sabato 30 giugno 2012

CUI PRODEST ?



Il crollo dell'Euro provocherebbe problemi enormi alle già fragili economie di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagne e Italia.
Ma quali sarebbero le conseguenze per la Germania? "Sarebbero catastrofiche anche per Berlino", scrive Der Spiegel, citando uno studio del ministero delle finanze tedesco.

Le previsioni sono così negative, aggiunge il settimanale, che gli esperti del ministero "hanno deciso di non rendere pubblico il documento, per paura che facesse crescere ulteriormente i costi per il salvataggio della moneta unica".

Il crollo dell'Euro, infatti, "provocherebbe la fine del miracolo economico della Germania, con il fallimento di molte banche e imprese, costrette a cancellare dai loro bilanci diversi crediti e partecipazioni in altre aziende".

Secondo lo scenario dipinto dal ministero, "durante il primo anno senza Euro il pil tedesco crollerebbe del 10 per cento e il numero dei disoccupati salirebbe sopra i cinque milioni".

A quel punto la Germania dovrebbe rinunciare per anni al pareggio di bilancio, perché le entrate fiscali calerebbero, mentre lo stato sarebbe costretto a spendere miliardi per salvare le banche e sostenere i disoccupati.

Questo articolo di Der Spiegel, tratto dalla rivista Internazionale, spiega bene i pilastri su cui oggi si basa l'Unione Europea.

Primo, si basa sul principio, per nulla solidale o democratico, che comanda il più forte. Cioè è la Germania che detta le regole, perché con il sistema attualmente in vigore è lo stato europeo che ne trae i più cospicui vantaggi.

Secondo, ci dice che, stando così le cose, la Germania si avvantaggia, a condizione che altri stati, chi più (la Grecia) chi meno (Spagna, Irlanda, Portogallo), siano in una equivalente situazione di difficoltà. Il sistema in questo modo raggiunge un livello di equilibrio: maggiori sono i vantaggi di un elemento, altrettanto grandi devono essere le difficoltà dell'altro.

E' anche chiaro che questo sistema per funzionare necessita della partecipazione di tutti gli elementi. La defezione anche di uno solo ne determinerebbe il collasso irreversibile.
Metaforicamente, stiamo parlando di una nave che sta affondando il cui capitano obbliga il resto dell'equipaggio a morire con lui.

Oggi abbiamo in Europa un concetto di spazio vitale che, a differenza di settant'anni fa, non si appoggia più sulla forza militare ma su quella economica. La Germania ha bisogno di quello spazio vitale per espandersi a discapito degli altri.

Settant'anni fa il progetto non riuscì e quando Hitler si rese conto che l'ideale nazionalsocialista era destinato a crollare, in ossequio alla teoria dell'evoluzione delle specie, diede ordine di fare della Germania un ammasso di macerie, poiché il popolo tedesco si era dimostrato debole e di conseguenza era giusto che si autoannientasse.
Oggi lo spazio vitale sta dando vistosi segni di cedimento. In quest'ottica, l'ammonimento della Merkel che se crollasse l'Euro non si potrebbero garantire altri settant'anni di pace è una ben concreta minaccia, visto da dove arriva.

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