mercoledì 27 giugno 2012

INTERESSI DI BOTTEGA





Mi sono sempre chiesto come mai un partito come il Pd, che teoricamente si proclama vicino ai cittadini, che sostiene di rappresentare il centro-sinistra - dove centro è la principale e sinistra la subordinata (issima) -, in realtà sia così spudoratamente al servizio di quegli stessi poteri finanziari e bancari a cui il presidente del consiglio Monti fa da palo.

La risposta che mi sono sempre dato è che gli attuali vertici del partito siano incompetenti, oltreché ignoranti. In realtà il motivo è sempre lo stesso: interessi di bottega (o di Botteghe) oscuri (o Oscure) ai più.

Ciò, beninteso, non significa che la classe dirigente vada riabilitata. Semmai è un'ulteriore aggravante.

Risulta che uno dei due partiti fondatori, i Ds, si sia politicamente sciolto assieme alla Margherita, ma che dal punto di vista finanziario sia tutt'ora vivo e vegeto. Insomma, il partito si è sciolto, i suoi bilanci sono ancora lì, solidissimi. E, unico elemento rimasto a ricordare la tradizione comunista, sono in rosso di 156,6 milioni di Euro.

Questo aiuta a comprendere come mai Bersani dica che è una follia uscire dall'Euro e perché descrive apocalittiche visioni di gente che gira con carriole piene di soldi in caso di ritorno alla Lira: sta descrivendo sè stesso e i suoi colleghi dirigenti.

Bene. Ma come mai il Pd ,che ha ereditato i bilanci passivi dei Ds, a parole si spaccia per forza popolare e nei fatti invece appoggia il governo Monti votando qualunque boiata esso gli metta sotto il naso, non prima di aver fatto un po' di cagnara per cercare di salvare le apparenze?
Giusto per fare un esempio, oggi voterà la fiducia alla boiata Fornero, che distruggerà i restanti diritti dei lavoratori, in cambio dell'assicurazione del governo di provvedere entro un mese a risolvere il cosiddetto problema degli esodati. Cioè, in pratica, butterà a mare i lavoratori, per salvare le pensioni di chi non lavorerà più: una delle tante politiche per i giovani (pensionati).

La risposta a questo appoggio al governo dei banchieri è sempre in quei 156,6 milioni di debiti, dato che tra i suoi creditori troviamo

  • Unicredit, la banca di quel Profumo per cui i dirigenti Pd stravedevano: 26 milioni
  • Gruppo Intesa, il cui ex presidente Passera è diventato ministro: 36 milioni
  • Efibanca (Banco popolare): 24 milioni
  • Banca Popolare di Milano: 12 milioni
Stando così le cose, è evidente che, a meno di fare ulteriori prestiti per comprare carriole, il Pd debba per forza tutelare certi interessi, che di certo non sono quelli dei suoi elettori: con loro non hanno debiti.

Insomma, mentre Monti fa il palo ai banchieri, il Pd fa il palo alle banche.

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