TRIESTE. Video, fotografie e un comunicato che riempirebbe una pagina di giornale. La Regione risponde alla accuse di una Val Rosandra violata. Ricostruisce, precisa l’operazione “Alvei puliti” che nello scorso fine settimana ha comportato il taglio di centinaia di alberi. Un’operazione di pulizia contestata non solo dagli ambientalisti, che spinge Pier Luigi Nimis, professore ordinario di Botanica alla facoltà di Scienze della Vita dell’Università di Trieste, a definire che «l’intervento effettuato in Val Rosandra si configura come un vero e proprio disastro ambientale». Ma Luca Ciriani contrattacca: «Difenderò sempre i volontari della Protezione civile dall’ambientalismo da salotto».
Nell’ultimo decennio, si ricorda, «il torrente Rosandra è stato interessato da fenomeni di piena nel 2003, 2008 e 2010. Nel settembre di due anni fa, in particolare, è stata allagata la zona industriale a valle e si è registrata una grave erosione in sponda sinistra in corrispondenza del ponte in località Bagnoli Superiore, con la compromissione della stabilità dell’abitazione soprastante». Ma la denuncia del botanico Nimis non è da meno della difesa dell’assessore. «Lo scriteriato intervento - sottolinea - prescindeva completamente dall’analisi delle funzionalità e dei servizi ecologici della vegetazione riparia, partendo dall’assunto grossolano che essa sia qualcosa di dannoso, da eliminare per mettere in sicurezza il torrente. Il risultato è stato un danno ecologico e paesaggistico difficilmente rimediabile in tempi brevi».
Il botanico ricorda che quella valle, oltre ad essere parte di una riserva naturale regionale, è inserita nell’area Sic “Carso Triestino e Goriziano”, nella zona di protezione speciale “Aree carsiche della Venezia Giulia” ed è pertanto sotto tutela europea. «L’intervento – prosegue - ha completamente distrutto un habitat prioritario: il bosco ripariale ad ontano nero costituisce una valida difesa delle rive, tanto che la sua presenza viene considerata una caratteristica che aumenta notevolmente il valore dell’indice di funzionalità fluviale, adottato anche dall’Arpa per monitorare lo stato dei corsi d’acqua della regione».
Secondo il professore la completa scopertura del suolo derivata dal taglio drastico effettuato in Val Rosandra priverà quel tratto del torrente del suo presidio forestale, accelerando il disseccamento del suolo e l’erosione delle rive. Mentre Ciriani precisa che durante le due giornate di taglio «le operazioni sono state svolte seguendo scrupolosamente quanto concordato nella riunione del 21 marzo, sotto l’attenta sorveglianza anche del Comune, nella persona del vicesindaco, e senza alcuna contrarietà manifesta da parte della popolazione residente». Quando l’acqua esonda, conclude polemicamente Ciriani, «arriva la Protezione civile, non Legambiente o il Wwf».
Ciriani è un organismo unicellulare...
RispondiEliminaTra i sei obiettivi prioritari della Strategia Europea per la Biodiversità per l'anno 2020 si trova "COMBATTERE LE SPECIE ALIENE INVASIVE" ovvero Ciriani.
RispondiEliminaRicordo che lo stesso trattamento è stato eseguito, con maggiore o minore "professionalità barbarica" anche sugli altri corsi d'acqua della regione FVG. Esistevano già foto "preventive" dove il BELLO era il fiume sterminato degli arbusti/alberi d'alveo...
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