venerdì 1 febbraio 2013

300esimo POST : PAROLE AL VENTO

La macchina è dal meccanico. La bici deve andarci. Per spostarmi nella metropoli una volta da bere e oggi già bevuta quasi tutta, l'unica è usare i mezzi pubblici.
E al contrario dei carri-bestiame che mi sono stati descritti e a cui non ho difficoltà a credere, devo ritenermi fortunato. Finora nessun ritardo negli orari e sempre un posto a sedere. Oddio, non è che abbiano scialato con le dimensioni: si sta comunque strettini. Ma dato che il tragitto è contenuto ci si può adattare.
Poi i vagoni sono riscaldati. Pure troppo per i miei gusti. Si potrebbe viaggiare tranquillamente in maniche corte, ma per spogliarmi dovrei avere un posto dove mettere giubbotto, maglione, guanti e cappello. Dato che lo spazio è quello che è, si sopporta il caldo.
Seduto su quelle sedioline osservo chi mi circonda. C'è il viaggiatore che legge, e mi chiedo come riesca a trovare le concentrazione tra una fermata e l'altra senza perdersi la sua mentre è assorto nella lettura. Confesso che lo invidio molto: io non riuscirei mai a leggere rimanendo in contatto col mondo reale tenendo il conto del numero di fermate o stazioni che mancano prima della mia. E infatti sui mezzi pubblici in città non leggo.
Ma la maggior parte dei miei occasionali compagni di viaggio si dedica ad altre attività, alcune più onanistiche, altre decisamente più moleste.
Gli onanisti, seduti o in piedi (e questi ultimi dimostrano un senso dell'equilibrio davvero incredibile), sono assolutamente privi di qualunque contatto con il mondo che li circonda, mentre si dedicano con passione compulsiva all'oggetto del loro desiderio e lo titillano con fulminei tocchi delle dita. Quando ci sono seduto vicino non resisto alla tentazione di sbirciare cosa stanno facendo con così assoluta concentrazione. Alcuni giocano, ma molti di più hanno la tastierina touch-screen attivata e scrivono lunghissime frasi che in genere non si concludono mai prima che io debba alzarmi per scendere, lasciandomi sempre il dubbio di essermi imbattuto in un futuro scrittore di bestsellers. Oppure semplicemente il telefonino provoca l'autismo.
Ma i peggiori in assoluto sono i molesti, quelli cioè che sono impegnati in accorate discussioni con un interlocutore che non è lì con loro, ma alla cui assenza sopperiscono facendo ascoltare la conversazione a tutti i presenti, i quali - se non si sono estraniati dal mondo, come dicevo prima - sono a loro volta impegnati in altrettante futili discussioni con altrettanti interlocutori assenti, a cui sopperiscono facendosi ascoltare dagli altri, che a loro volta... e avanti all'infinito, in un vociare allucinante in cui nessuno parla con gli altri e quei pochi che ci provano devono alzare la voce per farsi sentire.
Mentre chi viaggia da solo, come me, non può godersi un misero viaggio in silenzio, ma è costretto a sorbirsi lunghe conversazioni a cui non avrebbe mai voluto partecipare in compagnia di maniaci che masturbano una tastierina, immersi in una babele di voci e rumori.

Nessun commento:

Posta un commento