Si racconta che un piccolo gerarca fascista grande adoratore del vate D'Annunzio volesse a tutti i costi incontrarlo per abbeverarsi alla fonte della sua saggezza.
Il piccolo gerarca poté così finalmente coronare il suo sogno di passare un'intera giornata con uno dei personaggi che più davano lustro all'italica stirpe.
Discettando di nobili argomenti, ad un certo punto il piccolo gerarca chiese adorante cosa il vate del fascismo pensasse del glorioso regime.
Il poeta si alzò e con un cenno della mano invitò l'ospite a seguirlo.
In silenzio attraversarono una dopo l'altra le grandi stanze del Vittoriano fino a che sostarono davanti ad una piccola porticina.
D'Annunzio l'aprì e invitò lo stupefatto ospite ad entrare con lui in un piccolo gabinetto di servizio. Poi si diresse verso il water e indicando all'interno esclamò:” Con la merda, non si fabbrica”.
Sono mesi che, ogni tanto, mi veniva voglia di scrivere un post politico. Poi ci pensavo su un po' e mi dicevo che in fondo era una perdita di tempo. Anche perché la qualità dello spettacolo cui assistevo e assisto è andata via via deprimendosi. E francamente era un'eventualità che ingenuamente consideravo difficile.
Ho raggiunto un tale livello di repulsione che ultimamente sui giornali on line mi limitavo a leggere i titoli politici, saltando a pié pari il testo.
Stasera ho saputo che i ministri Pdl si sono dimessi in massa e ho fatto la cacchiata di leggere. In sostanza Tizio dà la colpa a Caio, che accusa Sempronio, che incolpa TizioCaio, che prendilasciraddoppi, che titelefonoono, che l'ivalimulatareslirpef...
Insomma, alla fine mi è tornato in mente questo aneddoto che lessi secoli or sono su un libro di cui non ricordo titolo o autore ( forse Petacco? ) e che però ha il merito di riassumere secondo me benissimo il livello politico in cui siamo e la qualità di ciò a cui assisto e - temo - mi toccherà assistere ancora.
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