venerdì 5 ottobre 2012

PROSTITUZIONE E PLEBISCITO: LA PROSSIMA CAMPAGNA ELETTORALE




Ormai possedere una televisione in casa è considerato un bisogno essenziale come respirare. Non passa settimana senza che qualcuno di mia conoscenza, anche se più volte gli ho detto che io non ho la tv da otto anni, non mi ponga la fatidica domanda che comincia sempre con "hai visto ieri...".

Dato che non è concepibile la possibilità che l'elettrodomestico in questione non ci sia, mi limito ad un secco "no" privo di qualsivoglia spiegazione sul perché "non ho visto ieri...": sono un po' stufo di vedere quegli sguardi stupiti di chi si domanda da quale pianeta io sia giunto.

Però sono due giovedì di fila che stando in case terrestri mi imbatto in Piazzapulita su La7. Settimana scorsa, essendo ancora puro, sono riuscito ad assistere a tutto lo spettacolino dell'ospite Renzi che con aplomb britannico sorrideva ogni volta che gli rivolgevano una domanda e sviscerava il suo programma politico: "Se non convinciamo gli elettori di centro-destra a votare per noi, perderemo quei voti".

Aldilà della lapalissiana correttezza dell'affermazione - in effetti chi non vota per te, ha votato per qualcun altro -, quello che mi ha pià sorpreso è stata la mancanza di risate in sottofondo. Visto che un'affermazione così vuota in bocca ad uno che è presentato da tutti come un volto nuovo della politica nazionale, se non è una battuta è tragico. Perché questo non è un programma politico, ma una dichiarazione d'intenti di una persona che non propone idee proprie, ma si propone di soddisfare quelle altrui. E dato che l'abito in realtà fa il monaco, dirlo vestiti in giacca e cravatta ha dato una parvenza di serietà. Ma per rendere totalmente chiaro ciò che diceva, avrebbe dovuto indossare tacchi a spillo, minigonna cortissima e trucco molto pesante. In effetti è davvero un rottamatore. E immaginarlo vestito così mentre parlava mi è stato utile per arrivare fino in fondo.

Ieri sera invece non ci sono riuscito. Fini era lì seduto in giacca e cravatta e non sono riuscito ad immaginarlo in altro modo mentre mi diceva che lui vedrebbe bene un nuovo governo Monti dopo le elezioni dell'anno prossimo. Mi sono chiesto a che serve andare a votare se, qualunque esito diano le elezioni, comunque il vincitore si sa già in partenza. Poi ho pensato che in fondo, anche se non si è mai fatto circoncidere, a parole ha abiurato più o meno tutto ciò che poteva abiurare, riuscendo in realtà a rimanere il vecchio camerata di sempre: solo lui con la sua concezione democratica poteva parlare delle prossime elezioni come il plebiscito del si del '29. Infine mi sono alzato e ho spento, sempre più soddisfatto di aver portato in discarica la mia tv otto anni fa.

Mi rimane sempre il dubbio su chi votare, ma questa è un'altra storia.

giovedì 4 ottobre 2012

LA CAMBIALE IN BIANCO




Sarà da complottista, ma a me è sembrata ben strana la sequenza temporale in cui prima il premier Monti urla ai quattro venti che non ha alcuna intenzione di prolungare la sua esperienza di governo, poi scoppia lo scandalo Fiorito che annienta completamente qualunque residua credibilità della politica ed infine ancora Monti  sommessamente dice davanti ai suoi veri grandi elettori che se serve lui sarà ancora a disposizione.

Che siano coincidenze o meno, è un fatto che qualunque cosa accada Monti rimarrà in Senato come garante di quei poteri finanziari che lo hanno messo lì. Sarà il portavoce del governo verso i mercati e riferirà gli ordini di questi ultimi. Secondo me il dibattito se debba candidarsi o meno alle elezioni è assolutamente inutile. La sua nomina a senatore a vita è già sufficiente: rappresenta la cambiale in bianco pronta ad essere riscossa in futuro. Nessuno sano di mente rinuncerebbe per farsi eleggere, quindi non vale neppure la pena parlarne.

Del resto la politica non ha più la forza necessaria per liberarsi dal commissariamento in cui è stoltamente finita. Questo la dice lunga sul livello dei suoi rappresentanti. Dopo lo scandalo Fiorito tutti i partiti si sono affrettati istericamente a voler dimostrare che è ora di dare una bella ripulita e di correggere gli errori del passato.

Ma al punto in cui siamo questa è la peggiore strada in assoluto.

Vendola che dice che si riduce lo stipendio di 50mila euro, per esempio, non fa che confermare che se se lo può permettere allora guadagnava già troppo. Rutelli che si autoassolve dalle ruberie di Lusi perché lui non si poteva accorgere di niente visto che non è un ragioniere dimostra solo la propria incompetenza (principio fondante della odierna meritocrazia).
Il ritornello del così fan tutti è semplicemente ridicolo.
Quello che è mancato del tutto è il politico che dica che quei soldi, ignominiosamente troppi in un periodo di vacche magre, sono stati usati correttamente. O al limite che con grande faccia tosta dicesse che i partiti politici sono associazioni private e che un privato con i suoi soldi ci fa quel che gli pare.

Certo poi avrebbe dovuto andarsene un secondo dopo per incompetenza o malafede a seconda dei casi. Ma almeno non ci sarebbe una cambiale in bianco eternamente in riscossione.

LO SCIOPERO E' UN FATTO INACCETTABILE




Marco Cedolin

La giornata di sciopero del trasporto pubblico loocale che ieri ha paralizzato le principali città italiane sembra avere provocato di tutto e di più. Orde di cittadini in preda al panico in fuga nelle gallerie del metrò milanese come fossero inseguiti dagli zombies di Resident Evil, ressa in ogni dove, malori, tensioni e perfino manipoli di "eroi" disposti ad immolare il proprio corpo strisciamdo sotto le saracinesche in chiusura, pur di riuscire a prendere l'ultimo treno prima dello stop alla circolazione. Orde di pennivendoli pronti a sbavare rabbia dichiarando che "uno sciopero così non è da paese civile" e addirittura il garante sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali Roberto Alesse che con un tempismo da orologio svizzero si è affrettato ad aprire un'inchiesta sull'astensione dal lavoro in oggetto.

Comprendiamo bene come nell'Italia governata dai banchieri lo sciopero somigli sempre più ad una creatura mitologica alla cui vista inorridire e darsi alla fuga pervasi dal panico....