venerdì 18 gennaio 2013

DI COME SI VUOLE L'EUROPA NON PARLA NESSUNO

Quello che manca (quasi) del tutto nella campagna elettorale nostrana è l'Europa.
Tutti parlano di politica come se vivessimo ancora in uno Stato pienamente sovrano e l'Unione Europea fosse solo una realtà puramente monetaria ed economica.

Non ho ancora sentito nessuno che abbia chiaramente preso atto del fatto che l'UE ha da tempo scippato - anche se il termine è sbagliato, dato che gli stati membri hanno volontariamente aderito - la sovranità nazionale. Chiunque parli di Europa ne parla come di qualcosa di irreversibile e, di conseguenza, assolutamente immodificabile.

Dato che l'Europa è il faro che tutto illumina, è altrettanto evidente come ogni argomento slegato da essa perda qualsiasi importanza assoluta, mantenendone altresì una molto relativa.
La questione principale, dunque, deve necessariamente partire dalla constatazione che - volenti o nolenti - l'Italia è membro dell'Unione; che - volenti o nolenti - l'Italia si è legata mani e piedi a questa entità sovranazionale cedendole in buona parte la propria sovranità nazionale.

E' da qui che si deve partire e la politica deve dibattere su cosa si vuole e si deve fare. Visto che questo processo federativo è a buon punto, l'unico tema sensato verte su come si vuole procedere. Si vuole continuare in questo modo, con un parlamento europeo formato da eletti che non hanno potere legislativo, ma solo la possibilità di approvare o meno le leggi create da una Commissione non eletta ma nominata? Si vuole creare una Unione davvero democratica (o più democratica) aumentando i poteri del parlamento e diminuendo di conseguenza quelli della Commissione?

Nel primo caso va benissimo la proposta politica del PD, che in sostanza propone un sistema antidemocratico un po' meno rigido. Nel secondo, occorrerà muoversi diplomaticamente e politicamente per una revisione dei trattati europei, in modo da cambiare l'impianto istituzionale comunitario ed arrivare alla nascita di una vera federazione politica, con leggi comuni e democraticamente accettate e con un'unica Costituzione Europea, diversa da quella del passato, bocciata da tutti i cittadini europei che hanno potuto votarla - ad eccezione nostra - e che l'hanno respinta perché troppo poco democratica.

Esistono anche altre possibilità, che da noi non vengono neppure prese in considerazione. L'esempio britannico, il cui governo ben si guarda dall'aderire proprio per l'insufficiente democrazia dell'UE. E la presa d'atto della follia di aver creato una moneta unica senza uno stato unico, cosa che storicamente non è mai esistita, al pari di una federazione nata dall'unione di popoli diversi tra loro, accomunati da un simile orientamento economico.

Dato che personalmente condivido quest'ultima visione, per quale motivo dovrei votare qualcuno che ha visioni e progetti inconciliabili con i miei?




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