"Non domandarci la formula che mondi possa aprirti, sì qualche storta sillaba e secca come un ramo. Codesto solo oggi possiamo dirti: ciò che non siamo, ciò che non vogliamo."
martedì 30 agosto 2011
IL PERACOTTARO
Berlusconi oggi può cantare giustamente vittoria, assieme agli altri "statisti" della sua maggioranza.
Era quasi stato costretto a mettere le mani in tasca alla luce del sole e questo, per lui, era francamente insopportabile.
Per di più, aveva quasi dovuto dare un dispiacere a quei pochi ricchi che non evadono e questo avrebbe potuto far incazzare non pochi dei suoi elettori.
Non sia mai, deve aver pensato in queste due settimane.
Quindi, dato che è il sovrano ad avere l'ultima parola, si è dato molto da fare in questi giorni per smentire il decreto che lui stesso aveva presentato in una memorabile conferenza stampa ferragostana, "grondante sangue".
Adesso l'opera è compiuta e lui può giustamente affermare di essere riuscito ancora una volta a non toccare i portafogli degli Italiani.
Infatti, come sempre, non li tocca, ma, come i migliori borseggiatori, li sfila direttamente non facendosi scoprire.
Come ci riesce?
Per prima cosa toglie il contributo di solidarietà ai redditi più alti, compreso il suo, ovviamente.
Cacchio, per una volta che chi guadagna tanto pagava qualcosina di più!
In più, toglie gli anni di università e del servizio militare dal conto degli anni lavorativi, mantanendo però il calcolo degli stessi per i contributi.
In pratica, aumenta dall'oggi al domani di un anno la permanenza degli uomini al lavoro, per di più in un periodo in cui di lavoro non ce n'è in giro: bella trovata, non è vero?
Se invece hai studiato, riscattare gli anni di università costerà sempre uno sproposito e il gioco non varrà la candela, dato che in questo periodo di crisi in cui i soldi sono pochi per i comuni mortali, nessuno sarà più in grado di pagare somme così elevate. Quindi, quegli anni di contributi prevedibilmente andranno persi.
Quando si dice incentivare gli studi...
Un altro miracolo italiano.
P.S. Adesso, aspettiamo la reazione dei mercati a cotanta genialità: secondo me saranno stupidi e non capiranno questa intelligenza superiore.
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Menomale che i soldi per il riscatto dell'Università non li ho mai avuti...sennò oggi mi sarei sentita presa in giro due volte.
RispondiEliminaAlla fine degli anni novanta dissi a un mio collega che saremmo andati TUTTI in pensione a 65 anni. Lui non mi credette e disse che ERA IMPOSSIBILE.
Adesso me ne viene una peggiore.
Visto che (per ora) le donne campano di più va a finire che dovremo lavorare di più ...degli uomini.
Riassumendo (per le donne):
1) se fai figli l'anno che stai a casa te lo dovrai lavorare comunque (stimolo alla procreazione e alla famiglia)
2) se hai studiato...ciccia.
Riassumento (per gli uomini);
1) il servizio militare obbligatorio non te lo tolgono ma tanto dal 1985 non è più obbligatorio.
2) se hai studiato ...ciccia.
Di sicuro studiare non rileva per gli anni di lavoro e per quanto mi riguarda non sarebbe un problema. Lo è il salario o stipendio o retribuzione, sempre più schiacciato in basso. E stimoli zero.
Di sicuro se al posto di eliminare gli anni di maternità (non so se lo facciano o stanno per pensare di farlo, sto solo ragionando) dessero maggiori sicurezze sul lavoro e più asili nido sarebbe anche meglio. Toglieranno tutto.
Adesso mi sento meglio.
L’aver studiato e l’avere servito “questa Repubblica” non vale una cicca in termini di TEMPO. Si tratta di un tempo fuori dal tempo.
RispondiElimina@Daniela
RispondiEliminaConcordo perfettamente con te.
Sto cominciando a chiedermi seriamente se valga la pena lavorare come dipendente, oltre a chiedermi se valga la pena di lavorare proprio.
@Francesco
RispondiEliminaProprio così. Siamo in un mondo fuori dal mondo.
Del resto, basta guardarli in faccia i nostri politici per capire l'importanza che per loro riveste la cultura.