martedì 11 ottobre 2011

10 EURO DI TIVVU'





Questo è lo slogan che campeggia sul sito http://www.serviziopubblico.it/, dove l'ormai ex giornalista Rai Michele Santoro appare in video per chiedere un contributo di 10 euro a quanti siano interessati a vedere andare in onda la sua trasmissione "Comizi d'amore".

Nella pagina, in basso a sinistra, compare il nome "Zerostudio's S.r.l.", la società creata nel 2010 dallo stesso Santoro e da sua moglie, con un capitale di 100.000 euro.

Quindici giorni fa circa, la Zerostudio's (di cui Santoro e consorte deterranno alla fine il 51%) ha deliberato un aumento di capitale per poter permettere l'ingresso di nuovi soci

  • l'Editoriale Il Fatto S.p.a. (editrice dell'omonimo quotidiano) che ha acquistato il 17,85% delle quote.
  • L'associazione non profit Serviziopubblico, con il 24,5%
  • L'associazione di produzione Videa e la casa di produzione Etabeta, che hanno acquistato le restanti quote.
Per ora, pare che in questo modo i 100.000 euro iniziali siano arrivati a 2.000.000: un bel punto di partenza, non c'è che dire, per un programma che dovrebbe costare 250.000 euro a puntata.

Il grosso dei finanziamenti dovrebbe arrivare dalla raccolta pubblicitaria, che già potrebbe rivelarsi un potenziale boomerang per quanto riguarda la libertà dei giornalisti nel trattare ad esempio argomenti potenzialmente scomodi agli occhi degli sponsor.

Una parte più piccola del sostegno economico arriverà da quei cittadini, definiti spettatori, che verseranno la quota di iscrizione di 10 euro all'associazione Serviziopubblico, nata per difendere la libertà d'informazione.

Staremo a vedere se effettivamente questo progetto riuscirà nel suo intento dichiarato di creare una trasmissione libera da vincoli e pressioni.

Due piccole cose, però, ho avuto modo di notare.
La prima è la definizione di quanti vedranno la trasmissione: "spettatori". Cioè dei soggetti passivi, che quindi pare non avranno alcuna possibilità di contribuire a decidere ad esempio di quali argomenti il programma debba occuparsi di volta in volta.
Devo dire che la cosa un po' mi delude, dato che un programma che si definisce innovativo anche perché utilizza le potenzialità della rete, potrebbe tranquillamente prevedere un ruolo più attivo dei suoi potenziali fruitori e non il solito vecchio cliché televisivo della star-giornalista-anchorman che parla e del pubblico che ascolta.

La seconda è la seguente: i 10 euro devono essere versati all'associazione non profit Serviziopubblico, e Santoro dice nel suo messaggio di conservarla perché darà diritto a dei vantaggi (quali, non lo dice: come in ogni strategia di marketing che si rispetti). Quello che però mi risulta misterioso è il motivo per cui la ricevuta di questo versamento sia intestata non all'associazione beneficiaria, bensì all'Editoriale Il Fatto.

Qualcuno ha una spiegazione?

2 commenti:

  1. A quanto sembra, a prima vista, siamo di fronte a un nuovo gruppo di interessi.

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  2. Così sembrerebbe, anche se sul sito serviziopubblico adesso dicono che la questione della ricevuta è imputabile solo ai tempi stretti, e quindi "il Fatto" ha "prestato" il proprio conto corrente.
    Sul resto, sono curioso di vedere cosa faranno, ma devo dire che temo che le mie aspettative circa il coinvolgimento del pubblico saranno deluse.

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