venerdì 5 agosto 2011

PERCHE' CI TENGONO IN VITA



Ormai è inutile che ce la stiamo ancora a raccontare: la nostra economia è fallita e dobbiamo prendere atto che entrare nell'Euro è stata una delle decisioni più negative della nostra storia.
Lo scenaro futuro non potrebbe essere peggiore di così, perché se da un lato è vero che il fallimento è stato raggiunto, dall'altro ci sono poteri che non hanno alcun interesse a lasciarci morire economicamente, perché la nostra dipartita per loro comporterebbe un enorme svantaggio: detenendo buona parte del nostro debito, non sarebbero più in grado di guadagnarci, ma si vedrebbero costretti a registrare enormi perdite.
E' solo per questo motivo ad esempio che l'Europa si affanna a negare l'evidenza, continuando a dire che le nostre manovre finanziarie sono ciò di cui c'è bisogno e che non è previsto un piano di aiuti per noi, come quello predisposto per la Grecia: è un po' come se l'Europa stesse utilizzando contro di noi la nostra obbrobriosa legge sul fine vita, obbligandoci ad idratazione ed alimentazione forzate, non allo scopo di salvare un paese membro (di quello non gli è mai fregato nulla), ma con il preciso fine di continuare a pompare dalle nostre disastrate casse i soldi che ci avevano prestato. Naturalmente questa operazione non può essere indolore per coloro che ne sono vittime, cioè i cittadini.
Andando avanti di questo passo, non passerà molto tempo prima che anche a noi vengano imposti quei tagli strutturali che disintegreranno quel poco di stato sociale che ancora eravamo riusciti a mantenere: la riforma delle pensioni, di cui ogni tanto si sente qualche timido accenno, è già stata programmata nelle stanze del potere sovrannazionale da molto tempo e sarà qualcosa di inimmaginalmente peggiore di ciò cui abbiamo assistito sino ad ora.
Noi, come popolo, gli abbiamo rovinato (o meglio: rallentato) i piani con gli ultimi referendum. Abbiamo detto no alla privatizzazione dei servizi idrici e privatizzare i servizi in economia è una delle prima ristrutturazioni strutturali che vengono fatte.
In più, abbiamo detto no al nucleare, cioè, in pratica, abbiamo detto a quelle elites francesi che detengono il 30% del nostro debito pubblico che non glielo avremmo rifuso tramite l'importazione della loro tecnologia atomica.
Chiaro che adesso si incazzino e ce la stiano facendo pagare, tenendoci in vita tra atroci sofferenze.
Non è più sadico uccidere lentamente dopo aver inflitto innumerevoli tormenti?

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