giovedì 6 ottobre 2011

W LA POLIZIA






Per la prima volta decide di parlare in pubblico. E’ venuta a Padova apposta per sfogare la rabbia troppo a lungo trattenuta. Sono le testimonianze dal palco di Domenica Ferrulli, Patrizia Moretti, Lucia Uva a darle il coraggio. La sala del Fronte del Porto Film club è piena, non c’è nessuna sigla dietro all’organizzazione dell’iniziativa, solo la passione civile di due ragazze, Claudia e Francesca, raccolta dal presidente del quartiere. Modera Mauro Casciari, che con alcuni servizi sulla trasmissione Le Iene si è occupato in particolare dei casi di Giuseppe Uva e Aldo Bianzino.  L’iniziativa si chiama Le Loro Voci, le voci dei casi dimenticati di violenza operata da rappresentati dello stato e che oggi non lo sono più. Ma la voce della "Signora" è un caso ancora nascosto e questo è quello che ha raccontato, trattenendo a fatica le lacrime, ma con precisione e civiltà. Il marito seduto al suo fianco, la testa bassa, c’è anche un figlio.

Ho due figli, mio marito fa il poliziotto, se avesse fatto un altro mestiere, forse la tragedia sarebbe stata completa.  I miei due ragazzi sono stati fermati una sera sotto casa da una pattuglia di polizia. Sono stati perquisiti e picchiati, non sappiamo ancora per quale motivo. Le violenze sono continuate in questura, si sono accaniti in particolare contro uno dei due all’interno di un cella di sicurezza, l’altro figlio fuori sentiva tutto e ci ha telefonato. Dalle urla pensava stesse succedendo il peggio: “Venite subito, ci ha detto, stanno ammazzando mio fratello”. Ci siamo precipitati e mio marito è riuscito ad entrare, ripeto anche lui è un poliziotto: “Sono un collega” ha detto al piantone.  Abbiamo assistito alla scena, abbiamo visto tutto, siamo entrati che ancora lo stavano massacrando, calci e pugni da tutte le parti, aveva smesso di urlare, solo rantoli. Non riesco ad andare avanti e a descrivere la scena, ricordo solo che ci hanno detto che erano ubriachi e drogati e che erano stati loro ad aggredire gli agenti. In quel momento l’unica cosa che ci interessava era portare il figlio al pronto soccorso, la diagnosi non lasciava equivoci: due costole rotte, labbro tumefatto,occhio nero ed ecchimosi su varie parti del corpo per entrambi i ragazzi. Mio marito, ripeto poliziotto, è andato oltre, ha voluto che i miei figli si sottoponessero agli esami tossicologici. Risultati negativi: non avevano bevuto, né assunto droga. Nei giorni successivi la stampa ha dato conto solo della versione ufficiale della questura e i miei figli sono stati definiti “ I fratellini terribili”. Da allora chiediamo giustizia e invece abbiamo subito minacce e indagini. Mio marito è stato sospeso dal servizio per sei mesi per aver partecipato ad una  manifestazione a favore dei figli,  e ci è andata bene: avevano chiesto la destituzione. Abbiamo atteso invano che le indagini appurassero quanto è successo, ma tutto è fermo, c’è un testimone che ha visto tutto, non è mai stato ascoltato. In tutti questi mesi abbiamo scelto il silenzio,  ma ora basta, siamo stanchi di subire, siamo stanchi di non riuscire a dormire, di ritrovarci tutti e quattro in cucina all’una e mezza di notte, è avvenuto a quell’ora, per ricordare, siamo stanchi delle sedute davanti agli psicologi”.

Ora c’è un gruppo su Facebook, si chiama Per non dimenticare. Scriveva  la signora alcuni mesi fa: “Il dolore e l'amarezza aumentano, la voglia di urlare è costante. Pensare che le stesse "persone" sono ancora al loro posto, percepiscono uno stipendio, mi fa orrore, neanche la gogna mediatica, niente, spero solo che non facciano del male ad altri. Penso che prevenire sia meglio che curare, noi abbiamo denunciato perché queste persone non potessero più fare del male ad altri, perché  lo crediamo giusto. Purtroppo, ma per  fortuna per noi, il morto non è scappato quindi poco conta e  nessuno si interessa. Amici del gruppo grazie, grazie davvero. Volevo tener alto l'argomento, ma così non è stato, è vero i giornali di oggi servono ad incartare il pesce. Scusate lo sfogo, speravo dopo un anno  di avere qualche risposta, ma così non è stato”. E alcuni giorni fa, sempre nelle pagine del gruppo su Facebook, la scelta: “Il tempo sta per scadere, voglio un giornalista serio”.

2 commenti:

  1. Terribile storia, Bastian.
    Mi sembra che tutti rientri nel meccanismo di scivolamento verso uno Stato globale e totalitario. di cui cerchiamo spesso di parlare.
    Facebook è una SOLENNE S*******A, non serve a nulla se non ai suoi ideatori chiamati presto a Bilderberg Group (chissà perchè).
    Forse è una consolazione ma credo che a quelle persone di cui hai parlato non basti.

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  2. Sicuramente non basterà. Infatti la loro protesta è stata subito inglobata in Facebook, la valvola di sfogo più comoda per ottenere il risultato di fare grandi boati d'indignazione che poi si fermeranno lì.

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