giovedì 8 settembre 2011

IL TRISTE CREPUSCOLO DI SILVIO : DA PUTTANIERE A SPUTTANATO






Chi si sarebbe mai aspettato che la vittima di un ricatto sarebbe stato atterrito solo dall'idea che si apra un processo in cui figurerebbe come parte lesa?
Eppure, è proprio questa la condizione in cui si trova il Cavaliere.
C'è un rampante imprenditore pugliese che gli ha procurato “ingenti quantità” di donnine allegre per farselo amico e ottenere in cambio le entrature giuste negli appalti della Protezione Civile.
Purtroppo, prima di arrivare all'incasso, il suo giochetto viene scoperto e Gianpi finisce sotto accusa per droga e sfruttamento della prostituzione ( a proposito: è credibile che un pappone spacciatore fornisca ai clienti solo una delle due specialità della casa?).
L'ex produttore di protesi allora pensa di sfruttare le sue informazioni e ottiene 500 mila Euro cash da B., più uno stipendiuccio di 20 mila euro al mese, tramite il buon ex direttore dell'”Avanti” Lavitola.
Alla vigilia del processo, si scopre che Silvio, pur di non far sapere al pubblico i suoi vizietti, è disposto a non avere giustizia: anzi, cerca in tutti i modi di convincere Tarantini a patteggiare la pena prima del processo, affinché tutte le prove finiscano in archivio, sepolte per sempre.
Dato che Lavitola sa tutto, viene caldamente invitato a restare dove si trova, all'estero, cosa che probabilmente non sarà certo fatta aggratis: le latitanze costano e se lo si fa per far piacere a qualcuno...
Triste crepuscolo per il miglior premier degli ultimi 150 anni: dover essere contro i magistrati anche quando questi dovrebbero agire per tutelarlo.

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