Ieri su " Repubblica ", si poteva trovare una interessante intervista al candidato sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che cerca di disinnescare gli effetti della notizia secondo la quale la sua compagna appare negli elenchi delle case ad "equo canone" del Pio Albergo Trivulzio.
La buona fede e l'onestà del buon Giuliano non credo che valga la pena metterle in discussione.
Quello che mi ha colpito sono altre cose.
Primo: l'avvocato ha subito puntato il dito alla "macchina del fango", che stava cercando di rovinare la sua reputazione di candidato onesto. Ma nessuno ha insinuato che lui abitasse in quell'appartamento. E' stata resa nota una lista di affittuari, cioé un dato di fatto. Dichiararsi infangati da una cosa vera, anche se spiacevole, sembra un controsenso: allora una balla non sarebbe stata infangante? Mi sembra il solito gridare al complotto e francamente mi delude.
Secondo: in un secondo momento, Pisapia si è doverosamente scusato, affermando di non aver subito compreso che, essendo la sua compagna compresa in quelli elenchi, la notizia avrebbe potuto avere effetti negativi per la sua campagna elettorale. Un'ingenuità, insomma, compiuta in assoluta buona fede. Sono convintissimo della sua buona fede, ma presentarsi come un ingenuo non mi sembra un bellissimo modo per accreditarsi come un buon sindaco.
Terzo: il buon Giuliano ha precisato che lui non ha mai abitato lì e che quell'appartamento era stato affittato dalla sua attuale compagna quando loro due ancora non si conoscevano: lei lo aveva chiesto all'ex sindaco Paolo Pillitteri in epoca non sospetta. Proviamo anche noi a chiedere al sindaco Moratti, per favore ovviamente, se ci può dare un appartamentino a canone molto agevolato in centro città: in fondo, domandare è lecito, rispondere è cortesia.
Quarto: la potenziale "first sciura" ha disdetto il contratto di affitto nel 2008, quando i due hanno deciso di andare a convivere. A causa dei ritardi nella costruzione del nuovo nido d'amore, la signora ha vissuto ( e se non ho capito male continua a stare ) nell'appartamento dello scandalo. Quando l'avvocato Pisapia ha deciso di candidarsi, non poteva dirle di mollare subito la casa e di andare a vivere da lui? Non potevano insieme trovare un altro appartamento in affitto a prezzi di mercato? Sono indigenti ( lui avvocato e lei giornalista di "Repubblica" ) o il nostro eroe vive in uno sgabuzzino?
Chiediamo spiegazioni al candidato e pretendiamo delle risposte!
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