venerdì 13 maggio 2011

VOTO PISAPIA PER PROTESTA

Fino a due giorni fa, facevo parte di coloro che, per protestare contro i nostri politici, non li avrebbe mai votati, per agevolarne prima o poi l'estinzione. Sarei andato al seggio per esercitare il mio diritto di voto (secondo me i diritti si difendono così) e avrei annullato la scheda.
L'altroieri ho visto il pezzo del confronto tra Pisapia e la Moratti in cui quest'ultima lanciava accuse enormi e totalmente false contro il suo contendente, approfittando del fatto che le regole del dibattito non avrebbero consentito repliche e dimostrando così il suo leonino coraggio. Devo dire che lì le mie convinzioni hanno cominciato a cedere il passo all'incazzatura.
Più tardi ho sentito l'irreprensibile donna Letizia sostenere che la sua accusa non era un'accusa, ma che lei intendeva dimostrare che siccome Pisapia quarant'anni fa era legato ad ambienti di sinistra oggi non può essere diventato un moderato: a parte il fatto che non mi risulta che il candidato di centro-sinistra abbia mai detto di essere un moderato, era da tempo che non sentivo una cazzata di queste dimensioni. Come dire che se trent'anni fa ero povero, devo esserlo anche oggi: un po' come le caste in India.
Quindi ho deciso: vado al seggio e voto Pisapia, non perché creda in lui e nel suo programma, ma per protestare contro questo sistema di fare politica, indegno di esseri umani.

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