martedì 7 giugno 2011

ACQUA AZZURRA, ACQUA CHIARA

Domenica e lunedì prossimi, saremo chiamati a votare per quattro referendum, due che riguardano la gestione del sistema idrico delle nostre città, uno che tratta della questione del nucleare in Italia e uno che mira ad abolire la scandalosa legge sul legittimo impedimento, ennesima legge porcata per favorire il solito noto Mr. B.
Su quest'ultimo non voglio nemmeno parlarne: mi limito ad osservare che già esiste una legge che regola eventuali impedimenti di tutti i cittadini quando devono presenziare ad un processo; il problema è che con la norma già in vigore l'impedimento va giustificato e spetta al giudice stabilire se è valido oppure no. E' questo che al nostro Berlusconi non va bene e quindi si è fatto fare una nuova legge che stabilisce che l'impedimento è insindacabile: del resto, non potrebbe mai fare il Bunga-Bunga in un aula di tribunale. Io voterò si.
Quello sul nucleare è un po' diverso: secondo me solo una nazione di pirla passerebbe al nucleare dopo che l'incidente di Fukushima ha dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio che l'energia atomica non è sicura in Giappone, dove tutti dicevano che le misure di sicurezza erano perfette. Figuriamoci qui da noi, che non riusciamo a lavorare in condizioni di sicurezza in una piccola impresa, cosa potrebbe succedere. Io voterò si.
I referendum sull'acqua invece meritano secondo me un discorso un po' più approfondito. Innanzi tutto, partiamo dal presupposto che l'acqua è un diritto, così come ad esempio l'aria. Posso scegliere come tutti se muovermi in bici o in macchina: comunque decida di muovermi, dal punto di vista della vita non cambia nulla. Diversamente da questo stupido esempio, non posso mica decidere di vivere senza bere o respirare: se smetti di fare queste due attività, schiatti; non hai possibilità di scelta.
Bene: il nostro governo, sempre attento agli interessi della comunità, ha approvato una legge che obbliga i comuni a costituire delle società in cui i privati detengano la maggioranza.
Sicuramente da qualche parte esisterà anche un privato che investa dei soldi per pura filantropia, ma secondo me la maggior parte ferebbe un investimento del genere per guadagnarci e siccome vorrà sicuramente guadagnarci tanto, non investirà un centesimo per migliorare il servizio, ma solo per aumentare il profitto, col risultato che noi pagheremo l'acqua molto di più, il servizio peggiorerà e poche persone si arricchiranno sempre di più ogni volta che apriremo il rubinetto.
Siccome però il nostro è un governo che crede nella libera impresa e nelle leggi del libero mercato, la legge che privatizza gli impianti idrici ha pensato a tutto: a chi investirà nel settore, viene garantita una quota di profitto adeguato all'investimento effettuato. Tradotto, significa che chi investe deve guadagnare per forza, anche se non migliora il servizio o non esegue le manutenzioni necessarie agli impianti.
Anche qui, in astratto ci potrebbe essere qualche onesto investitore che farà tutte le manutenzioni necessarie ed avrà come unico scopo quello di trarre un profitto solo dopo aver migliorato il servizio, ma , in concreto, nel Paese dove gli industriali riuniti in convegno si permettono di applaudire l'amministratore delegato della Thyssen-Krupp in segno di solidarietà per la condanne che si è beccato, mi permetto di dubitare.
Anche a questi due quesiti, dunque, voterò si.

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