lira.

Azionare il paracadute = poter ri-denominare il proprio debito esterno in Lire per poterlo poi negoziare coi creditori a condizioni di almeno sopravvivenza.

I mercati tranciano i cavi = stanno operando affinché la giurisdizione legale del nostro debito esterno sia spostata dall’Italia alla Gran Bretagna. Così per noi sarà impossibile ri-denominare il debito in Lire e siamo fottuti, ma fottuti come nessuno si immagina. Lo dovremo ripagare tutto in Euro, e a quel punto, con una Lira che sarà per forza svalutata a causa del panico generale, sarà come avere le casse piene di cipolle e dover pagare una Ferrari in dollari comprandoli a forza di tonnellate di cipolle. Significa che dovremo fare, con la nostra nuova Lira sovrana, il triplo dello sforzo. E questo in sé non è la vera fine del mondo. La fine del mondo sarà che il governo di allora sarà troppo ignorante, o troppo in malafede, e non adotterà mai le politiche di Spesa a Deficit Positiva che ci potrebbero salvare, parte dell’approccio della Modern Money Theory che ha salvato per esempio l’Argentina dopo il fallimento (le politiche spiegate ne Il Più Grande Crimine 2011). Nooo… figuriamoci.

Il governo di allora dirà: Austerità! E i milioni di italiani che si sono appena schiantati al suolo, verranno imbarcati a calci su un altro aereo che parte con le ali segate. E tutto ricomincerà da capo.

Ok, non deprimetevi: basta fare i cittadini ed esercitare la propria funzione sovrana, chiedendo ai politici di fare le cose come si deve. Semplice.

p.s. The Institute of International Finance, la lobby bancaria di Washington che raccoglie una quantità di squali finanziari che neppure il Pacifico potrebbe contenerli, è già attivamente al lavoro a distribuir tronchesi. Ma non ditelo in giro, se no poi Oscar Giannino gli dà dei Templari del pianeta di Monghuz, e quelli lo querelano.

domenica 20 novembre 2011

GREEN HILL : UN ESEMPIO DI LAGER



Alessio Pisanò


In duemila hanno manifestato per oltre cinque ore a Montichiari, in provincia di Brescia, per chiedere la chiusura di Green Hill, il centro che alleva e vende cani destinati alla sperimentazione in laboratorio. Persone venute da tutto il Nord Italia e oltre, per chiedere che il centro chiuda per sempre. Si tratta dell’ultimo capitolo di una battaglia che nel bresciano va avanti ormai da anni. Non sono mancati i momenti di tensione durante la manifestazione. Anche perché nel corteo c’era l’ex ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, non nuova a iniziative animaliste, ma accusata da qualche manifestante di “essere titolare di un salumificio” e di “adottare la causa animalista solo per raccogliere voti”.

Il centro di Green Hill alleva cani di razza “beagle” per i laboratori di vivisezione di tutto il mondo. Si stima che dentro i cinque capannoni del centro siano rinchiusi circa 2500 cani adulti più varie cucciolate. Dopo il tracollo dell’altro allevamento italiano, la Stefano Morini di San Polo d’Enza, Green Hill è diventato il principale fornitore di cani sul mercato europeo, con circa 250 esemplari venduti ogni mese. Tra i suoi clienti figurano laboratori universitari, aziende farmaceutiche e centri di sperimentazione come l’Huntingdon Life Sciences in Inghilterra, il più grande laboratorio europeo. Da alcuni anni Green Hill è stata acquisita da un’azienda americana, la Marshall Farm Inc. la più grande “fabbrica di cani” da laboratorio al mondo.

Dal centro della piccola Montichiari partono stock di animali verso i laboratori di tutto il mondo, dall’America alla Cina. Ma il grosso delle spedizioni resta in Europa, ad esempio in Francia. Nel febbraio 2011, un cagnolino di un anno di età è stato acquistato dalla Cea, il Commissariato per l’energia atomica e le energie alternative francesi. Ma non mancano i compratori italiani, tra cui il Research Toxicology Centre di Pomezia che si trova nel cosiddetto ‘Campus Menarini’ insieme alle due divisioni del colosso farmaceutico italiano, Menarini Ricerche Spa e Menarini Biotech Spa. Sempre a Pomezia figura la Sigma Tau, una società per azioni che dichiara, oltre alla produzione di prodotti farmacologici, anche cosmetici e dietetici. Poi un paio di divisioni, ad Aprilia in provincia di Latina e a Catania, della Wyeth Lederle, multinazionale americana con sede nel New Jersey specializzata in prodotti per la zootecnia e cura di animali domestici e di allevamento. Infine l’Aptuit con sede a Verona, una multinazionale americana con sede nel Connecticut.

File e file di gabbie con luci artificiali e un sistema di areazione sono l’ambiente in cui crescono questi cani, prima di essere caricati su un furgone e spediti nell’inferno dei laboratori”. Così descrivono quel luogo i membri del coordinamento Fermare Green Hill attivi da anni ed organizzatori di numerose azioni dimostrative contro il canile-lager. Gli animalisti, oltre a contestare la vivisezione in sé, denunciano maltrattamenti e violenze ai cani allevati nel centro, che tiene rigorosamente chiuse le porte al pubblico. Recentemente l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) ha denunciato anche una serie di inadempienze di natura amministrativa per il basso numero di microchip inoculati ai cani e obbligatori per legge.

Ma l’allevamento di cani da laboratorio rappresenta un ottimo business economico, tanto che la Marshall ha previsto un allargamento del centro di Montichiari con l’obiettivo di arrivare a “produrre” 5.000 cani e farne così il più grande allevamento di cani beagle d’Europa. Per un prezzo compreso dai 450 ai 900 euro si possono infatti comprare cani di tutte le età, e aggiungendo qualcosa in più si può comprare una femmina gravida. Green Hill e Marshall Farm inoltre “offrono” ai propri clienti trattamenti chirurgici su richiesta, tra cui il taglio delle corde vocali o l’asportazione di alcune ghiandole.La manifestazione di ieri è stato l’ennesimo tentativo degli animalisti di chiudere quello che viene chiamato “lager dei cani”. “Vogliamo salvare i cani rinchiusi dentro Green Hill e quelli prigionieri di tutti i laboratori e i lager del mondo, ma non vogliamo certamente salvare solo loro”, recita il manifesto.

In Europa però la vivisezione è una pratica permessa. Nel settembre 2010 è stata approvata in via definitiva dal Parlamento europeo la nuova direttiva Ue sulla vivisezione in mezzo a non poche critiche da parte delle associazioni animaliste internazionali. In quell’occasione gli animalisti accusarono la direttiva di livellare gli standard di tutela al ribasso. Sotto accusa erano finiti proprio gli scarsi incentivi a quei “metodi alternativi” di sperimentazione che non prevedono l’utilizzo di cavie da laboratorio.
Il Fatto

venerdì 18 novembre 2011

DIECI PICCOLI INDIANI

Intervento di Nigel Farage, presidente del gruppo Europa della LIbertà e della Democrazia al Parlamento Europeo

"Eccoci qua, sull'orlo di un disastro finanziario e sociale e abbiamo oggi nella stanza le quattro persone che sarebbero dovuti essere responsabili. Abbiamo ascoltato i discorsi più ottusi e tecnocratici che abbia mai sentito. Siete tutti a negare! Secondo qualsiasi misuratore oggettivo, l'Euro è un fallimento. E chi è il responsabile? Chi è in carica di voi? La risposta è ovviamente: "Nessuno di voi, perché nessuno di voi è stato eletto. Nessuno di voi ha una legittimazione democratica per il ruolo che ricoprite in questa crisi." E in questo vuoto, seppur controvoglia, è entrata in scena Agela Merkel e viviamo ora in un'Europa dominata dalla Germania. Un'eventualità che il progetto europeo intendeva escludere. Una situazione per prevenire la quale chi ci ha preceduto ha pagato un caro prezzo in sangue. Io non voglio vivere in un un'Europa dominata dalla Germania e non lo vogliono i cittadini europei. Ma voi avete avuto un ruolo in tutto ciò. Perché quando il primo ministro Papandreou si è alzato e ha usato il termine "referendum" lei, signor Rehn lo ha descritto come una "violazione della fiducia", e i suoi amici qui si sono radunati come un branco di iene attorno a Papandreou, lo hanno fatto rimuovere e rimpiazzare con un governo-marionetta. Che spettacolo Assolutamente disgustoso è stato. E non soddisfatti, avete deciso che Berlusconi doveva andarsene. Così è stato rimosso e rimpiazzato da Monti, un ex commissario europeo, un architetto del disastro dell'Euro, un uomo che non era nemmeno membro del Parlamento.
Sta diventando come un romanzo di Agatha Christie, dove stiamo cercando di capire chi è il prossimo che sarà fatto cadere. La differenza è che noi sappiamo chi sono i cattivi. Voi tutti dovreste essere ritenuti responsabili di ciò che avete fatto. Dovreste essere tutti licenziati. E devo dire, signor Van Rompuy, 18 mesi fa quando ci siamo incontrati per la prima volta, mi ero sbagliato sul suo conto. La definii un "assassino silenzioso delle democrazie degli stati nazionali". Ora non più, lei è piuttosto chiassoso nel suo operare, non crede? Lei, un uomo non eletto, è andato in Italia e ha detto: "Questo non è il tempo per le elezioni, ma è il tempo delle azioni". Per Dio, chi le dà il diritto di dire queste cose al popolo italiano?"

CHIEDIAMO UN REFERENDUM. E VEDIAMO CHE SUCCEDE





Questo non è un regime. Figuriamoci adesso che il capo del medesimo è stato disarcionato.
Il nostro presidente della repubblica è garante della Costituzione, che fa del nostro Paese uno Stato sovrano a tutti gli effetti. La sua indiscussa intelligenza politica ha permesso le dimissioni del Caimano e la formazione a tempo di record di un nuovo governo, formato dai migliori esponenti del nostro panorama culturale. Gente competente nei settori di cui da ministro dovranno occuparsi: una sorta di Accademia d'Italia.

Il presidente del consiglio Monti, quindi, saprà traghettare il Paese fuori dalla crisi, con una politica di sacrifici e riforme, compensate da una maggiore equità sociale. Nulla sarà imposto dall'alto. Tutto le decisioni che saranno assunte, verranno adottate solo dopo un approfondito dialogo con le parti sociali.

Monti ha tenuto a precisare - e, devo dire, la cosa un po' mi ha sorpreso - che il nuovo governo non è espressione di fantomatici poteri forti e sovranazionali, bensì ha come dovere principe quello di fare il bene della Nazione.

Quindi i soliti complottisti si tranquillizzino: nessun golpe e nessun progetto di distruggere il Paese.

Il Senato si è dichiarato soddisfatto e ha accordato la fiducia al governo, con una votazione plebiscitaria: solo 25 voti contrari.

Benissimo. Ora prendiamo in considerazione un dato di fatto. Il primo partito italiano è costituito dalla massa di cittadini che, alle ultime elezioni politiche, o non ha espresso un voto valido, oppure ha votato per partiti che non hanno raggiunto la soglia di voti per entrare in Parlamento. Questa massa di cittadini non beneficia di una rappresentanza politica. E però la consistenza numerica è tale da non poter essere ignorata.

Ora, diamo pure per scontato che il nuovo governo sarà rappresentativo di tutti i cittadini e che lavorerà nell'interesse di tutti. Quindi, stando a quanto dichiarato, prenderà ttutte le decisioni del caso dopo un ampio confronto con tutte le realtà sociali.

Mi permetto di fare una proposta: invece di protestare a compartimenti stagni - studenti, lavoratori, indignati vari - organizziamo un bel movimento di massa in cui discutere della crisi e delle cause che l'hanno generata. Parliamo di Europa e di debito. E, infine, vediamo se il governo è davvero democratico come afferma, chiedendo un referendum con cui esprimere se la maggior parte di noi è d'accordo su ripagare il debito e sulle ricette proposte allo scopo. E protestiamo tutti - con scioperi e manifestazioni, ad esempio - fino a che non otterremo il risultato.

Non vi sembra una prova del nove?

giovedì 17 novembre 2011

SI AL NUCLEARE. A CONDIZIONE CHE SIA UNA BATTUTA





Ore 16,08. Ministro dell'ambiente Corrado Clini

 "Il ritorno al nucleare è una opzione sulla quale bisognerebbe riflettere molto, anche se quello che è avvenuto in Giappone ha scoraggiato. Comunque, di base, la tecnologia nucleare rimane ancora una delle tecnologie chiave a livello globale". Quindi... "si, a certe condizioni".


Ore 20,14. Ministro dell'ambiente Corrado Clini

"'Non ho certo intenzione di riaprire una questione gia' risolta in modo chiaro con il referendum e sono impegnato da anni nella promozione e nello sviluppo delle energie rinnovabili. La mia battuta sul nucleare fa riferimento all'esigenza di considerare che la tecnologia nucleare ha ancora un ruolo rilevante nel sistema energetico europeo e globale".


Quattro ore di profonda "riflessione"... e un'affermazione è diventata una battuta: deve essere stato frainteso.

GIULIETTO CHIESA : MONTI E IL BLUFF DEL DEBITO PUBBLICO

martedì 15 novembre 2011

TUTTO BENE. TUTTI D'ACCORDO. MA L'OPPOSIZIONE DOVE STA ?



Monti stasera ha praticamente accettato l'incarico. Visto che l'unico che teoricamente poteva non essere d'accordo era Berlusconi, il risultato appariva abbastanza scontato: del resto, bastava che venisse data l'assicurazione che non si sarebbe toccata la sua roba e i suoi affari - più naturalmente un occhio di riguardo ai suoi processi - e l'assenso alla formazione del nuovo governo era cosa fatta.

Del Pd ormai è anche difficile parlare: bastava che Monti assicurasse di non fargli prendere alcuna responsabilità, che questa ex-opposizione (ex ormai da anni, del resto) avrebbe ripreso beatamente il suo letargo, blaterando come al solito di non meglio precisate riforme. A proposito, segnalo un interessante articolo che spiega bene come il termine riforme possa avere in questo momento quella valenza non puramente positiva, che invece questi cervelli dall'encefalogramma piatto spacciano ormai da anni: pensate per esempio cosa ci può essere di positivo per chi lavora nella riforma delle pensioni.

La Lega se ne frega - scusate la rima - e riapre il parlamento del nord, ricominciando a parlare di secessione e autodeterminazione. Un po' come i bimbi che giocano coi soldatini. Del resto il leader Bossi, causa demenza senile, sta tornando pian piano all'infanzia.

Di Pietro inizialmente aveva detto no. Poi si è ritrovato da solo - come sempre non ha capito con chi si è alleato - e ora sta facendo una patetica retromarcia a tappe per non essere costretto ad ammettere apertamente la sua giravolta di 180 gradi: dal "no", siamo al "quasi si", passando per il "ni".

I partitini più piccoli, entità monocellulari, sono d'accordo e sosterranno il nuovo governo.

Ma se tutti sono d'accordo, se gli avversari di ieri diventano gli alleati di domani, c'è qualcosa che manca: l'opposizione. E, se manca, non ci sarà nessuno in grado di controllare e, magari, contrastare l'operato del nuovo esecutivo. Il fatto che questo nuovo governo non si ponga limiti di tempo, significa quindi che per almeno due anni non ci sarà niente e nessuno in grado di fare da contrappeso.

A questo punto, dubito che la "querelle" Amato-Letta sia poi così importante come i grandi media tentano di presentarla. Ho invece la tentazione sempre maggiore di definire questa manovra come un golpe e quello che nascerà domani come un regime.

Forse aveva ragione Veronica Lario quando diceva che il vero pericolo non era Berlusconi, ma quello che sarebbe venuto dopo.

DONNA ! CHI E' IL TUO RAPPRESENTANTE ISTITUZIONALE ?





Ieri sera ho ascoltato la conferenza stampa con cui Mario Monti ha fatto un riassunto delle consultazioni da lui svolte nell'arco della giornata.
Niente di speciale: non ha mai pensato di avere un incarico a termine, vorrebbe dei politici dentro al governo sennò pazienza, sacrifici ed equità sociale, mai parlato di lacrime e sangue, crescita e prestigio nazionale.

Tutti mettevano in risalto la differenza di un uomo che finalmente rispondeva con proprietà di linguaggio alle domande dei giornalisti, pesando e misurando le parole, anziché lasciarsi andare in spettacolini e barzellette come chi lo ha preceduto.

All'improvviso ho ascoltato questa frase:

"Domani - cioè oggi - incontrerò i rappresentanti istituzionali delle donne e dei giovani".

Fermi tutti. Mai avevo saputo che giovani e donne avessero dei rappresentanti istituzionali. Anche tra i giornalisti deve essere sorto qualche dubbio, dato che a Monti è stato chiesto chi, precisamente, avrebbe incontrato oggi. Il "forum dei giovani" è stata la risposta. Se si va a vedere il sito, ci si può cominciare a fare un'idea di quali giovani rappresentino tutta la categoria: i consiglieri dell'associazione sono tutti laureati in legge o in discipline attinenti marketing e comunicazione.

E' già qualcosa, ma non credo proprio che questo forum possa essere considerato rappresentativo di tutti i giovani.

Per quanto riguarda le donne, invece, la risposta non c'è stata. D'altra parte non riesco a immaginarmi chi possa essere il rappresentante istituzionale delle donne.
Come si può trasformare un genere - femminile in questo caso - in una categoria?
Una donna può essere ricca o povera, bella o brutta, gentile o maleducata, giovane o vecchia. Può avere figli o meno, lavorare o no, ma se appartiene al genere in questione sarà sempre una donna, a prescindere dalla sua condizione o dalla sua attività. Ci sono sicuramente svariate associazioni a cui iscriversi, ma non riesco a comprendere a quale occorra iscriversi per essere qualificate come donne e per avere diritto ad una rappresentanza istituzionale.

Mentre ero impegnato in queste elucubrazioni, troppo complicate per essere descritte qui, è arrivata a casa la mia compagna. Le ho subito domandato chi fosse la sua rappresentante istituzionale, ma non ho ottenuto risposta. Dato che mi stava fissando come si guarda un folle, ho spiegato il motivo della domanda.
La sua risposta, che Monti è un economista, è stata illuminante. Ecco come un genere può essere trasformato in una categoria: economica in questo caso.

Allora, vuol dire che sono donne solo quelle economicamente produttive. In questo caso si ottiene il diritto alla rappresentanza. Si diventa addirittura istituzione.
Mi resta sempre il dubbio su quale sia il genere cui appartengano coloro che sono economicamente improduttive: forse sarebbe il caso che si organizzassero per costituire un'associazione di genere e/o categoria che possa istituzionalmente rappresentarle.
Altrimenti, rimarranno inascoltate.