giovedì 1 settembre 2011

CI FANNO VEDERE L' ALBERO...





Come al solito, ci siamo cascati tutti come pere.
Per giorni e giorni gli organi di informazione ci hanno indotto a sprecare fiumi di parole su una parte delle norme previste dall'ennesima manovra finanziaria di quest'anno, che, per inciso, scommetto che non sarà neppure l'ultima.
E' da Ferragosto che ci indignamo, incazziamo, scorniamo sul contributo di solidarietà, che prima c'era, poi c'era solo per chi non aveva figli, adesso non c'è proprio più.
Ci siamo infuriati per l'abrogazione subdola dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, che verrebbe sostanzialmente annullato dalla contrattazione aziendale: anche un bambino potrebbe capire facilmente che, all'interno di un'azienda, la trattativa non potrà mai essere condotta "ad armi pari".
Poi abbiamo dato fuori di matto, quando abbiamo scoperto che non ci avrebbero più calcolato gli anni di studio e quelli di servizio militare nel computo degli anni di lavoro.
I dipendenti pubblici sono infuriati poiché lo Stato ha bloccato gli stipendi e pagherà le liquidazioni a babbo morto, come se quei soldi fossero una gentile concessione e non un diritto.
Insomma, ci hanno messo davanti agli occhi un grosso albero, pieno di frutti avvelenati, contro cui sapevano che ci saremmo scagliati con cieco furore, incuranti del fatto che dietro si trova un'enorme foresta.
Infatti, mentre tutti perdono tempo a discutere animatamente di quanti soldi mancherebbero con il bailamme delle modifiche, che ogni giorno appaiono e scompaiono come spettri, gli organi di informazione battono continuamente su quanti soldi mancherebbero nel saldo della manovra.
Questa è evidentemente una strategia voluta e mi dispiace veramente molto esserci cascato in pieno.
Il risultato è che stiamo perdendo tempo ad incazzarci come bestie per i provvedimenti che costituiscono la parte meno importante della manovra, dato che questi tagli porteranno ad un gettito di 5 o 6 miliardi di Euro.
Dato che però la finanziaria è di 45 miliardi, ci sta passando sotto al naso senza che ce ne accorgiamo la vera ciccia: il taglio delle detrazioni fiscali, che colpirà in misura inversamente proporzionale i redditi dei contribuenti e che nel prossimo triennio ci costeranno rispettivamente 4, 16 e 20 miliardi di Euro.
Insomma, su 50 miliardi totali, stiamo facendo le pulci agli spiccioli.

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