giovedì 20 ottobre 2011

LA PROTESTA NON POTRA' ESSERE SEMPRE PACIFICA. BISOGNERA' SEGUIRE L'ESEMPIO DI " ER PELLICCIA " ?





Voglio essere chiaro sin da subito: penso che il movimento di protesta che ha sfilato sabato in centinaia di città del mondo dovrà in futuro prendere in considerazione l'ipotesi di "alzare il livello dello scontro", perché altrimenti non otterrà nulla di quello che chiede.

Se questa è una rivolta, la sua strada è chiaramente tracciata. Altrimenti sarà una semplice protesta per fare in modo che chi viene contestato prenda atto che non si condividono i suoi progetti: ma dubito che a chi di dovere freghi più di tanto.

E' evidente che il sistema tollera la protesta, basta che questa si svolga secondo le regole che esso stesso impone: Draghi che dice che i giovani fanno bene a protestare deve essere un grosso campanello d'allarme, perché in realtà sta facendo sapere che le proteste pacifiche non sono temute.

In questo senso quindi, come ho cercato di spiegare in un precedente post, ciò che non è pacifico non deve essere aprioristicamente condannato: sarebbe come far sapere al potere che in realtà non si intende combatterlo.

A questo punto, però, occorre analizzare attentamente quello che è successo.

In questi giorni la rete è invasa da innumerevoli commenti: chi sostiene che i "black bloc" siano infiltrati manovrati da qualcuno allo scopo di distruggere il movimento; chi esalta questa nuova ventata rivoluzionaria, asserendo che d'ora in poi bisognerà fare i conti con questa nuova realtà; chi, ancora, mette in risalto il fatto che non si trattava solo di 500 infiltrati, ma di un numero consistente di persone che, pur rappresentando una minoranza dei manifestanti, comunque godeva dell'appoggio attivo e passivo di un gran numero di persone ( seppure minoritario rispetto al totale di chi c'era).

Oggi ho trovato su "L'eco della rete" questo articolo a firma di Fiorenzo Fraioli che condivido in pieno e di cui consiglio la lettura.

In questo articolo viene spiegato in modo semplice e chiaro cosa non va nell'odierna esaltazione del mito della rivolta, che l'arresto di "er pelliccia" ha contribuito a rendere tragicomica, poiché denota una totale mancanza di assunzione di responsabilità di chi, scoperto, non ha il coraggio di farsi carico del suo gesto (lanciare un estintore e dire che lo si è fatto per tentare di spegnere un incendio è un esempio calzante di ciò); e, al contempo, vi è un'analisi sulla situazione del movimento che, dopo sabato, dovrà per forza, pena il fallimento, prendere atto che nella società odierna esistono aree di protesta radicali - cioè più violente - di cui non si può non tenere conto.

5 commenti:

  1. Ciò vuol dire che rivolta e rivoluzione non sono parenti tra loro. Se si intende abbattere il sistema per trasformarlo occorre si sappia che è solo una rivoluzione a poterlo fare (con la violenza che gli è propria e con tutti i pochi pro e i tanti contro insiti nella pratica rivoluzionaria). La rivolta è solo un fuoco di paglia. La strada più lunga, in alternativa è la cultura e la diffusione dei principi anarchici. Ce ne sarebbe una quarta, il lungo processo, ancora in embrione, che ricalca ciò che furono gli anni '60. Qui la consapevolezza della necessità del cambiamento fa i conti con i fantasmi del '68.
    Ritengo che si opterà per le rivolte di piazza, leziosamemnte e qualunquisticamente pseudoeroiche, facilmente estinguibili dai poteri forti.
    Fino a che a tutto il Popolo gli vien dato un minimo per sopravvivere, ci saranno solo rivolte e cortei.

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  2. Ciao, Bastian.
    Condivido TUTTO L'ARTICOLO che hai citato di Fraioli.
    Ieri ho letto anche io di quello che citava la "stronzissima professoressa" e mi ero chiesta (poco tempo poi per fare tutto) MA CAZZAROLA SE ERA LI' ANCHE LEI PERCHE' STRONZISSIMA?

    Er Pelliccia fa parte degli allenatissimi ultras di calcio che pare siano il nucleo di questi esagitati.

    Che dopo il casino diventano obbedienti agnelli per la scuola della defilippi?

    Il Movimento è ALTRO da queste rivolte.
    E' gente che lavora anche gratis per i diritti del Pianeta o dei deboli e poveri.

    Gente che studia tanto per capire e far capire. Anche solo al vicino di casa pensionato di 62 anni in pensione da 20...O alla cassiera del supermercato di solito molto sveglia (giuro).

    Le rivolte e i cortei sono DENTRO il sistema, come Grillo o Travaglio o Santoro.

    Uscire dal sistema è una impresa improbabile per chi deve lavorare e pagare mutui e mantenere la famiglia.

    Quindi si deve smuovere dentro il sistema, ma dal basso senza seguire "pseudoleader" come quelli citati, che spesso dicono cose giuste ma pro domo loro (nel senso che obiettivamente chi glielo fa fare di uscire dal sistema).

    Sembra una cavolata, ma occuparsi di risparmiare energia, sprecare di meno e fare meno rifiuti è rivoluzionario, soprattutto in un Mondo che sta esaurendo le risorse e che vede crescere popolazione e nazioni che vogliono "crescere".

    C'è da combattere il principio del LIBERO MERCATO che ha rovinato paesaggi, inquinato e costretto a vivere al minimo un sacco di gente.

    Siamo ridotti così per quello. Dovremmo marciare verso Bruxelles, non verso Roma.

    La democrazia rappresentativa ha mostrato le sue falle, e quindi la transizione a qualcosa di più "biologico" di più "dal basso" sta avvenendo in tutto il mondo, anche se non ne parla nessuno.

    La vera rivoluzione è quella, dal basso. Dove ognuno di noi in modo consapevole può realmente modificare questo modello esausto, coem i pozzi di petrolio.

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  3. Il problema è che stiamo a domandarci se dobbiamo essere pacifici o violenti, prima ancora di avere ben chiaro contro chi o cosa essere pacifici o violenti.
    Questo lavoro di consapevolezza (o conoscenza) non lo sta facendo nessuno.

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  4. Ciao Bastian, non bisogna fare come er pelliccia, bisogna stare seduti a casa o ritrovarsi in case di qualcuno e non fare più niente, ovvio, prima chiudere i conti correnti...

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  5. Ciao Bastian. A me senbrava di essere stata chiara.

    La consapevolezza è di NATURA FISICA, ovvero il pianeta ha dei limiti e solo comprendendo questo punto si può originare un nuovo modello antropologico.

    I neoliberisti da questo punto di vista sono dei pazzi, ma sembrano loro dei savi grazie ad accurate e secolari manipolazioni di massa, mentre chi esprime anche scientificamente il problema dei limiti del pianeta, dell'inquinamento, della sovrapopolazione e del cambiamento climatico che peggiorerà ancora di più la situazione.

    Io ne sono consapevole, e con me molti altri, anche in situazioni orrende come nel terzo o quarto mondo.

    Il fatto che ci sia questa consapevolezza è nascosto ai più, ma sembra procedere ugualmente.
    Dionisio, per esempio, a modo suo sta seguendo, pur solitario, una strategia di quel tipo.

    Ovvio che sia più faticoso stare dentro il sistema e combattere perchè si modifichi, ma milioni di associazioni ambientaliste o per i diritti civili e di giustizia sociale stanno perseguendo quegli scopi.

    E non è detto che vincano, lì hai ragione a essere pessimista.

    E pensa che molte direttive europee VANNO IN QUELLA DIREZIONE,e anche molte raccomandazioni.

    Lo strapotere degli altri (NEOLIB)ancora domina, e purtroppo L'ENORME POTERE PLANETARIO quando esploderà lo farà in modo disastroso, portandoci TUTTI nel baratro.

    Ma maggiore sarà il numero di chi si rende quanto prima consapevole, forse potremo farcela, ma con un modello nuovo, stabile e non in crescita.

    Noi occidentali abbiamo avuto TROPPO e gli altri 5/7 troppo poco.

    Dovremo equilibrare, ma sicuramente, se vorremo, ci rimarranno Scienza e Arte. Discipline nelle quali gli italiani hanno dominato e continuano a dominare.

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