giovedì 4 ottobre 2012

LO SCIOPERO E' UN FATTO INACCETTABILE




Marco Cedolin

La giornata di sciopero del trasporto pubblico loocale che ieri ha paralizzato le principali città italiane sembra avere provocato di tutto e di più. Orde di cittadini in preda al panico in fuga nelle gallerie del metrò milanese come fossero inseguiti dagli zombies di Resident Evil, ressa in ogni dove, malori, tensioni e perfino manipoli di "eroi" disposti ad immolare il proprio corpo strisciamdo sotto le saracinesche in chiusura, pur di riuscire a prendere l'ultimo treno prima dello stop alla circolazione. Orde di pennivendoli pronti a sbavare rabbia dichiarando che "uno sciopero così non è da paese civile" e addirittura il garante sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali Roberto Alesse che con un tempismo da orologio svizzero si è affrettato ad aprire un'inchiesta sull'astensione dal lavoro in oggetto.

Comprendiamo bene come nell'Italia governata dai banchieri lo sciopero somigli sempre più ad una creatura mitologica alla cui vista inorridire e darsi alla fuga pervasi dal panico....
 

6 commenti:

  1. Problema degli scioperi in Italia: colpiscono solo chi non ne può niente. I cari signoroni politici e banchieri degli scioperi se ne strabattono le strapalle. Così, al momento attuale, uno sciopero dei trasporti è l'ennesima mannaia sulle tasche dei cittadini, che magari hanno pagato l'abbonamento del treno e il giorno dello sciopero se lo ripagano un'altra volta perché devono prendere l'auto. I cari signoroni ridono. Stigmatizzare queste scene vuol dire non aver capito una cippa di come stanno funzionando le cose ultimamente. Il vero sciopero sarebbe, per i cittadini, ritirare tutti i loro soldi dalle banche e mettersi tutti insieme per costruire una vera banca popolare. I cari signoroni riderebbero meno, in un caso del genere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'efficacia di uno sciopero è direttamente prporzionale al disagio che provoca. In questo senso l'istituzione delle fasce di garanzia serve solo a comprometterne l'efficacia (e che i sindacati non ci abbiano pensato quando accettarono una cosa così è colpa grave).
      Il fine dei media è quello di creare uno stato di conflitto tra poveri (scioperanti) e poveri (utenti).

      Elimina
    2. Ha ragione il commentatore qui sopra. Se a patire il disagio sono solo le fasce deboli, allora uno sciopero non serve a un tubo, perché le fasce deboli non hanno il potere di cambiare le cose. Così, davvero, si fomenta solo una guerra tra poveri, che è proprio quello che vogliono i potenti (divide et impera).

      Elimina
    3. Le fasce deboli hanno eccome il potere di cambiare le cose. Quella che manca oggi è la cultura, che sta alla base della possibilità di acquisire la consapevolezza del prorpio potere.
      Il divide et impera funziona solo dove esiste grande ignoranza.

      Elimina
    4. Perché, non è così in Italia? I media mantengono la popolazione nell'ignoranza più crassa: culi e tette a gogò tra una partita di calcio e l'altra, la sensazionalizzazione estrema di due o tre casi di cronaca nera che hanno colpito l'immaginazione del direttore editoriale di turno, e via così. Come si può sperare che le fasce deboli capiscano come fare a cambiare le cose? Saranno sempre preda degli affabulatori di turno, e uno sciopero colpirà sempre e soltanto loro, mettendo lavoratore contro lavoratore. A dispetto del tuo nick, penso proprio che anche tu ti renda perfettamente conto che in Italia il divide et impera funziona, eccome se funziona.

      Elimina
    5. @SuperP
      E' assolutamente come dici. Infatti non intendevo correggere il senso del tuo commento. Ciò che intendevo era però evidenziarti che è purtroppo altrettanto semplice assolvere in toto quelle che definisci le fasce più deboli. Tolte le dovute eccezioni, e considerato che sicuramente sono meno colpevoli di altri, resto convinto che il divide et impera funzioni solo a condizione che ci sia molta ignoranza da parte di quanti lo subiscono. E che questi ultimi, seppur in misura infinitamente inferiore rispetto a quanti sanno e nulla fanno, non possano essere comunque ritenuti come totalmente esenti da colpe.

      Elimina