venerdì 29 aprile 2011

CHE POTEVO FARE ?

Un bar latteria in una strada di periferia.
I tavolini all'aperto quasi tutti vuoti, tranne uno.
Quattro signori sulla sessantina sono seduti e parlano davanti ad un bianchino.
Il tono delle voci è alto, abbastanza da farmi capire che stanno parlando di politica.
Sulle prime non faccio molto caso a quello che dicono, poi sento: "Quella cogliona della Bocassini non sa più come venire fuori dal processo Ruby !".
Sulle prime, penso di non aver capito bene. Perché mai, del resto, un pubblico ministero dovrebbe trovare una scappatoia da un processo? Di solito sono gli imputati che cercano di cavarsi dai guai, quindi ho capito male, è evidente.
Osservo quello che sta parlando: mezza età, aria strafottente, erre arrotata da "cumenda" milanese, così come gli atteggiamenti. Glielo leggi in faccia che vota Berlusconi.
Il tizio continua il discorso dicendo che la Bocassini è una disonesta e che Berlusconi "glielo metterà in culo anche stavolta", presumo ai giudici. Lo dice con convinzione e con un livore che mi sorprende parecchio. Sembra quasi che il processo Ruby veda lui come imputato principale. Il tono sembra quello di una discussione calcistica da bar.
Per un attimo mi sale il sangue alla testa e mi viene volta di intromettermi e di contestare le puttanate che ho appena sentito.
Poi rinuncio e me ne vado.
Un dubbio però mi viene: è giusto non reagire mai alle cazzate?

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