venerdì 9 settembre 2011

UNITI... O COMPLICI ?



Da quando è in carica questo governo, ho sempre più spesso sentito rivolgere continui appelli al dialogo tra le forze politiche. Di solito questi appelli nella migliore delle ipotesi cadevano nel vuoto. Se no, si risolvevano in estenuanti risse da pollaio, con reciproci, quanto sterili, scambi di accuse: il governo è inetto, l'opposizione è comunista.
Del resto, per parlare con un presidente del consiglio, che è lì per risolvere esclusivamente le sue faccende, occorre necessariamente discutere solo dei fatti suoi.
Altrimenti si fa come il Pd che da vent'anni parla di politica con il cavaliere, che li ascolta come si ascolta un cretino.
Adesso è arrivata questa crisi, che non sembra ci lascerà tanto presto.
Da quel momento, gli appelli si sono fatti sempre più pressanti. Se a farli è l'insipido Napolitano, addirittura si tramutano in moniti.
Oltre al dialogo, veniamo quotidianamente ammoniti ad essere uniti con chi deve affrontarla, questa crisi.
Ora: pensate a Berlusconi, che ha avuto rapporti con la mafia (chez Dell'Utri) e con la P2, oltre a svariate altre pendenze giudiziarie; guardate Tremonti, che si fa pagare l'affitto di una casa dal suo braccio destro, indagato per corruzione; guardate come si è ridotto Bossi, che comunica tramite il digitale (medio) e, dato che non si capisce quello che dice, il Trota gli fa da interprete (mamma mia!); vedete la faccia di Calderoli, che non avendo più nulla da semplificare al ministero è direttamente passato alla sua già primitiva materia grigia; pensate a chi volete voi e poi chiedetevi se essere uniti a costoro sia prova di unità, o non piuttosto di complicità.

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