Adesso è ufficiale: l'autore della strage di Oslo in Norvegia è una sola persona, autoctona, xenofoba, leggermente neonazista e, soprattutto, fondamentalista cattolico.
L'opinione pubblica occidentale, finalmente, può tirare un meritato sospiro di sollievo: niente islamici, nè cellule di terroristi, anche se l'arrestato continua a sostenere di far parte di una cellula terroristica.
Noi Occidentali, da anni, abbiamo intrapreso una missione di esportazione della democrazia (non chiamiamola guerra, per carità), proprio a seguito di una serie di attentati terroristici in Usa, Spagna e Inghilterra, per combattere e sconfiggere il fondamentalismo islamico, spacciatoci come il nemico del nuovo millennio: in pratica, noi che siamo i buoni abbiamo dichiarato guerra alla cattiveria (ops: l'ho chiamata guerra).
In tutto questo tempo ci è stato continuamente ripetuto che la nostra era ed è tutt'ora una battaglia di civiltà, contro l'arretratezza culturale di questi nuovi barbari, che uccidono perché inferiori.
Oggi scopriamo che il fondamentalismo non esiste solo nel mondo Arabo, ma anche nel nostro: siccome però noi rappresentiamo il bene, dobbiamo sostenere che qui da noi un episodio del genere deve per forza essere opera di un singolo folle traviato, perché altrimenti si potrebbe dubitare delle motivazioni dei nostri interventi militari.
Quindi, molto meglio continuare a definire questa strage "opera di un folle",mentre i bombardamenti con vittime civili "effetti collaterali", perché, se no, dovremmo parlare di guerra, non più di missioni umanitarie, con tutto ciò che comporterebbe.
Per questo, se in Libia i raid aerei sono "appoggio agli insorti", a Oslo la strage è un "crimine contro l'umanità". Altrimenti, dovremmo iniziare ad esportare la democrazia anche in Norvegia.
Quoto tutto, pure le virgole.
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