venerdì 30 marzo 2012

IL FISCO DEI FURBI E QUELLO DEI FESSI




E' possibile che il Fisco, o Agenzia delle entrate come va di moda adesso, possa non essersi mai accorto in tutti questi decenni che tutte le aziende italiane fatturano miliardi e contemporaneamente hanno i bilanci in perdita?

Secondo me no, a meno che non si dia per scontato che ci lavorano solo degli incompetenti che farebbero meglio a darsi all'ozio.

Per mesi siamo stati bombardati da una grande campagna di stampa che ha martellato in continuazione sul dovere etico di pagare le tasse e sul fatto che in Italia chi lo fa è tartassato molto più del normale, perché deve sopperire alle mancanze degli evasori.
Ora che l'Agenzia delle entrate finalmente si muove, l'esercito dei tartassati giustamente gode nell'apprendere le notizie che questo o quell'evasore è stato finalmente cuccato.

Come mai, mi chiedo, solo ora? Perché c'è la crisi e lo Stato ha bisogno di soldi.
Quindi, se è vera la premessa che non si poteva non sapere, lo Stato si muove soltanto adesso non per ragioni di giustizia ed equità sociale, ma solo perché non ne può più fare a meno.

Da ciò deduco però che fino ieri lo Stato ha avuto un occhio di riguardo in più per coloro che facevano i furbi, contando sul fatto di avere un sufficiente bacino di fessi da cui pescare.
Stando così le cose, non sono proprio convinto che si stia assistendo ad un cambiamento della situazione.

Ai fessi infatti sono stati chiesti maggiori sacrifici - e altri mazzate arriveranno -, mentre ai furbi si sta dando qualche buffetto, ma giusto il minimo indispensabile: si toglie un po' d'acqua al bacino di chi ha evaso, per riequilibrare il livello di quello in cui annaspa chi paga.

Domanda: è equilibrato un sistema in cui chi ha pagato pagherà di più e chi non ha pagato devolverà qualcosina?

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