lunedì 28 gennaio 2013

MERITO ? EGUAGLIANZA !

Alessandro Robecchi, il sito ufficiale: testi, rubriche, giornali, radio, televisione, progetti editoriali e altro


Questo piccolo "saggetto" è stato pubblicato su Micromega 8/12 (dicembre 2012). Lo ripropongo qui perché pare che lo tsunami sulla parola "merito", spesso usata a sproposito come artificio retorico, non accenna ad arrestarsi. E’ un po’ lungo, ma ce le farete.

Noi dobbiamo tutti lavorare per fare in modo che quando voi tra alcuni anni arriverete
al mercato del lavoro questo sia un paese diverso, che non fa andare avanti
per raccomandazioni e per conoscenze, ma che premia le persone che meritano come voi.
(Emma Marcegaglia, 2010
)


Tutta la vostra cultura è costruita così.
Come se il mondo foste voi.
(Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, 1967)


Un fantasma si aggira per l’Italia. E non è Angelino Alfano.
E’ un fantasma che passa di bocca in bocca, che rimbalza dalle cronache ai convegni, che entra ed esce dalle pieghe di ogni discorso, che fa da premessa ad ogni ragionamento, che olia gli ingranaggi di qualsiasi riflessione sul “rinnovamento” italiano.
E’ il fantasma del “merito”.
Se ogni italiano potesse avere un euro per ogni volta che si evoca il merito, avrebbe il merito di diventare ricco senza alcun merito, esattamente come i ricchi ad ogni passo la parola gli sventolano la parola “merito” sotto il naso.

Se lo stesso italiano avesse un po’ di memoria storica, peraltro, saprebbe che la fregatura aleggia nell’aria, come ogni volta che una parola fa irruzione sulla scena politica e ne prende il controllo, ripetuta ossessivamente, mai spiegata o argomentata. Un dogma: il merito.
Erano gli anni Novanta quando passò a volo radente, bombardando a tappeto la popolazione, la parola “flessibilità”. Dal ministro Treu (primo governo Prodi) in poi, quella febbre contagiò tutto e tutti, con il risultato di produrre quaranta diversi tipi contrattuali di paraschiavitù a tempo determinato.
Una volta diventato più moderno e flessibile, il paese ne avrebbe guadagnato in efficienza e ricchezza, e si è visto. Dopotutto anche farsi amputare una gamba è un buon sistema per perdere peso.
Quando si cominciò a pronunciare la parola “privatizzazioni” fu chiaro a tutti che i monopoli sarebbero diventati società per azioni pur restando monopoli.
Dunque, se avessimo un po’ di memoria nel nostro bagaglio, guarderemmo al nuovo mantra sul “merito” con almeno un pizzico di perplessità.
E invece: un tripudio

Continua a leggere ( FONTE )

Nessun commento:

Posta un commento