Chi tocca le scuole cattoliche, muore!
E' questa, in parole povere, la risposta che il presidente ciellino Formigoni ha dato al sindaco di Milano Pisapia, che ha “osato” ricordare l'articolo 33 della Costituzione, quello che stabilisce la parità dell'istruzione privata senza oneri per lo Stato.
Il presidente della Regione Lombardia salta come la rana di Galvani, se qualcuno osa solo permettersi di dire una cosa che in un mondo normale sarebbe perfino ovvia, cioè che va benissimo che le scuole cattoliche insegnino ai propri studenti i precetti religiosi, ma che non pretendano di farlo a spese di uno Stato che si professa, almeno sulla carta, laico.
Oltretutto, è una questione di matematica da scuola elementare: se un Paese divide le proprie risorse tra istruzione pubblica e privata, è chiaro che la prima, l'unica che ha l'obbligo di mantenere efficiente, non potrà avere tutte le risorse necessarie,dato che queste, almeno in parte, andranno alla seconda, che potrà così garantire standard sempre più elevati, mentre chi riceverà meno soldi dovrà necessariamente impoverire l'offerta.
In periodo di crisi come questo, è chiaro che un sistema del genere non può sopravvivere e che quindi occorra scegliere cosa finanziare. Viste le posizioni di un simile personaggio, in linea, del resto con quelle del peggior ministro dell'istruzione che la storia repubblicana ricordi, la risposta appare, purtroppo, sin troppo ovvia. Questo, per inciso, avrà delle conseguenze devastanti sull'accesso all'istruzione, inteso come diritto garantito a tutti i cittadini, considerato che un'istruzione pubblica senza fondi non garantisce pari diritto allo studio a quanti non dispongano di risorse proprie per accedervi.
Non contento delle stupidaggini che riesce a sparare colui che da Cl è considerato il cavallo vincente per il dopo Berlusconi, Formigoni ha dimostrato concretamente la sua scarsa cultura storica. Nella sua sdegnosa risposta al sindaco di Milano, è riuscito ad affermare che, se non ci fosse la pari dignità delle scuole pubbliche e private, garantita anche grazie alla sua indefessa attività alla Regione, la scuola italiana tornerebbe a livelli medievali.
Una persona con un minimo di cultura, avrebbe potuto attendersi una citazione del laicismo proprio del periodo Illuminista.
Invece,tra tutti i periodi storici che poteva scegliere per meglio spiegare il suo punto di vista, ha scelto il Medio Evo, cioè il periodo storico in cui maggiormente l'istruzione e la cultura erano sostanzialmente appannaggio della Chiesa e del suo clero.
Lapsus, o citazione voluta per meglio spiegare a quale tipo di cultura, e di scuola, lui faccia riferimento?
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